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Cronaca

"Sono ragazzo di Bema. Arrivata roba: latte e caffè buoni", come spacciavano nei boschi

Clienti ragazzini e gamberoni con champagne nel bosco. I dettagli della maxi operazione anti droga "Zona mia"

Emergono nuovi dettagli il giorno dopo la chiusura della maxi operazione "Zona mia", capace di sgominare due importanti piazze dello spaccio di droga in Valtellina, una a Caiolo ed una a Bema. A raccontarli alla stampa è stato il commissario capo Niccolò Battisti, dirigente della squadra mobile e della Digos (Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali), accompagnato dagli agenti della "sezione narcotici".

"Nella giornata di mercoledì 27 settembre abbiamo concluso un'importante indagine, durata 6 mesi, con l'esecuzione di 21 misure cautelari (15 custodie cautelari in carcere e 6 misure cautelari degli arresti domiciliari). L'indagine è stata extraterritoriale avendo condotto arresti a Sondrio, Milano, Verona, Bergamo, Varese, Vigevano, Sassari e Siracusa. L'indagine, a cui la Procura teneva molto, è stata strutturata e paziente per permetterci di 'studiare' quello che in Valtellina è l'unico vero fenomeno criminale strutturato, visto che in alcuni boschi si spaccia dalla sera alla mattina, 365 giorni all'anno", ha spiegato Battisti.

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Complesse le indagini, basate principalmente sull'utilizzo di intercettazioni telefoniche, rese difficoltose dal continuo cambio di numeri da parte degli spacciatori (sempre e comunque intestati a soggetti fittizi), sull'osservazione diretta di boschi e strade, oltre che su fondamentali pedinamenti, anche fuori provincia. Fin da subito agli inquirenti è parso evidente come a gestire lo spaccio fossero due bande di giovani marocchini, coordinate da altrettanti fratelli, uno classe '95 ed uno classe '98. 

Pur avendo in 'gestione' due piazze di spaccio ben distinte, gli spacciatori, tutti giovanissimi e disposti a passare 15 giorni consecutivi nella boscaglia per smerciare la merce illegale, erano in continuo contatto e aiuto tra di loro, grazie anche al fatto che i due capi sono fratelli. Ciò ha permesso di scambiarsi clienti, droga - quando i rifornimenti da Milano tardavano ad arrivare - e usufruire dell'aiuto logistico di quelli che il Procuratore della Repubblica, Piero Basilone, ha definito 'vettori'. Il tutto con una spregiudicata voglia di arricchirsi, con l'obiettivo di fare la 'bella vita', quella da esporre con orgoglio su TikTok.

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L'aiuto dei 'vettori'

Senza un aiuto esterno l'attività di spaccio sarebbe stata molto più difficoltosa. Fondamentale l'apporto delle 9 persone al servizio degli spacciatori, per la maggior parte tossicodipendenti, raggiunte anch'esse da misura cautelare. Nei mesi hanno aiutato i marocchini nei loro spostamenti, oltre che negli spostamenti degli stupefacenti. Hanno approvvigionato gli spacciatori con champagne, birra, kebab e molti altri beni di conforto. Una volta addirittura hanno portato nel bosco un chilo di gamberoni da cuocere poi alla piastra nel bosco. Non di rado hanno ospitato i malviventi nelle loro abitazioni, per una doccia o per ricaricare del telefono cellulare.

A tal proposito l'operazione "Zona mia" introduce una novità in Valtellina. Per la prima volta anche i cosiddetti favoreggiatori sono stati equiparati agli spacciatori, visto il loro coinvolgimento ripetuto e strutturale. "Con questa indagine siamo riusciti, grazie all'accoglimento in pieno da parte del Gip, a far 'rientrare' non solo chi spaccia materialmente, chi cede la dose, ma anche chi compie tutte quelle attività accessorie e prodromiche allo spaccio. È una novità importante, mai applicata in provincia di Sondrio, che obbliga i 21 fermati a rispondere per il reato di spaccio, disciplinato dall'articolo 73 del Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope", ha aggiunto Battisti.

droga zona mia

Droga "low cost"

Il giro d'affari era davvero importante. La polizia ha "censito" quasi 300 assunti nelle due piazze di spaccio. C'era addirittura chi tornava nei boschi a comprare 2/3 volte al giorno, invogliato da quelli che gli inquirenti definiscono "prezzi irrisori". Cocaina e eroina venivano vendute, rispettivamente, a 60 euro e 20 euro al grammo. Dieci, invece, gli euro necessari per un grammo di hashish. "Ciò è preoccupante. Con 5 euro un ragazzino riusce a comprarsi con assoluta facilità una dose singola da 0,3 grammi di droga", ha evidenziato l'ispettore Sandro Zubiani. "Sono ragazzo di Bema. Arrivata roba buona, tutto buono. Latte buono, caffè buono". È con questo messaggio che gli spacciatori avvisavano i loro clienti dell'arrivo in valle della droga, aprendo un viavai a tratti continuo, tra auto, monopattini e scooter. Tra i compratori vi era anche un giovane minorenne.

Il video dell'operazione

Ora che lo smercio è stato fermato, in attesa dei giudizi, nei boschi rimangono i rifiuti. Tra batterie d'auto (usate per ricaricare i cellulari) e scarti di vario genere, le radure teatro di spaccio sono oggi in pessimo stato. Per questo il commissario capo Battisti ha voluto farsi garante per una veloce pulizia degli ambienti naturali: "Presto parlerò con chi di dovere, perché penso sia importante tornare nei boschi per fare pulizia, visto come sono stati lasciati". La soddisfazione è comunque tanta per aver annullato un importante attività illegale sul territorio. Se da una parte il commissario capo ha voluto ringraziare tutti i suoi "ragazzi" per l'abnegazione e l'impegno per aver raggiunto l'importante traguardo, dall'altra l'ispettore Zubiani ha voluto rimarcare la disponibilità del suo dirigente: "Quando non avevamo la pattuglia a disposizione era lui ad uscire con noi. Si è fatto le notti insieme a noi per compiere inseguimenti d'auto o per fare appostamenti, anche il solitaria. Ha fatto parte della squadra. È la prima volta che ciò accade qui".

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