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Incidenti in allenamento tra compagni, Arianna Fontana vuole riaprire le indagini

La fuoriclasse valtellinese di short track vuole andare fino in fondo: "Faccio tutto questo per fare un passo verso uno sport pulito, basato sulla meritocrazia, sull’integrità e sulla fiducia"

Arianna Fontana ha dato mandato ai suoi legali affinchè richiedano, alla procura federale della Federghiaccio, di riaprire le indagini a proposito degli incidenti avvenuti in allenamento tra compagni di nazionale nel 2019. "La verità è un cardine fondamentale della nostra società e non deve essere diverso nello sport. Sono stata presa di mira durante degli allenamenti ed eventualmente sono caduta infortunandomi alla caviglia. È successo davanti a tutti, e nessuno di quelli che avrebbero potuto e dovuto fare qualcosa per impedirlo hanno agito per tutelarmi. Ed è per questo motivo che non mi fido e non posso fidarmi, se non cambiano le cose", ha spiegato sui suoi canali social la fuoriclasse dello short track di Polaggia (Berbenno di Valtellina).

I fatti erano emersi un anno fa, dopo la spedizione olimpica a Pechino. Era stata la stessa Fontana ha raccontare quanto successo a Courmayeur, facendo, senza troppi giri di parole, i nomi degli atleti coinvolti. "Mathieu (l'allenatore della nazionale, ndr) mi chiede di pattinare con i ragazzi: Tommaso Dotti e Andrea Cassinelli si mettono a fare tracce pericolose davanti a me, cambi di direzione, accelerano e decelerano. Roba pericolosa. Parlottano, è palese a tutti: vogliono farmi cadere. Diventano sempre più aggressivi, io mi tengo a distanza, finisco l’allenamento, me ne vado. Alla riunione tecnica del giorno dopo, ammettono: non ci sta bene che ti alleni con noi. Mi aspetto conseguenze, invece la Federazione butta il problema su mio marito: dà fastidio vederlo sul ghiaccio. Morale: Cassinelli smette, ma Dotti continua con i suoi giochetti per tutta la stagione. Un ambiente tremendo. Ogni giorno mi sveglio con l’angoscia e il mal di stomaco, chiedendomi: oggi cosa succederà? Cosa faremo io e Anthony di sbagliato? E il giorno del contatto tra me e Dotti, naturalmente, arriva: vado dritta contro le balaustre a 50 all’ora, la caviglia si gonfia. A Salt Lake City, in Coppa del Mondo, per precauzione rinuncio alla staffetta. Gios (presidente della Federghiaccio, ndr) mi manda a dire che o partecipo o faccio le valigie. Sempre lui, a Pechino, ha detto che i ragazzi sono gli sparring partner ideali per crescere, che dovrei ringraziarli. Quindi il contatto in piena velocità con un uomo che pesa venti chili più di me sarebbe utile? Ma di cosa stiamo parlando...? In Giappone Dotti ci riprova: accelera, io imposto la traccia in modo da bloccarlo, a fine allenamento le altre azzurre vengono da me a congratularsi".

Voglia di verità

Cassinelli e Dotti sono stati indagati e prosciolti dalla procura federale Fisg ma ora Arianna Fontana vuole vederci più chiaro. "In molti ancora oggi vi chiedete perché sto facendo tutto questo, lo faccio non solo per difendere me stessa ma per difendere i diritti degli atleti. Quello che è successo a me può succedere ancora oggi, e vorrei che consideraste delle possibili situazioni che potrebbero ancora avvenire, come questa: alle Olimpiadi si portano 5 atleti donne e 5 atleti uomini", spiega la plurimedagliata olimpica rivolgendosi ai suoi tifosi.

"Mettiamo che, dopo che la selezione degli atleti è gia avvenuta, l’atleta numero 6, quindi il primo degli esclusi, a pochi giorni dall’inizio delle Olimpiadi, faccia cadere uno di questi atleti già qualificati e quest’ultimo si infortuni. L’atleta infortunato, che aveva qualificato il suo posto meritevolmente non parteciperà alle Olimpiadi, mentre l’atleta che ha preso una decisione dannosa nei confronti di un compagno di squadra verrà premiato con la partecipazione alle Olimpiadi… E si, è così che andrebbero le cose perché in questo momento, questo è visto come un episodio normale durante gli allenamenti. Immaginatevi ad essere nei panni dell’atleta infortunato, o dei suoi genitori, amici, parenti, dei compagni di squadra… Che cosa stanno provando? Cosa stanno pensando? Come si sentono? Dov’è la rappresentazione degli atleti? Dov’è la correttezza? La giustizia?", si chiede provocatoriamente Arianna Fontana.

"È tempo che gli atleti abbiano una rappresentanza e giustizia adeguate, perché in caso contrario perderemo generazione di atleti e questo dovrebbe essere visto come un fallimento dello sport italiano. Faccio tutto questo per fare un passo verso uno sport pulito, basato sulla meritocrazia, sull’integrità e sulla fiducia. Dove le buone decisioni vengono ricompensate e quelle cattive insegnino attraverso le conseguenze a prendere decisioni migliori. Solo così possiamo costruire individui, e quando fai questo non puoi mai sbagliare" conclude la valtellinese. 
 

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