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Accuse mirate

Arianna Fontana: "Ecco chi ha cercato di boicottarmi"

In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera la campionessa di Berbenno ha fatto nomi e cognomi di chi ha cercato di metterla fuori causa nel corso del quadriennio olimpico

Come accaduto nel corso delle Olimpiaidi di Pechino: prima la gioia e la festa, in quell'occasione per la conquista della medaglia d'oro nei 500 metri e poi le accuse alla federazione. Ora il copione si è ripetuto e Arianna Fontana è scesa ancora più nel dettaglio, facendo nomi e cognomi dei compagni di nazionale che hanno cercato di danneggiarla e, addirittura di infortunarla, con manovre scorrette e pericolose sul ghiaccio. 

E' accaduto a poche ore di distanza dalla festa organizzata dal fan club ufficiale della Fontana a Berbenno, tramite un'intervista rilasciata dalla campionessa di Polaggia al Corriere della Sera in cui Arianna Fontana ha ricostruito gli episodi incriminati.

"Mathieu [l'allenatore della nazionale n.d.a.] mi chiede di pattinare con i ragazzi: Tommaso Dotti e Andrea Cassinelli si mettono a fare tracce pericolose davanti a me, cambi di direzione, accelerano e decelerano. Roba pericolosa. Parlottano, è palese a tutti: vogliono farmi cadere. - così Arianna Fontana ha raccontato quanto accaduto a Courmayeur - Diventano sempre più aggressivi, io mi tengo a distanza, finisco l’allenamento, me ne vado. Alla riunione tecnica del giorno dopo, ammettono: non ci sta bene che ti alleni con noi. Mi aspetto conseguenze, invece la Federazione butta il problema su mio marito: dà fastidio vederlo sul ghiaccio. Morale: Cassinelli smette, ma Dotti continua con i suoi giochetti per tutta la stagione. Un ambiente tremendo. Ogni giorno mi sveglio con l’angoscia e il mal di stomaco, chiedendomi: oggi cosa succederà? Cosa faremo io e Anthony di sbagliato? E il giorno del contatto tra me e Dotti, naturalmente, arriva: vado dritta contro le balaustre a 50 all’ora, la caviglia si gonfia. A Salt Lake City, in Coppa del Mondo, per precauzione rinuncio alla staffetta. Gios mi manda a dire che o partecipo o faccio le valigie. Sempre lui, a Pechino, ha detto che i ragazzi sono gli sparring partner ideali per crescere, che dovrei ringraziarli. Quindi il contatto in piena velocità con un uomo che pesa venti chili più di me sarebbe utile? Ma di cosa stiamo parlando...? In Giappone Dotti ci riprova: accelera, io imposto la traccia in modo da bloccarlo, a fine allenamento le altre azzurre vengono da me a congratularsi".

Situazione insostenibile

Episodi che hanno costituito solamente la punta dell'iceberg dell'incubo vissuto da Arianna Fontana e da suo marito Anthony Lobello in questi anni e che la stessa campionessa di Polaggia ha sintetizzato così sempre nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera:

"È dal 2010 che vivo male certe situazioni con gli allenatori. Mi stavano trasformando in una fondista: avevo quasi perso le mie doti di sprinter. In avvicinamento a Vancouver, ho imparato a gestirmi da sola. Dopo il Canada i tecnici sono Eric Bedard e Kenan Gouadec, coppia formidabile. Ma dura poco. Da Sochi 2014 in poi, rimane solo Gouadec. Deve gestire 15-20 atleti, troppi: Anthony Lobello, ex pattinatore nel frattempo diventato mio marito, si offre di dargli una mano. Ti faccio il ghiaccio e le lame, propone. Cose pratiche, non di allenamento. Non avrai mai niente a che fare con il team, si sente rispondere. Ci rimaniamo malissimo: Kenan era al nostro matrimonio. Da lì in poi, le cose peggiorano. È spesso in ritardo, a volte non lucidissimo: non è più lui. Scema la fiducia di tutta la squadra. Sanfratello sa tutto. Mi rendo conto che devo trovare una soluzione. Alla fine di una lunghissima riflessione, scelgo Anthony come allenatore. Nel maggio 2017 diventa ufficiale. Sul ghiaccio lavoro con Gouadec, fuori con mio marito. Kenan non la prende bene, inizia a fare un ostruzionismo sciocco. Mi metto il paraocchi e tiro dritto verso Pyeongchang 2018: c’è il primo oro individuale da vincere. In Corea, infatti, il lavoro paga. Rientrati in Italia, il Coni ha un’idea: Anthony c.t. delle ragazze. Sei sprecato a lavorare solo con Arianna, gli dice Sanfratello. Ma quando lui chiede di impostare a modo suo il quadriennio olimpico, chiede autonomia, espone la sua visione fatta anche di umanità e sensibilità, l’accordo salta e la Federghiaccio ritira la proposta. Eppure siamo atleti, non macchine".

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