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Martedì, 30 Aprile 2024
La testimonianza

Sanità smantellata e servizi essenziali negati: la testimonianza di una paziente

Lucia Codurelli racconta quanto le è accaduto alcuni giorni fa quando ha avuto bisogno di ricorrere ad alcune cure e a un ricovero in provincia

Un'esperienza bruttissima che, secondo la diretta interessata, è andata addirittura oltre le peggiori paure, nonostante la consapevolezza della situazione in cui versa la sanità in provincia di Sondrio. Tutto questo non per colpa di medici e personale sanitario che, anzi, fanno il massimo e anche di più delle loro possibilità, ma a causa della condizione in cui versano alcune strutture e di una mancanza di programmazione che fa sì che si registri ovunque una preoccupante carenza di personale.

Questa la testimonianza di Lucia Codurelli che, alcuni giorni fa, ha avuto bisogno di ricorrere a cure mediche e a un ricovero con servizi non all'altezza.

Il racconto

"Bertolaso attacca i medici di famiglia e non si vergogna in cui versa la medicina sul territorio, totalmente assente, cittadini abbandonati a se stessi senza nulla. Il tutto dopo i tagli dei nastri per le elezioni per case di comunità che sono scatole vuote e medici di base introvabili. Bene hanno fatto alcuni medici a rispondere che stanno aspettando un cenno di interesse da parte dell'assessore della Regione Lombardia Guido Bertolaso, che si rechi nelle zone di montagna affinché si renda conto del deserto in cui versiamo. La montagna non è quella che Sertori porta al Pirellino, quella è pura propaganda, è molto di più, ma quel di più che è l’essenziale è completamente abbandonato, senza servizi essenziali - questa la premessa di Lucia Codurelli -. Esempio di San Giacomo, Comune di Teglio, cittadini per il medico di base che dovevano recarsi fino in Aprica, a chi va bene “solo” fino a Bianzone, mentre altri stanno ancora aspettando da un mese la risposta dell’Ats per non dover fare km e km per il medico di base. E gli anziani? Chi pensa a loro? Sentiamo solo narrazione retorica e nulla più. 10 anni orsono avevamo una medicina di gruppo di tutto rispetto, gli ambulatori in ogni frazione, oggi solo un residuo a Valgella e nulla più, il Comune si è lasciato portare via tutto. Guardia medica solo a Tirano e l’esperienza vissuta è stata traumatica".

"Nessuno viene a casa, la risposta è stata venga che la visito. Alla faccia, dovevo chiamare l’ambulanza per andare a farmi visitare a Tirano? Questa è la famosa continuità assistenziale? A questo punto non mi è rimasto che chiamare il 112 e andare al pronto soccorso, anche a volerlo evitare, la disorganizzazione provinciale lo impone, sperando poi di avere fortuna, perché anche li trovi solo gettonisti - scende nei dettagli della sua esperienza Lucia Codurelli -. Arrivo al pronto soccorso e dopo alcuni esami vengo ricoverata e mi sento anche chiedere come mai io abbia aspettato tanto e questo mi causa un'ulteriore arrabbiatura. Il ricovero avviene in Medicina: nella notte ho capito pochissimo perché ero sotto effetto di medicinali per l’abbassamento della febbre per l’infezione in atto e ricevo comunque cure premurose". 

"Il giorno dopo mi rendo conto di essere in un reparto degli anni sessanta, letto a manovella, servi inesistenti, solo comuni in corsia con sbalzi di temperatura incredibili, costretta a farmi accompagnare stante le condizioni - così prosegue nel suo racconto la cittadina valtellinese -. Un incubo. Anche perché nel 2014 mia madre era stata ricoverata, il reparto di Medicina era al quarto piano e la situazione era infinitamente migliore. Con tre spostamenti siamo arrivati a questo? E le risorse spese? Nel pomeriggio mi raggiunge mia figlia e quando vede la situazione si attiva per trovare una soluzione. Sono orgogliosa di avere una figlia che è in grado di indignarsi ancora di fronte a tante e troppe rassegnazioni. Quando la dottoressa mi fa visita le chiedo quanto dovrei rimanere, perché quella condizione non è compatibile per malati, non garantisce una minima tranquillità per una guarigione, anzi il rischio di aggiungere altre patologie, visti i cambi di temperatura e servizi in comune con pazienti di camere in isolamento, inquinamento acustico, un citofono uguale a quello del mio cancello che suonava ininterrottamente e non solo, l’impressione di essere in una piazza e non in una camera di ospedale. La dottoressa dopo avermi ascoltata mi ha risposto che quella era la situazione e un po’ di giorni avrei dovuto rimanere li".

"Nel frattempo mia figlia si attiva con gli uffici preposti e ha tre risposte diverse in poche ore: chiede con forza altra soluzione, diversamente il trasferimento in altra struttura che abbia un reparto con i minimi requisiti previsti dalla legge che il reparto non ha. Dagli uffici cadono dal mondo delle nuvole. Nel pomeriggio finalmente mi spostano in altra camera, si è liberato un letto e scopro che metà reparto è decente, ha i letti “normali” e il servizio in camera. Il minimo indispensabile che deve essere garantito". - così si conclude la testimonianza. 

Le recriminazioni

"È possibile che a Sondrio si è conciati così? Chi dobbiamo ringraziare se non chi amministra da trent’anni questa regione? In una situazione così demoralizzante abbiamo gli operatori e i medici che fanno l’impossibile, ancora di più, per i malati, ma la situazione strutturale non è accettabile in una provincia dove tutto è stato smantellato. Chi può va altrove, se non è urgente, ma la ricchezza tanto ostentata di questa valle come può tollerare che i servizi primari siano questi? Dove si pensa di andare conciati così? - questi tutti i dubbi espressi da Lucia Codurelli -. I nostri genitori si rivoltano nella tomba dopo tutti i sacrifici che hanno fatto. I sindaci come fanno ad accettare che i loro cittadini vengano trattati cosi? Molti si prestano, colpevolmente, a tagliare nastri per la campagna elettorale e non solo, mentre dovrebbero sapere che sono i primi responsabili della salute sono loro! I nostri soldi, di chi paga le tasse, vengono sempre dirottati per il turismo, ma che speranza può avere una valle senza sanità? Sondalo smantellato, Sondrio non adeguato e sanità sul territorio nulla? I cittadini devono svegliarsi da questo torpore prima che sia troppo tardi e rivendicare che la salute è un diritto per tutti non solo per chi ha i soldi".

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