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Fiumi esondati nel Bormiese, fondi regionali già stanziati

L'iter per la messa in sicurezza delle aree era già partito nelle scorse settimane. Sertori: "Le norme attuali, ispirate ad un falso ambientalismo, rendono sempre più difficile la manutenzione ordinaria dei fiumi"

Le forti piogge delle scorse ore hanno portato all'esondazione del torrente Frodolfo e del fiume Adda in Alta Valtellina, precisamente a Santa Caterina Valfurva ed al confine tra i territori comunali di Bormio e Valdisotto. Una situazione emergenziale tanto da spingere, nella mattinata di lunedì 28 agosto, le autorità a far evacuare oltre 30 persone dalle loro abitazioni e dagli alberghi in cui soggiornavano. Proprio per quelle stesse aree, nelle scorse settimane, erano state incaricate delle ditte per la messa in sicurezza idraulica. A raccontarlo è l'assessore regionale a Enti locali, Montagna e Utilizzo risorsa idrica, Massimo Sertori.

Per quanto riguarda la zona di Santa Lucia, alla confluenza tra Adda e Frodolfo, già lo scorso 23 agosto, con una spesa a carico di Regione Lombardia di circa 145mila euro, era stata incaricata la ditta per l’attuazione di tutti i lavori necessari alla messa in sicurezza dell’area. Appena la situazione emergenziale cesserà partirà un nuovo "pronto intervento" stimato in 220mila euro, sempre a carico di Regione.

Per quanto riguarda, invece, il Comune di Valfurva, è in fase di valutazione un ulteriore intervento di circa 200mila euro per il tratto dell’Adda interessato dalla fuoriuscita dagli argini. Anche in quella zona era stato appena avviato un "pronto intervento" sul torrente Rovina in Val D’Uzza, per lo svuotamento della sacca di trattenuta: a venerdì sera (25 agosto) l’impresa aveva rimosso circa 2000 metri cubi di materiale dei 7200 previsti dall’intervento (spesa di circa 150mila euro). Con gli ultimi eventi meteo la sacca di trattenuta si è nuovamente riempita, attutendo maggiori rischi e prevenendo una esondazione.

“I fatti accaduti in questi giorni non fanno altro che dimostrare ancora una volta la necessità di manutenzione ordinaria nei fiumi, con la rimozione di inerti e con il taglio della vegetazione. In questi anni si sono stratificate una serie di norme regionali e nazionali che, ispirate ad un falso ambientalismo, rendono sempre più difficili queste pratiche che i nostri avi hanno sempre attuato e che devono essere assolutamente ripristinate. Proprio per questo abbiamo istituito un gruppo di lavoro, tra i vari assessorati regionali competenti, con l’obiettivo di individuare gli interventi legislativi atti alla semplificazione e, quindi, al ripristino delle buone pratiche e del buon senso” ha dichiarato lo stesso Sertori.

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