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Vittima della mafia

Sondrio: la passerella tra Piastra e parco Bartesaghi sia dedicata a Lea Garofalo

La proposta del Partito Democratico parte dall'intenzione di riportare equilibrio nella toponomastica cittadina, tra le vie e strade dedicate agli uomini e quelle, invece, intitolate alle donne

La dedica della passerella tra quartiere sud-ovest e parco Bartesaghi a Lea Garofalo, vittima della mafia, con l'apposizione di una targa che riporti anche le motivazioni del conferimento alla stessa Garofalo della medaglia d'oro al merito civile.

Questa la proposta che, tramite una mozione, i consiglieri del Partito Democratico porteranno nella seduta del prossimo consiglio comunale a sindaco e giunta: "Per anni abbiamo fatto proposte per cercare di riportare equilibrio, tra uomini e donne, nelle dediche della toponomastica cittadina - hanno sottolineato i consiglieri "dem" -. Recentemente è stata fatta la dedica del ponte “Alessandro Manzoni” e, sebbene la proposta sia pervenuta da una scuola cittadina, purtroppo anche in questo caso un’importante opera viaria è stata dedicata a un uomo. Considerato che la passerella ciclopedonale prospicente il bocciodromo che collega il quartiere sud ovest al parco Adda Mallero non ha ancora una dedica e che nel bilancio di previsione alla voce 880.54 sono appostati 1250 euro trasferiti da Regione Lombardia in ricordo delle vittime della mafia, si impegnano il sindaco e la giunta a provvedere affinché la passerella tra il quartiere sud-ovest e il parco Adda Mallero venga dedicato a Lea Garofalo e ad apporre una targa con la dedica e le parole della motivazione per la medaglia d’oro al merito civile". 

"Nata nel 1974, collaboratrice di giustizia barbaramente uccisa dalla ‘ndrangheta nel 2009, Lea Garofalo non è solo una persona che si è ribellata alle logiche mafiose, ma è da considerarsi una donna vittima di femminicidio, uccisa per la sua ribellione alla famiglia del compagno, Carlo Cosco, esponente importante di una ‘ndrina calabrese; dopo essersi separata da lui impedì in tutti i modi al marito di vedere la figlia, sognando per sé stessa e per lei una vita lontana dalla mafia - si spiega nella mozione del Pd -. Una donna che si ribella ad un uomo e lo abbandona è un’onta che non può essere perdonata nelle logiche mafiose. Nel marzo 2018 è stata conferita a Lea Garofalo la medaglia d’oro al merito civile; nella motivazione (del Presidente della Repubblica) c’è la sintesi di una vita in lotta per l’affermazione del suo sacrosanto diritto di scegliere il bene per sé stessa e per la figlia: “Con ammirevole determinazione, pur consapevole dei rischi cui si esponeva, si ribellava al contesto in cui era cresciuta, pervaso da criminalità e devianze educative e, dopo aver lasciato il compagno, esponente di una cosca calabrese, fuggiva dall’ambiente di origine per dare alla figlia opportunità diverse, decidendo, nel contempo, di collaborare con le forze di polizia, rivelando notizie su omicidi ed estorsioni. Dopo alcuni anni, veniva rintracciata e rapita dall’ex convivente, con l’aiuto di altri complici, e, dopo uno spietato interrogatorio e terribili torture, veniva barbaramente uccisa, con occultamento del cadavere, mai più ritrovato. Splendido esempio di straordinario coraggio e altissimo senso civico, spinti fino all’estremo sacrificio".

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