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Risposta insoddisfacente

Vicenda Giuseppe Lombardo: "Non lasceremo nascondere la polvere sotto il tappeto"

Le reazioni della minoranza dopo che la questione del falso profilo e degli insulti social è stata affrontata ieri in consiglio comunale, ma solamente a porte chiuse

Venerdì pomeriggio nel corso del consiglio comunale tenutosi a palazzo Pretorio si è discusso del caso "Giuseppe Lombardo", cioè del falso profilo social da cui, un anno fa, sono piovuti insulti nei confronti di vari esponenti del mondo politico e della vita civile a livello locale.

La minoranza, con primo firmatario Simone Del Curto ha presentato un'interrogazione per chiedere chiarimenti sulla vicenda e la posizione del sindaco visto che la vicenda stessa riguarda uno degli assessori della giunta: la discussione, però, è avvenuta a porte chiuse, con giornalisti e pubblico non solo fatti uscire dalla sala consiliare, ma addirittura invitati ad accomodarsi fuori dall'edificio, nel cortile interno di palazzo Pretorio.

Proprio nel corso della discussione, poi, non è stato Maurizio Piasini, cioè il diretto interessato, a prendere la parola, ma la risposta all'interrogazione è arrivata dal sindaco Marco Scaramellini.

La minoranza però, non è stata affatto soddisfatta di quanto emerso: "Come consiglieri di minoranza prendiamo atto con insoddisfazione della risposta del sindaco in merito alla vicenda Piasini - Lombardo. Il sindaco ci ha accusato di voler utilizzare il consiglio con scopo punitivo: niente di più falso - questo il commento degli esponenti di Futuro Insieme, Pd, Sondrio Democratica e Sinistra x Sondrio -. Abbiamo invece chiesto un suo parere sulla vicenda, che continua ad intorbidire pesantemente la trasparenza amministrativa della città. Il sindaco preferisce accusarci di voler fare processi mediatici o in aule istituzionali, mentre andrebbero fatti nei tribunali; ma è chiaro che, nonostante il suo tentativo di minimizzare l’accaduto, evidenziando che non ci sono procedimenti a carico del suo assessore e confermando quindi la fiducia a Piasini perché non indagato, è politicamente e umanamente debole".

"Il sindaco - concludono Del Curto e gli altri consiglieri di minoranza - finge di non conoscere fatti che invece sono di pubblico dominio. Definisce “soggettivi” elementi invece evidentemente oggettivi, sui quali sorvola con imbarazzo, che sono stati presentati e documentati da soggetti terzi, al di fuori di ogni disegno politico cittadino. Si dice stupito che la città chieda di fugare ogni dubbio su questa vicenda, che anch’egli ritiene “triste e da censurare”. Chiama in causa l’autorità giudiziaria come unica responsabile dell’accertamento dei fatti: siamo d’accordo. Dice di attendere gli esiti di eventuali iniziative giudiziarie, per fare le opportune riflessioni del caso. Bene. Li aspettiamo e li sollecitiamo anche noi e in questo ci associamo alla volontà di Piasini, che ha manifestato il medesimo desiderio: non lasceremo cadere nel vuoto questa vicenda". 

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