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Economia Bormio

Il difficile futuro delle imprese artigiane in Alta Valle

Il grido d'allarme di Fulvio Sosio presidente della sezione di Bormio di Confartigianato Sondrio

Un grido d'allarme si alza dall'Alta Valtellina. Ad alzarlo è il Consiglio della sezione di Bormio di Confartigianato Sondrio sotto la guida di Fulvio Sosio, imprenditore del settore legno. "Siamo convinti sempre di più che fare gli artigiani - soprattutto in un territorio di montagna bellissimo ma difficile – significa lottare tutti i giorni con una pressione fiscale asfissiante, un aumento del costo delle materie prime esorbitante, l’energia e carburante alle stelle e ultimamente con un costo del denaro difficilmente sostenibile. A tutto questo si aggiunge la carenza ormai cronica di manodopera e non ultimo il problema della Svizzera che attrae risorse umane in maniera ineludibile".

È una questione di mancanze, di personale come infrastrutturale. "Purtroppo nelle nostre aziende vediamo sempre meno giovani e sempre più pensionati che dopo decenni di duro lavoro sono costretti di fatto a rimanere senza alcun vantaggio fiscale. Come associazione offriamo spesso la nostra disponibilità alle Scuole per incontri di orientamento ma non sempre dalle stesse otteniamo apertura e disponibilità. Ma le difficoltà maggiori sono legate alla carenza di infrastrutture; senza queste diventa difficile vivere e fare impresa in Alta Valle e rimanere al passo con i tempi. Parecchi nostri artigiani producono per l’estero o per il mercato fuori provincia con innumerevoli difficoltà nella logistica e negli spostamenti; aspettiamo da decenni miglioramenti nella viabilità e purtroppo le cose non sono certo migliori nemmeno dopo Lecco. Molti artigiani hanno figli e famigliari che si servono del treno ma il servizio ferroviario da Tirano a Milano - nonostante i lavori di miglioramento della rete - è un’ odissea", evidenza Sosio.

"Sanità, servono certezze"

A corollario di tutto questo vi è il tema che, anche gli artigiani, ritengono prioritario: la sanità. "La tutela della salute deve essere la priorità per le istituzioni ma negli ultimi anni si assiste ad una lenta ma inesorabile retromarcia. Mancano i medici di base e ultimamente riuscire ad averlo diventa un’impresa titanica. Le liste di attesa sono lunghissime e questo si verifica soprattutto per certe patologie che necessiterebbero al contrario di tempi veloci. Sono anni, per non dire decenni, che si parla dell’Ospedale di Sondalo e del suo destino. Negli ultimi anni si sono raccolte firme, si è discusso a livello amministrativo e politico, si è costituito e attivato un Comitato, si è nominato il prof. Melazzini (al quale, per inciso, va la nostra profonda stima) ma con tutta probabilità vi sono cause più remote e le speranze di una soluzione al momento sono ben poche o nulle. Alla gente dell’alta valle non interessa il tipo di gestione ma la certezza di avere un ospedale efficiente. Tutti questi aspetti legati al vivere e al fare impresa in alta valle sono determinanti per chi vive e lavora qui e sono alla base del progressivo allontanamento da parte dei giovani. I giovani da una parte e chi resiste dall’altra sono spesso sconfortati e senza speranze.", prosegue il presidente della sezione di Bormio di Confartigianato Sondrio.

"Queste considerazioni non le esprimiamo per un mero esercizio 'critico' o per 'spirito di polemica', ma con l’auspicio che appaia come l’ennesimo appello ai responsabili delle Amministrazioni; occorre agire subito prima che sia troppo tardi. Gli artigiani si sentono con la coscienza a posto in quanto hanno cercato da sempre di fare quello che sanno fare ovvero lavorare per se stessi e per il territorio ma chiedono di poter avere strutture e servizi che ci permettano di continuare a vivere in queste amate valli. Senza dimenticare che larga parte delle migliorie apportate negli ultimi decenni sono state realizzate come reazione a degli eventi calamitosi e non per lungimiranza politica", concludono con amarezza gli artigiani dell'Alta Valle.

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