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Cronaca Piateda

Investì col trattore una bambina in bicicletta: condannato

L'episodio a Piateda nel 2020

Era lunedì 28 settembre 2020 quando, alla guida di un trattore, un giovane agricoltore investiva una bambina di 7 anni in bicicletta lungo via Ventina, a Piateda. A distanza di 3 anni, G.M. è stato giudicato colpevole dal giudice del Tribunale Penale di Sondrio, Valentina Rattazzo. Dopo quasi due anni di processo, con l'ascolto delle deposizioni di numerosi testimoni ed il coinvolgimento di tre periti per la ricostruzione di quanto avvenuto, oltre a numerosi periti medici, la lettura in aula della sentenza è avvenuta lo scorso 15 novembre.

Il 38enne è stato ritenuto colpevole del reato di "lesioni colpose a seguito di sinistro stradale". Per questo è stato condannato, tenuto conto di alcune attenuanti, alla pena di due mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali. L’agricoltore, a cui sono stati concessi "il beneficio della sospensione condizionale della pena" e della "non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziario", dovrà anche risarcire i danni subìti delle parti civili: la bambina e la madre, rappresentate dall’avvocato Manuela Mauro, e il padre, tutelato dall’avvocato Paolo Marchi.

Entrambi i legali si sono dichiarati particolarmente soddisfatti. Soddisfazione dovuta al fatto che, sia durante le indagini preliminari sia durante il dibattimento, il pm Chiara Costagliola aveva richiesto per l'imputato l'assoluzione per insufficienza delle prove. Alla luce delle attenuanti concesse dal Tribunale, gli avvocati delle parti civili aspettano il deposito delle motivazioni della sentenza (fissato entro 40 giorni) per valutare ulteriori azioni.

Brutto incidente

Lo scontro tra il mezzo agricolo e la bambina era stato violentissimo. L'uomo alla guida, avendo la visuale ostruita dalla presenza, sulle forche anteriori del trattore, di una rotoballa di fieno, aveva investito la bambina facendola cadere sull'asfalto. La giovanissima era stata prontamente elitrasportata presso l’ospedale "Papa Giovanni XXIII" di Bergamo. Lì era stata ricoverata con urgenza e, in prognosi riservata, era stata curata in terapia intensiva. Numerosi gli interventi chirurgici a cui è stata sottoposta per ricostruire il femore e il bacino.

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