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La presa di posizione

Sanità provinciale: "Gli ospedali versano in una situazione di complessivo degrado"

Durissima presa di posizione del segretario provinciale Fials (Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità) Salvatore Falsone

Ancora una denuncia sulle condizioni critiche in cui versa la sanità in provincia di Sondrio: stavolta, a prendere posizione, dopo le organizzazioni sindacali e i medici è il segretario provinciale della Fials (Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità) Salvatore Falsone che non usa mezzi termini e definisce la situazione degli ospedali di Valtellina e Valchiavenna "di complessivo degrado".

"Da mesi l'organizzazione sindacale di cui sono segretario - ha spiegato Falsone - evidenzia alla direzione generale Welfare e alla direzione generale di Asst Valtellina e Alto Lario una situazione di grave criticità del funzionamento del servizio sanitario a livello locale: liste d'attesa troppo lunghe sia per gli interventi chirurgici che per le visite specialistiche e gli esami; strumentazione medica, tecnologica e altre risorse non adeguate; organici di personale ridotti".

Il Morelli

"Il caso più clamoroso - ha proseguito Falsone - riguarda l'area di Sondalo. Gli appalti assegnati per i servizi di Pronto soccorso, dell'Ortopedia e della Cardiologia confermano che il presidio ospedaliero di Sondalo rischia sostanzialmente di essere smantellato: sembra infatti che la direzione si stia accingendo nel giro di pochi anni a "levare le tende" conducendo il presidio verso una lenta morte. Nessun impegno ad assumere il personale sempre più necessario, nè ad acquistare strumentazione tecnologica adeguata Di fatto non sembra esserci più alcuna strategia a medio e lungo termine. Addirittura abbiamo assistito attoniti alla riduzione dell'attività della neurologia con la chiusura della Stroke Unit, della Chirurgia vascolare e dell'Ostetricia e Ginecologia. Attività essenziali e strategiche per il SSN, come è noto".

I responsabili

"In questo contesto generale negativo, riteniamo che il direttore generale quello sanitario e quello medico non stiano intraprendendo le azioni necessarie ad arrestare l'evidente declino. - passa al contrattacco Falsone - La Direzione fino ad ora non ha fatto nulla per trattenere e proteggere i medici affezionati ai nostri ospedali, costringendoli a lavorare in condizioni di fortissimo stress e facendo affidamento esclusivamente al loro spirito di sacrificio. La cattiva organizzazione, il pessimo clima lavorativo e la mancanza di supporto all'attività medico-sanitaria hanno indotto professionisti spesso di alta qualità a lasciare le sedi della provincia di Sondrio, impotenti dinanzi all'immobilismo della dirigenza e sfiduciati al punto da non essere nemmeno in condizione di resistere, denunciare o addirittura ribellarsi. I medici sono fuggiti verso la sanità privata, soprattutto a Gravedona; in altri casi sono diventati medici di medicina generale o hanno preferito lavorare per altre aziende pubbliche. Altri ancora in servizio sono pronti a lasciare la sede e lo faranno appena ne avranno l'occasione. Come sorprendersi di ciò quando i fatti ci dicono che la situazione in cui versa la sanità del nostro territorio non è figlia di disattenzione e impreparazione, ma di una cosciente volontà, forse anche politica, di abbandonare la sanità provinciale all’assoluto degrado?”.

"I cittadini sono ora senza riferimenti, hanno avuto gravissimi disagi nell'accedere alla cure, hanno dovuto scegliere di curarsi a pagamento o peggio - così sempre Salvatore Falsone - di non curarsi o di attendere la chiamata in lunghe liste d'attesa. L'emergenza covid-19 ha reso dolorosamente evidenti queste falle del servizio sanitario, in particolare a livello locale. Ai medici, al resto del personale e soprattutto ai cittadini inermi, appare sempre più chiaro che dietro la volontà di smantellare la sanità pubblica, per tutti, vi sia l'interesse a favorire la sanità privata per pochi privilegiati benestanti. Evidentemente l'esperienza della pandemia - che sembra aver indotto il legislatore e il governo ad investire di più sulla sanità con particolare attenzione alla diffusione dei presidi del territorio - non sembra aver insegnato nulla nel nostro territorio e nella nostra regione".

Punto di non ritorno

"Vogliamo ora denunciare per iscritto questa situazione perchè siamo a un punto di non ritorno - continua il lungo comunicato - Troppi hanno finto di non vedere: amministratori e dirigenti, forse per miopia, forse per paura o forse perchè impegnati solo a raggiungere gli agognati avanzamenti di carriera, non hanno difeso la sanità pubblica della nostra provincia. Chiediamo che i dirigenti a cui è indirizzata questa nostra missiva (Tommaso Saporito, Giuseppina Ardemagni e Mariella Piazza) diano delle risposte, offrano dei chiarimenti, si uniscano alle nostre denunce, o provino a smentirne la fondatezza, se davvero credono in una sanità pubblica diffusa nel territorio. Lo devono innanzitutto ai cittadini, sempre più in difficoltà, altrimenti non esiteremo a chiedere in tutte le sedi le loro dimissioni immediate vista la manifesta impossibilità di raggiungere gli obiettivi che sono stati chiamati a perseguire".

"Chiediamo infine ai vertici regionali, - così conclude Salvatore Falsone - che a questi dirigenti hanno affidato importanti incarichi, peraltro profumatamente retribuiti, di interessarsi alla situazione denunciata, di indagare le ragioni del degrado della sanità del nostro territorio e di prendere tempestivamente le contromisure opportune, compresa la nomina di nuovi dirigenti davvero motivati e capaci di valorizzare la sanità del nostro territorio".          

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