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Giovedì, 25 Aprile 2024
Caos sanità

Sanità, la CISL: "Non c'è più tempo!"

Le parole della CISL di Sondrio che attacca: "Regione Lombardia si assuma le proprie responsabilità"

"Le analisi e gli appelli delle sigle sindacali della dirigenza medica non possono rimanere inascoltati o, ancor peggio, lasciati cadere nel vuoto! Da tempo denunciamo a tutti i livelli la drammatica situazione del sistema sanitario pubblico a partire dalla mancanza di una seria programmazione basata sulla reale disponibilità delle professioni socio-sanitarie". 

Si apre con queste parole il comunicato stampa a firma di Davide Fumagalli Segretario Generale dell' UST CISL di Sondrio e di Francesco Caiazza Segretario Generale della Funzione pubblica che intervengono così nel dibattito sulla sanità provinciale.

La soluzione: incentivi economici e orientamento scolatico

"I saldi negativi impietosi, presentati dalla dirigenza medica - continuano dalla CISL - vanno purtroppo a braccetto con quelli disperati di tutte le figure professionali del comparto: basti pensare che gli infermieri operanti nelle strutture ospedaliere della provincia dal 2018 ad oggi sono ben 215 in meno e che alla sede distaccata del Università Bicocca di Faedo ogni anno si laureano poche unità di giovani residenti in provincia i quali poi difficilmente decidono di rimanere sul territorio".

"Abbiamo espresso più volte alcune possibili misure per tamponare l’emergenza: oltre ad incentivi economici pubblici e privati occorre, in collaborazione con l’ordine professionale, creare progetti di orientamento scolastici e corsi di preparazione ai test di ingresso dedicati ai nostri studenti. La situazione per il personale OSS e ASA, anche se differente per alcuni aspetti e criticità, non versa certo in condizioni migliori, soprattutto quando il già insufficiente personale viene conteso tra RSA, strutture sanitarie pubbliche e private".

Sanità valtellinese, la CISL: "Assordante silenzio delle istituzioni regionali"

"La difficoltà nel trovare risposte a criticità che solo in alcuni casi nascono dal livello nazionale non giustificano l’assordante silenzio delle istituzioni regionali, le quali negli anni hanno preferito il consenso a prese di posizione, magari impopolari quanto però necessarie, per garantire una sanità territoriale efficace e funzionante, soprattutto in considerazione del contesto e della grave carenza di personale invece abbiamo assistito a passerelle per finanziamenti a strutture destinate a rimanere vuote. Il campanilismo della nostra provincia non ha aiutato ad affrontare con lucidità una discussione sempre più distante dalla realtà e scivolata oramai su meri posizionamenti geografici e con toni non degni di una società civile. C’è sempre qualcuno che, senza ruoli ufficiali e quindi senza responsabilità dirette, si prende il lusso di indicare proposte parziali e teoriche senza preoccuparsi poi della “messa a terra”, generando così solo sempre più confusione e divisioni in una comunità già frammentata come la nostra".

"Siamo oltre il tempo massimo! Se non fermeremo questa agonia, il punto di caduta l’abbiamo già sperimentato per alcuni altri servizi: esternalizzazioni, contenimenti e razionamenti di già risicate fasce orarie nei vari presidi, a volte persino con fuga fuori provincia! È notizia di oggi che, per la grave carenza di specialisti, l’attività di emergenza/urgenza della chirurgia vascolare del presidio di Sondalo sarà attiva solo nelle giornate feriali nella fascia oraria dalle ore 8 alle ore 16. Nei giorni festivi e dopo tale fascia oraria i pazienti con patologie vascolari in regime di emergenza urgenza dovranno essere trasferiti all’ospedale Manzoni di Lecco o al San Gerardo di Monza".

"Questo stato non più tollerabile - concludono Fumagalli e Caiazza - va a discapito di tutti i cittadini ma in particolar modo dei più fragili, a partire dagli anziani e da coloro che non possono permettersi di spostarsi e/o curarsi nel privato, lo stesso che, neanche troppo in silenzio, si è sostituito alla nostra sanità pubblica nell’erogazione di in alcune prestazioni, minando di fatto il diritto costituzionale alla salute! Le scriventi organizzazioni sindacali con la categoria della Cisl Medici ribadiscono la totale disponibilità a dare il proprio contributo a fronteggiare il prima possibile questa situazione e chiedono che Regione Lombardia si assuma le proprie responsabilità, prendendo consapevolezza dell’inefficacia delle azioni fin qui messe in campo e non sia sorda all’ennesimo grido di denuncia dei Valtellinesi e Valchiavennaschi decidendosi ad affrontare il problema!"

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