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Il convegno

Rinnovo delle concessioni idroelettriche: "Le risorse per il territorio possono raddoppiare"

Lo dimostra l'esempio altoatesino illustrato in un convegno giovedì sera da Paolo Pinamonti direttore tecnico della Eisackwerk Srl Bolzano

Si è tenuto giovedì sera alle ore 20.45 presso la Sala “F.Besta” g.c. della Banca Popolare di Sondrio l’incontro pubblico “Il rinnovo delle concessioni idroelettriche: utilizzo sostenibile della risorsa idrica, occasione di un nuovo sviluppo. L’esperienza di Bolzano - Un Patto tra i produttori e il territorio montano”. Il convegno è stato organizzato dal Centro Culturale Oltre i Muri, in collaborazione con il Gruppo Idroelettrico-Comitato per la razionalizzazione delle linee ad alta tensione Valtellina e Valchiavenna. L’incontro è stato moderato da Angelo Costanzo, presidente del Centro Culturale Oltre i Muri, e ha visto la partecipazione di Giovanni Curti del Gruppo Idroelettrico e Paolo Pinamonti direttore tecnico Eisackwerk Srl Bolzano, esperto della normativa e di costruzione e gestione di impianti energetici a fonti rinnovabili, in particolare idroelettrici e dell'ingegneria relativa.

A sorpresa hanno partecipato anche i titolari della Srl Eisackwerk Hellmuth Frasnelli e Karl Pichler che in provincia di Bolzano sono titolari di due impianti idroelettrici completamenti ristrutturati. Nell’introduzione Costanzo ha evidenziano la necessità da parte di Regione Lombardia, di procedere con i bandi di gara per il rinnovo delle concessioni scadute. Non è passata inosservata l’assenza della politica e delle istituzioni locali, ma soprattutto quella dell’assessore regionale Massimo Sertori, invitato al convegno, che ha le deleghe proprio nelle materie energetiche, e che da anni si batte per il rinnovo, attraverso bandi di gara, delle concessioni idroelettriche. Costanzo non ha voluto polemizzare per l’assenza dell’assessore ma espresso il proprio rammarico per l’occasione persa di confronto, perché, a suo dire la Regione Lombardia ha approvato una buona legge e anche il regolamento che disciplina tempi e modalità di svolgimento delle procedure per l’assegnazione delle grandi derivazioni idroelettriche.

Una legge che è una grande opportunità per la provincia di Sondrio di chiudere la stagione delle proroghe, dei privilegi dei concessionari uscenti, della prosecuzione della gestione degli impianti senza effettuare delle gare pubbliche. Un’opportunità per riscrivere un patto tra i produttori, gli enti locali e il territorio montano con una maggiore attenzione all’ambiente, alle compensazioni e alla vicinanza alle comunità energetiche locali. Per fare questo Sertori andrebbe aiutato rispetto alle difficoltà e alle pressioni di chi vuole mantenere i privilegi.

L'ingegner Giovanni Curti con una relazione molto apprezzata dal pubblico ha ripercorso le tappe dell’idroelettrico in Valtellina e Valchiavenna, un excursus storico e culturale, ma anche una puntuale situazione delle concessioni scadute, da moltissimi anni, in provincia. Una valutazione della normativa del settore idroelettrico dal decreto Bersani sulle liberalizzazioni, allo stallo politico e istituzionale degli anni 2000, per arrivare alla richiesta di indire i bandi di gara da parte della Regione secondo modalità che prevedano il modello pubblico-privato, affidando le concessioni a società totalmente pubbliche e rappresentative del territorio, tramite Province e Comuni, poi mettendo a gara la scelta di un partner privato minoritario, che sarà responsabile della gestione degli impianti e dell’energia prodotta.

Una occasione per riscrivere un patto tra i produttori, gli enti locali e il territorio montano. L’ingegnere Paolo Pinamonti ha illustrato, da direttore tecnico della Eisackwerk Srl Bolzano, il percorso tortuoso che ha portato ad ottenere due concessioni, Rio Pusteria e Sant’Antonio. Assieme a Hellmuth Frasnelli, Karl Pichler ha rimarcato che un bene pubblico, come l’acqua, per essere utilizzato ai fini idroelettrici, deve passare attraverso una concessione che non può e non deve essere perpetua, ma soggetta all’applicazione delle leggi che prevedono bandi di gara.

Secondo Pinamonti, il modello altoatesino porterebbe al territorio provinciale il doppio delle risorse e una maggiore attenzione al territorio, almeno 100 milioni all'anno da sommare agli investimenti per il rinnovo e il potenziamento degli impianti. L’intervento di Pianamonti ha messo in evidenza come si possa fare businnes con una maggiore attenzione all’ambiente, alle compensazioni territoriali e alla vicinanza alle comunità locali. Dall’esperienza di Bolzano è emersa una vicinanza ai territori da parte delle società che, forse, in Valtellina si è persa. Numerosi e appassionati sono stati gli interventi tra il pubblico a partire da Martina Simonini per chiudere con Renato Cardettini portavoce del Gruppo Idroelettrico-Comitato per la razionalizzazione delle linee ad alta tensione Valtellina e Valchiavenna.

In chiusura la provocazione di Costanzo: “Troverei curioso che una regione come la Lombardia che rivendica il regionalismo differenziato, che ha una legge regionale per il rinnovo delle concessioni idroelettriche abdichi nell’applicarla per dinamiche della politica nazionale, ed esponenti regionali sensibili alle lobby dei produttori. Se in regione Lombardia, dopo l’approvazione della legge Regionale, del regolamento attuativo, non si mettono a gara le concessioni scadute, il fallimento avrebbe un nome e cognome, rappresenterebbe un fallimento e una grave sconfitta per il territorio".

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