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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Nuova Sondrio: lo sfogo del direttore sportivo Christian Salvadori

Troppe e ingenerose, secondo il dirigente, le critiche ai biancazzurri dopo il ko contro il Lemine Almenno: "Spesso si attende più una battuta d'arresto del Sondrio che una vittoria"

Dopo una striscia di 10 vittorie casalinghe consecutive, la Nuova Sondrio domenica è caduta alla Castellina, venendo superata con il punteggio di 1-0 dal Lemine Almenno. Un incidente di percorso, nulla più, con i biancazzurri che sono secondi a -1 dal Mapello e dunque completamente in linea con il loro obiettivo stagionale, ma che ha scatenato varie critiche e fatto molto parlare soprattutto per le tre espulsioni comminate a Escudero,Rodriguez e Cella che mettono ancora più in emergenza mister Fabio Fraschetti in vista della gara di domenica contro la Cisanese che chiuderà il girone d'andata del girone B del campionato d'Eccellenza.

E sono state proprio queste critiche, eccessive e immeritate, più che la sconfitta in sé, a far arrabbiare molto il direttore sportivo della Nuova Sondrio Christian Salvadori che è "sceso in campo", come già fatto nel corso di questa stagione, per difendere la squadra e i suoi ragazzi e rimarcare, una volta di più, la bontà del lavoro svolto in questi mesi e dei risultati raggiunti fino a questo momento.

"Sento il dovere, con estrema lucidità e onestà intellettuale, di analizzare il momento e devo fare più di una precisazione, in merito a quanto visto, sentito e letto - ha sottolineato Salvadori -. Lo farò col mio stile schietto e diretto, che nel bene e nel male mi contraddistingue dalla massa. Noto, ahimè non più con sorpresa, che spesso si attende più una battuta d'arresto del Sondrio che una vittoria. E fa strano, che qui, dove il calcio è marginale, vissuto quasi con distacco, per mancanza di attitudine ed abitudine, ci sia questa peculiarità, che purtroppo non mi lascia indifferente. Poche volte mi sono ritrovato a dover affrontare certi argomenti, ma qualcuno deve rompere questo schema".

"Ci si è abituati troppo velocemente alla vittoria, non avendo, come ribadito spesso, abitudine a questo evento, e si tende a catastrofizzare ogni sporadico evento non positivo - ha spiegato il dirigente della società del capoluogo -. Mi spiego meglio: domenica, dopo 10 vittorie consecutive in casa senza prender gol, abbiamo perso 1-0 e sembra che alla Castellina sia scoppiato un putiferio. Questo è inaccettabile per quanto mi riguarda. Evidentemente la nostra sconfitta non ha fatto felici solo gli avversari diretti, ma anche qualcun'altro. Perdere fa sempre male, soprattutto per chi non è abituato, ma trasformarlo in ciò che ho sentito e letto, mi pare eccessivo, e poco corretto. Si è perso la vetta di un punto, nient'altro".

Stesso discorso anche per le espulsioni di Rodriguez, Gonzalo Escudero e Cella: incidenti di percorso, che possono capitare nel corso di una stagione, e non sintomi di eccessivo nervosismo o di un gruppo che non sappia accettare le sconfitte: "Eravamo in grande emergenza, questo va detto ad onor del vero, perché non è facile dover rinunciare a certi giocatori che hanno dimostrato sul campo la loro importanza, ma poi, esistono anche gli avversari, i momenti, le varie dinamiche che si vengono a creare, il cosiddetto situazionale - questa l'analisi del match di domenica alla Castellina -. Vorrei che non passasse il messaggio che il Sondrio non sa perdere, perché non è così. Le espulsioni sono state giuste, ma non lasciano pertugi a chi vorrebbe cavalcare un’onda che non esiste. Fa tutto parte del calcio, per chi lo conosce. Niente più".

Infine, una sorta di appello a superare le polemiche, le critiche e questo distacco nei confronti della Nuova Sondrio calcio per compattarsi e lavorare tutti nella stessa direzione con l'unico obiettivo del bene dei colori biancazzurri: "Con noi, fanno tutti la partita della vita, ed è pure giusto, visto il nostro valore - ha concluso Salvadori -. Ma ripeto per l'ultima volta: le "scorribande" di chi non vede l'ora che il Sondrio perda, lasciamole nei bar, o nei salottini di coloro che non sentono l'appartenenza verso questa squadra, ma assolutamente fuori dai contesti dove la valutazione deve avere un criterio preciso, netto e meritorio. Ultima battuta, consentitemela: nei carri, o si sta su, o si sta giù".

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