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Continua l'evasione di Massimo Riella, in fuga e ferito nei boschi dell'Alto Lario

Nei giorni scorsi il fuggitivo sarebbe stato colpito da un proiettile sparato dalla polizia giudiziaria. I timori della figlia: "Come si comporteranno con lui se dovesse tornare in carcere?"

Continua la fuga nei boschi sopra Brenzio, una frazione di Gravedona ed Uniti, sull'Alto Lario, di Massimo Riella, evaso oramai da oltre quaranta giorni durante un permesso speciale per una visita al cimitero alla tomba della madre. Riella conosce bene i boschi perchè ci ha vissuto e sa come sopravvivere anche con poco.

L'ultima volta che è stato avvistato, così come ha raccontato il padre 81enne, il signor Domenico, è stato lo scorso venerdì. In quell'occasione ci sarebbe stata anche una sparatoria ma Riella è riuscito comunque a fuggire. Secondo la testimonianza rilasciata dal padre, il figlio Massimo in quella circostanza sarebbe stato colpito e ferito da un proiettile sparato dalla polizia penitenziaria.

Rotto il silenzio

Dopo giorni di silenzio, in cui non si aveva idea dell'entità della ferita, a parlare è la figlia Silvia. La giovane ha raccontata di una telefonata anonima ricevuta dal nonno Domenico con la quale è stato informato da un uomo le buone condizioni di Massimo. La ragazza ha aggiunto che sicuramente si starà curando la ferita con i metodi naturali del nonno, con erbe che si trovano anche nel bosco e che a questo punto si pensa che il proiettile lo abbia colpito solo di striscio.

In ogni caso, spiega Silvia, per vie legali si sta cercando di capire cosa sia accaduto in quella sparatoria e se davvero i colpi fossero rivolti in aria, come un ammonimento, o mirando all'uomo in fuga. La ragazza è molto preoccupata e vorrebbe convincere il padre a costituirsi anche perchè teme le conseguenze di questa evasione quando tornerà in carcere: "Come si comporteranno con lui?". 

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