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Verso il futuro

Montagna e turismo: "Non cadiamo nella trappola delle semplificazioni"

Le riflessioni di Roberto Pinna, direttore del Consorzio turistico Sondrio e Valmalenco

Dopo una stagione invernale positiva per numero di presenze e in vista di quella estiva, che appare ugualmente promettente, è il momento di fermarsi a riflettere per Roberto Pinna, direttore del Consorzio turistico Sondrio e Valmalenco: è infatti fondamentale capire la strada da percorrere per consolidare e, se possibile, migliorare ulteriormente questi trend che paiono incoraggianti per il territorio di Valtellina e Valchiavenna: 

"Molte voci si augurano una transizione verso un’altra industria del turismo invernale in montagna, dove non tutto ruoti attorno alla neve. Un modello diverso rispetto a quello che si è imposto negli ultimi anni e che comunque non potrà essere realizzato dall’oggi al domani. Per non compromettere innanzitutto una filiera che oggi l’industria dello sci assicura - commenta Roberto Pinna -. Se è vero che gli sport invernali, elemento di punta dell’offerta, dipendono fortemente dall'affidabilità della neve ed è quindi importante comprendere gli impatti e i rischi dei cambiamenti climatici per una efficace progettazione di politiche e strategie di gestione del rischio, é anche vero che i risultati di questa stagione indicano una relazione significativamente positiva tra gli skipass e la copertura nevosa. Migliori condizioni di innevamento tendono a corrispondere anche a più pernottamenti e presenze. Per questo motivo, l'innevamento artificiale rappresenta ancora oggi la strategia di adattamento dominante. La neve artificiale può ridurre le perdite finanziarie dovute a occasionali inverni carenti di neve, e forse potrà proteggerci dalle tendenze sistemiche a lungo termine verso inverni più caldi. Per questo motivo, per il Consorzio, sarà cruciale sostenere strategie basate sulla diversificazione delle attività e valorizzare tutti quegli investimenti legati all'economia montana per la condizioni della neve naturale o artificiale. Certo, bisognerà aumentare l'impegno nel turismo annuale, stimolando e promuovendo anche il turismo estivo, organizzando gare sportive, eventi, ecc".

Investimenti futuri

"Analizzare, ripensare, investire, convertire dovrebbe essere l’unico modo operandi per un territorio montano.  Un esempio, uno tra molti, legato alla conversione delle strutture ricettive. Da noi non ci sono “family hotels”. Eppure nell’area orientale sono una risposta vera alle richieste delle famiglie - ha proseguito Pinna -. Non abbiamo impianti di risalita che in estate diano buoni gettiti e risultati: investiamo dunque nella promozione, il territorio investa, su quei punti per coprire anche quei gettiti estivi che non sono sufficienti all’apertura, agevoli una trasformazione dell’arroccamento, unito alla ricettività. Investire soldi pubblici a misura di territorio e diverso tra territori. Investire risorse pubbliche in impianti rinnovabili per l’arroccamento".

"Vale tutto per tutto il turismo montano e ancor di più per quello invernale ad oggi ancora locomotore di una filiera turistica. E su questo, anche i negazionisti della crisi climatica, lo sanno. A chi mi dice, allora si dovranno investire meno risorse nel turismo invernale, dico che ne servono di più - ha concluso il direttore del Consorzio turistico Sondrio e Valmalenco -. Ricordiamoci sempre che, se si vuole ripensare a un sistema, si dovrà includere e non escludere".

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