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La leggenda del ciclismo

Tra ciclismo e buon vino la giornata sondriese di Francesco Moser

La leggenda del ciclismo è stato ospite dell'enoteca TerraVino in Piazza Cavour

*0Giornata sondriese per Francesco Moser, leggenda del ciclismo e grande conoscitore e appassionato di vino che dunque non può che trovare con la Valtellina una serie di affinità: ieri, il vincitore di tre Parigi-Roubaix (solo per fare riferimento alla più recente delle grandi classifiche del Nord che si è disputata), è stato ospite all'enoteca TerraVino di piazza Cavour, accolto dal titolare Marco Vuono, anche lui grande conoscitore di vini e che, nel tempo libero, si diletta a pedalare in sella alla sua bicicletta.

All'arrivo di Moser, i presenti hanno brindato con una bottiglia del suo spumante "Moser 51,151" che ricorda il record dell'ora stabilito dallo stesso Moser proprio 40 anni fa. Poi via al pranzo a base delle eccellenze enogastronomiche valtellinesi con pizzoccheri, salumi e formaggi accompagnati, naturalmente, da ottimo vino.

"Sono già venuto diverse volte in Valtellina non solo per il ciclismo, ma anche per i suoi vini, visitando, ad esempio, le cantine Negri - ha raccontato Francesco Moser -. La provincia di Sondrio è una terra di ottimi vini, soprattutto rossi. Io sono in pratica cresciuto in mezzo ai vini, ma devo dire che non mi sono mai “sballato".

Tra le esperienze legate al ciclismo in Valtellina, invece, Francesco Moser ha ricordato la cronometro a squadre del 1971, partita da Morbegno e che lo vide trionfare insieme ai suoi compagni o la salita del Passo San Marco sempre al Giro d’Italia. Poi, da componente della carovana del Giro d’Italia, i diversi passaggi ad Aprica, il sopralluogo della strada al Mortirolo e soprattutto la nevicata sul Passo Gavia del 1988: "Ero dietro ai ciclisti in macchina  - ha raccontato Moser -. Non hanno fermato la corsa come avrei voluto, invece, fare io, e i corridori arrivarono ad uno ad uno in mezzo alla neve e alla nebbia".

Francesco Moser in piazza Cavour

Il ciclismo di oggi

Inevitabile, poi, un riferimento al ciclismo di oggi. Innanzitutto al movimento italiano: "I successi di Nibali sono recenti - ha sottolineato Moser -, in pista siamo forti e invece sembra che siamo “limitati”. La realtà, però, è che non c’è una squadra italiana importante nel World Tour: prima gli stranieri venivano in Italia, oggi sono gli italiani che devono andare all’estero".

Poi ai grandi campioni che regalano spettacolo nelle varie corse e "minacciano" anche di raggiungere il numero di successi ottenuto in carriera da Francesco Moser che, con quasi 300 vittorie, è il terzo ciclista più vincente della storia: "Mi piacciono soprattutto Van der Poel e Van Aert - ha spiegato Moser - anche perché un po' mi assomigliano anche fisicamente. Pogacar, invece, è più scalatore. Tutti loro hanno iniziato a vincere molto presto e stanno vincendo molto: bisognerà vedere se durano, ma se lo faranno potrebbero anche superare il numero delle mie vittorie".

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