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Rinnovo delle concessioni idroelettriche: quale impatto e ruolo per le comunità locali?

Se ne parla domani sera alle 20,30 al Polifunzionale di Sondalo in un incontro organizzato dal Coordinamento nazionale del grande idroelettrico

“Acqua bene comune” è un principio largamente condiviso, ma quanto è concretamente realizzato? Se ne parla in un incontro organizzato per domani, venerdì 16 febbraio, alle 20,30 al Polifunzionale di Sondalo dal Coordinamento nazionale del grande idroelettrico, rappresentato sul territorio di Valtellina e Valchiavenna da Renato Cardettini e Giovanni Curti.

"Abbiamo gli impieghi sociali della risorsa acqua: l’uso potabile, civico e ricreativo che devono fare i conti con gli impieghi economici: idroelettrico, alimentare (imbottigliamento) e l’uso per l’innevamento artificiale. Gli interessi mossi da questi impieghi economici hanno un’enorme rilevanza: si stima che l’idroelettrico in provincia di Sondrio generi un fatturato oltre il mezzo miliardo di euro - hanno sottolineato Curti e Cardettini -. Negli anni passati, anche grazie ad una rilevante mobilitazione sociale, furono compiuti importanti passi avanti per affermare il cosiddetto uso plurimo delle acque, un sistema di regole atte a impedire che gli interessi economici andassero a decremento degli usi sociali. Significativa fu la conquista del deflusso minimo vitale, l’obbligo cioè per gli idroelettrici di rilasciare a valle, attraverso organi di presa, l’acqua necessaria a garantire un accettabile livello di sopravvivenza del corpo idrico. La concessione idroelettrica è lo strumento con il quale la collettività regola l’impiego della risorsa acqua ai fini della produzione idroelettrica".

Ed è questo, attualmente, il nocciolo della questione, in un momento in cui si discute sul rinnovo delle concessioni idroelettriche "in automatico" ai vecchi concessionari, oppure sull'indizione di gare per una loro nuova assegnazione: "Fare la storia di queste concessioni e materie è veramente complessa e risale agli albori del 1900. In anni recenti si è però realizzato un passaggio di grande rilievo, un risultato il cui merito va ascritto alle forze che si sono battute per l’autonomia: è avvenuto infatti il trasferimento delle competenze sulle acque, (Demanio Idrico) dallo Stato centrale alle Regioni. Oggi, dunque, la partita delle concessioni nelle nostre valli è in capo alla Regione Lombardia. Questo passaggio è oggi ancor più rilevante perché la gran parte delle concessioni è in scadenza, a volte anche in regime di proroga di fatto, e la Regione dovrà curarne il rinnovo - così sono entrati nel dettaglio Curti e Cardettini -. L’attuale prospettiva, coerente con la legislazione nazionale e quella europea, è quella dei rinnovi a mezzo di procedure concorsuali aperte alla partecipazione di più soggetti. Tuttavia, sono in corso tentativi, non sempre trasparenti, per il rinnovo negoziato delle concessioni con gli attuali gestori. Va però precisato che la Regione Lombardia ha recentemente indetto una procedura della concessione di grande derivazione idroelettrica denominata “Codera Ratti Dongo”. Sono coinvolti impianti di potenza contenuta, ma l’andamento di questo procedimento fornirà molte indicazioni sul percorso dei rinnovi delle concessioni maggiori. Ma cosa dovranno garantire questi rinnovi? Da un lato ci sono gli impegni per il rinnovo degli impianti: la quasi totalità delle opere presenti in Valtellina è stata realizzata in anni precedenti al 1960 e, pur non dubitando che gli attuali gestori siano stati attenti alla manutenzione ordinaria e straordinaria, è da immaginare comunque la necessità di rilevanti interventi. L’altro pilastro è la negoziazione dei ritorni a favore delle comunità locali, ed è nella costruzione di questo secondo pilastro che diviene necessario ed essenziale il coinvolgimento delle comunità locali".

"La serata di domani, 16 febbraio - concludono i due rappresentanti del coordinamento nazionale del grande idroelettrico -, ha proprio lo scopo di fare il punto su questo scenario che potremmo dire fondamentale per il nostro territorio nei prossimi decenni: stante che le concessioni hanno lunghissima durata nel tempo. Dunque, la domanda inziale può essere così riproposta: le comunità locali sono o saranno adeguatamente coinvolte in questo passaggio oppure anche, per nostre disattenzioni e disinformazione, le decisioni sono e saranno prese senza una vera partecipazione popolare?". 

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