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Così non va

Concessioni idroelettriche: "Stop agli emendamenti per una loro proroga senza gare"

A rinnovare questo accorato appello, nell'interesse della provincia di Sondrio e dei territori montani il coordinamento del grande idroelettrico dell'arco alpino e appennino

Non abbassa la guardia il coordinamento del grande idroelettrico dell'arco alpino e appennino relativamente alla questione del rinnovo delle concessioni idroelettriche. 

L'indizione delle prime gare proprio per il rinnovo, sembrava un passo nella direzione auspicata proprio dal coordinamento, ma ora alcuni emendamenti presentati al decreto-legge 181, che tratta questa materia, hanno fatto riscattare un campanello d'allarme, visto che come indicato dai componenti del coordinamento in una missiva inviata a varie autorità a livello nazionale ed europeo, " ripropongono, con parole diverse, ma nella sostanza nulla cambia, quegli stessi provvedimenti anticoncorrenziali e ostili nei confronti delle nostre comunità", ovvero il rinnovo delle concessioni idroelettriche senza gare e dunque in automatico agli attuali gestori.

Espriamiamo la nostra assoluta contrarietà a tali emendamenti e a qualunque forma di proroga o di riconferma senza gara delle concessioni scadute e in scadenza - si legge nella missiva del coordinamento -. Abbiamo già illustrato nei precedenti esposti i motivi per cui la proroga delle concessioni idroelettriche è contraria al diritto nazionale e comunitario, dannosa per la sicurezza degli impianti, per l’ambiente, per la transizione ecologica e soprattutto gravemente lesiva degli interessi del territorio e delle comunità montane interessate dalla presenza degli impianti, che da sempre subiscono decisioni prese nell’interesse di grandi gruppi industriali senza alcuna voce in capitolo. Ciò a maggior ragione se la palese violazione degli impegni in tema di concorrenza contenuti nel PNRR dovesse provocare la sospensione o riduzione delle risorse del Recovery Fund da parte della Commissione Europea con grave danno per lo sviluppo del nostro Paese". 

"Non ripetiamo dunque nel dettaglio le nostre argomentazioni e critiche, ma ci limitiamo a richiamare quanto autorevolmente e magistralmente affermato da sua Eccellenza il Presidente delle Repubblica Sergio Mattarella nella lettera che il 2 gennaio ha inviato ai Presidenti del Senato, della Camera e del Consiglio dei Ministri. Benché la lettera fosse incentrata sulle concessioni balneari e su quelle relative al commercio ambulante - proseguono i componenti del coordinamento - è del tutto evidente che le critiche valgono esattamente nella stessa maniera anche per le concessioni idroelettriche. Dobbiamo ribadire, per l’ennesima volta, che la proroga delle concessioni o qualunque provvedimento il cui fine reale (al di là di roboanti testi che millantano grandi vantaggi per il nostro Paese) è di preservare i privilegi dei concessionari uscenti) sarà considerata dalle popolazioni interessate, come l’ennesima prepotenza e dimostrazione del disinteresse della politica per le piccole comunità e per il territorio montano". 

Tale proroga, infatti - si chiude la lettera -, non avrà alcun effetto positivo sull’ammodernamento e messa in sicurezza degli impianti perché genererà un contenzioso destinato a durare per anni a tutto vantaggio degli attuali concessionari che continueranno a far produrre le vecchie turbine lucrando la rendita idroelettrica; al contrario impedirà un importante flusso di risorse verso le nostre provincie e Comuni per misure di miglioramento ambientale e compensazione territoriale, come previsto dalla legge al momento delle gare di rinnovo. Sconcerta e delude che ben ventisei parlamentari di diverse forze politiche giudichino che l’interesse economico di poche grandi aziende multinazionali debba prevalere rispetto all’interesse pubblico di comunità spesso marginalizzate: ne prendiamo atto e sarà nostro impegno mobilitarci per diffondere ampia informazione al riguardo".  

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