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Cronaca Poggiridenti

Omicidio Conforto, effettuata l'autopsia e nipote trasferito

L'esame post mortem si è tenuto presso l'obitorio dell'ospedale di Sondrio. Accolta la richiesta dei legali di Luca Iannello

Si è tenuta nella mattinata di venerdì 12 aprile l'autopsia sul corpo di Davide Conforto, il 62enne ucciso a coltellate dal nipote nella sua villetta a Poggiridenti. Dopo il conferimento dell'incarico da parte della Procura, l'anatomopatologo Luca Tajana dell'Istituto di medicina legale di Pavia si è recato presso la camera mortuaria dell'ospedale di Sondrio per effettuare la sua perizia. Al suo fianco, oltre ai carabinieri, anche il consulente nominato dagli avvocati difensori del giovane reo confesso Luca Iannello.

Tajana, nel suo esame post mortem durato circa 2 ore e mezza, ha di fatto confermato le osservazioni iniziali, rinvenendo sul corpo di Conforto quattro coltellate, due alla gola e due più in basso, nella zona della cassa toracica. L'esperto medico, oltre a confermare la presenza di segni da strangolamento attorno al collo della vittima, ha evidenziato diverse ferite superficiali sul cadavere. L'anatomopatologo avrà 60 giorni per consegnare ai magistrati la sua relazione e delineare i contorni dei dettagli raccolti durante il suo esame. Si attende il nullaosta per la sepoltura del corpo mentre si attendono i referti tossicologici, esiti degli esami compiuti su entrambi i soggetti coinvolti nell'omicidio.

Il trasferimento di Iannello

Nel frattempo, Luca Iannello, dopo aver ammesso di essere un consumatore abituale di funghi allucinogeni, assunti anche pochi minuti prima di incontrare lo zio sabato 6 aprile mattina, è stato visitato da uno psichiatra. Giovedì 11 aprile, un professionista di Asst Valtellina e Alto Lario ha incontrato il 24enne nella casa circondariale di via Caimi per valutare le sue condizioni mentali, che agli inquirenti erano apparse fin da subito instabili. A tal proposito, nella stessa giornata, gli avvocati difensori, Matteo Sergi e Renato Tognini, hanno avanzato richiesta formale per il trasferimento del loro assistito in una struttura più adeguata. La Procura, accogliendo l'istanza, ha concesso lo spostamento dell'accusato presso il carcere di Monza, adibito (non senza difficoltà) ad accogliere condannati con patologie psichiatriche.

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