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Educare alla montagna, a Michele Comi il prestigioso Premio Meroni

Alla guida alpina della Valmalenco il riconoscimento per la sezione Cultura

Sabato 28 ottobre scorso, nella prestigiosa Sala Alessi di Palazzo Marino a Milano, si è svolta la cerimonia di premiazione dei vincitori della XV edizione del Premio Marcello Meroni, uno dei riconoscimenti più importanti in tema di montagne che ogni anno viene conferito a persone, o gruppi di persone, che si sono particolarmente prodigate, con discrezione, dedizione, originalità, valenza sociale, solidarietà, particolari meriti etici e culturali e in modo volontaristico a favore della montagna e di coloro che amano andar per monti.

Quest’anno il Premio Meroni “parla” anche valtellinese, dato che per la sezione «Cultura» il prestigioso riconoscimento è andato a Michele Comi, rinomata guida alpina della Valmalenco (la cui candidatura è stata sostenuta da Luca Rota), in forza della sua ormai lunga attività, parallela alla prima, di educatore e divulgatore culturale sui temi legati alle montagne. Grazie a questa attività Comi sta letteralmente riscrivendo la definizione e l’idea di «guida», evolvendola ad un livello “superiore” per il quale la figura diventa in modo realmente completo e compiuto un educatore alla frequentazione consapevole delle vette.

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Gli altri riconoscimenti dell’edizione 2023 del Premio Meroni sono andati al bergamasco Dario Eynard e al trentino Fabrizio Miori (sezione “alpinismo”, ex-aequo), alla biellese Annamaria Gremmo (“Ambiente”), al bresciano Giancarlo Sardini (“Solidarietà”) e infine una «Menzione speciale» è stata conferita a Don Luigi Ciotti.

“Essere/fare la guida”

Di seguito la motivazione ufficiale per la quale la giuria ha conferito il riconoscimento a Comi:

Michele Comi (1969), guida alpina, maestro di sci, geologo, padre di tre figli, è nato in Valmalenco da una famiglia di lunga tradizione alpinistica che fin dal primo Novecento ha annoverato guide e custodi di capanne alpine.

Ha viaggiato e arrampicato in Himalaya, Karakorum, Ande, in Africa e al Polo Nord, partecipando anche a numerose spedizioni scientifiche. La sua attività spazia dalla consulenza per il monitoraggio del dissesto idrogeologico e per la ricerca scientifica in alta quota, in qualità di geologo, all’accompagnamento e insegnamento su tutti i terreni nelle vesti di apprezzata guida alpina. A tali attività affianca quella di formatore esperienziale e la partecipazione a vari progetti di comunicazione, divulgazione culturale, scientifica e sportiva sulla montagna a favore di un turismo alpino consapevole.

È tra i fondatori del “Melloblocco”, la nota manifestazione di arrampicata che si svolge in Valmasino e tra gli organizzatori di “ALT[R]O Festival” in Valmalenco.

Legatissimo alle montagne di casa, il Masino-Bregaglia-Disgrazia, il Bernina, lo Scalino-Painale, ha sviluppato e articolato nel corso degli anni un’attività in montagna talmente intensa sia dal punto di vista tecnico che da quello culturale da elaborare una ridefinizione della figura della «guida alpina». La guida oggi non deve solo sviluppare la conoscenza della tecnica alpinistica ma “guidare” i frequentatori verso una buona consapevolezza culturale dell’ambiente montano. Il suo “essere/fare la guida” diventa così per chi lo affianca un processo di riattivazione di un’intimità fisica con le montagne atto a risvegliare il personale istinto selvatico dimenticato, l’unico capace di far cogliere più informazioni e di far comprendere in profondità un territorio così speciale e unico come quello montano.

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