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Bagno nel lago, Ats boccia le acque di Colico

Le ultime analisi delle acque da parte di Ats Brianza raccontato che 2 spiagge su 3 nella riva più vicina alla Valtellina sono inquinate

La parte di lago di Como più vicina alla Valtellina è abbastanza inquinata. Questo il verdetto di Ats Brianza sulla balneabilità del lago nella provincia di Lecco, in base agli esiti analitici dei campionamenti effettuati il 24 e il 25 luglio. Nel territorio di Colico 2 spiagge su 3 presentano acque insalubri: non ci si può al momento tuffare nel laghetto di Piona e nell'area Inganna - LC 53, mentre resta possibile nuotare in zona lido. Nelle restanti 20 zone balneari del Lecchese il bagno resta consentito, come spiegato dai colleghi di LeccoToday.

"Per quanto riguarda le aree 'Inganna-LC 53' e 'Laghetto Piona' nel comune di Colico, gli esiti analitici dei campionamenti effettuati il 24 e 25 luglio non sono risultati favorevoli per la presenza di: escherichia coli con valore maggiore di 1000 Ufc ogni 100 millilitri (inquinamento). Pertanto Colico Inganna - LC 53 e Colico Laghetto Piona non sono balneabili", si legge in una nota stampa diramata dagli uffici di Ats Brianza. Inoltre, data l’estrema variabilità del fenomeno della fioritura algale (cianobatteri) in relazione alle condizioni climatiche e atmosferiche, i tecnici dell'agenzia di tutela della salute ribadiscono che in presenza di acque torbide, schiume o mucillaggini, o con colorazioni anomale "è sconsigliato immergersi".

I comportamenti da seguire

È comunque buona norma, a tutela della salute, adottare i seguenti comportamenti:

  • Evitare di ingerire acqua durante il contatto con acque di balneazione
  • Fare la doccia appena usciti dall’acqua provvedendo ad asciugare completamente tutto il corpo, con particolare riguardo alla testa
  • Sostituire il costume dopo il bagno

"Si sottolinea - fa sapere quindi Ats Brianza - che il contatto con acque contaminate da cianobatteri potrebbe provocare diversi effetti tra i quali: irritazione delle vie respiratorie e degli occhi (come riniti, asma, congiuntiviti, tosse) e/o disturbi gastrointestinali. Infine, così come già accaduto negli anni precedenti a seguito di segnalazioni di dermatiti in alcune persone che hanno avuto contatto con le acque, è verosimile che tali inconvenienti siano determinati da riscontro occasionale di cercaria nelle acque interessate. Pur non costituendo, le dermatiti in questione, un serio pericolo per la salute, si ritiene opportuno segnalare il fatto al fine di informare la popolazione, predisponendo una scheda informativa (clicca qui per leggerla), contenente alcune indicazioni utili".

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