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Asst Alta Valtellina e ripristino totale del Morelli: il movimento aspetta i sindaci

Le richieste del movimento "Rinascita Morelli Autonomo" in un documento sottoposto ai primi cittadini del Bormiese e del Tiranese oltre che ai sindacati e alle associazioni di categoria. Poi l'invio a Regione Lombardia

Continua l'impegno del Movimento popolare “Rinascita Morelli Autonomo" per difendere e rilanciare le sorti dell'ospedale "Eugenio Morelli" di Sondalo oltre che per tutelare il diritto alla salute degli abitanti dell'Alta Valle e dei numerosi turisti che frequentano il territorio tutto l'anno. Nelle ultime giornate il movimento, capitanato dall'avvocato Ezio Trabucchi, ha predisposto un documento puntuale delle richieste urgenti ed alcune proposte formali da avanzare quanto prima a Regione Lombardia. In tal senso, in queste ore, si sta lavorando per trovare una condivisione al documento anche da parte dei sindaci dei dodici Comuni della Comunità Montana di Tirano e dei sei Comuni della Comunità Montana Alta Valtellina (dopo il proficuo confronto dell'11 maggio scorso), oltre che con Confartigianato, associazioni di categoria e sindacati.

Richieste urgenti

La condizione fondamentale per rilanciare l'ospedale sondalino e tutelare la salute della popolazione locale è, per i promotori dell'iniziativa popolare, la costituzione di nuova “ASST Alta Valtellina” (la 28° in Regione Lombardia, dopo la costituzione della “ASST Brianza” nel 2020). Una nuova Azienda Socio Sanitaria Territoriale che comprenderebbe "il territorio di competenza delle Comunità Montane di Tirano ed Alta Valtellina, con tutte le relative strutture sanitarie e socio sanitarie, segnatamente gli attuali Presidi Socio Sanitari Territoriali di Tirano, Bormio e Livigno nonché l’Ospedale “E. Morelli” di Sondalo, autonomo sino al 2003".

La costituzione della nuova “ASST Alta Valtellina” rappresenta:

  • il presupposto fondamentale ed essenziale per la sopravvivenza ed il rilancio dell’ospedale “Morelli” di Sondalo e di tutta la sanità di montagna–ambito territoriale ATS Montagna;
  • la struttura organizzativa, amministrativa e giuridica, prevista dalla Legge 16 novembre 2001, n. 405 e dalla recente L.R. (Regione Lombardia) 14 dicembre 2021, n. 22 (nuova “riforma sanitaria” di Regione Lombardia), di più semplice costituzione nel breve periodo;
  • il passaggio intermedio per l’eventuale realizzazione di altri modelli di gestione in ambito sanitario ed Istituti giuridici, quale, in particolare, la “Fondazione di partecipazione”, che peraltro rappresenta una delle più significative forme di partnership tra pubblico e privato, in merito alla quale la C.M. Alta Valtellina ha commissionato uno Studio in corso di definizione.

Mirate sul nosocomio di Sondalo, invece, le altre richieste urgenti: il ripristino integrale ed immediato di tutte le attività, servizi e reparti presenti prima dello scoppio della pandemia covid-19 ("come da impegno assunto da Regione Lombardia nel maggio 2021"), il ripristino dell’Unità Spinale Unipolare, la costituzione presso il VI° Padiglione di un centro, isolato ed autonomo, per la gestione delle malattie infettive e, infine, il superamento della situazione di assoluta inadeguatezza dei servizi “esternalizzati”, a cominciare dal Pronto Soccorso.

Le proposte 

Ben sette le proposte "messe sul piatto" della discussione per sostenere la nuova ASST e dare vigore all'operato del Morelli.

  1. La costituzione presso il “Morelli” di Sondalo della Facoltà di Scienze infermieristiche, delle Scuole per tecnici di radiologia e per i fisioterapisti, potendosi configurare un vero e proprio “campus universitario”, disponibile ad ulteriori ampliamenti.
  2. Con risorse nazionali e regionali, attivazione di incentivi economici, formativi e professionali per il personale medico e sanitario operante nei territori di montagna.
  3. La revoca dell’attuale Dirigenza generale e sanitaria della "ASST Valtellina e Alto Lario", a fronte della dimostrata inadeguatezza.
  4. Il ripristino, per il territorio della ATS della Montagna, della Centrale Operativa 118, vista la inadeguatezza della Centrale Operativa di Bergamo, a fronte di un territorio ampio e complesso.
  5. La revisione organizzativa del Servizio di Emergenza/urgenza AREU per un adeguamento alle esigenze di un territorio interamente montano.
  6. La programmazione da parte della ATS (Agenzia di Tutela della Salute) della Montagna, contestualmente all’individuazione delle strutture territoriali previste dalla nuova legge sanitaria lombarda, delle funzioni integrate per i Presidi ospedalieri con il coinvolgimento della Conferenza dei Sindaci.
  7. Maggiore integrazione delle strutture sanitarie e socio sanitarie nell'ambito di competenza della ATS della Montagna, comprendente l'intera Provincia di Sondrio e la Valle Camonica (BS), tramite anche la riqualificazione del collegamento tra le due aree territoriali, come da Accordo dell'agosto 2018 stipulato tra Regione Lombardia, Provincia di Sondrio e Provincia di Brescia (Studio di pre-fattibilità per la realizzazione del traforo del Mortirolo).

Situazione d'emergenza

Presso l'ospedale "Eugenio Morelli" di Sondalo la situazione è emergenziale secondo il movimento popolare. Quello che fu luogo di cura per eccellenza per le malattie polmonari negli anni, complice la pandemia da covid-19, si è via via aggravata con la sospensione di numerosi servizi.

"Il 'Morelli' è attualmente un ospedale 'agonizzante' a fronte del progressivo ridimensionamento ed impoverimento delle sue specificità. L'attività chirurgica è ridotta a livelli che preludono alla chiusura, deve essere ricomposta la neurochirurgia e deve essere reintegrata la ortopedia traumatologia. Non esiste più il reparto di urologia, branca essenziale di supporto all’unità spinale ed esiste ora un fantomatico servizio di emergenza-urgenza tutto da inventare senza le alte specialità integrate. Stesso discorso vale per la cardiologia e l’unità spinale che devono essere adeguate alle richieste in ambito nazionale. Non esiste un altro ospedale pubblico con una terapia intensiva, un reparto di tisiologia e un pronto soccorso privo di semintensiva polmonare, come invece è attualmente la condizione del 'Morelli'".

"In questa situazione le alte specialità al 'Morelli' hanno poche possibilità di operare e questo penalizza anche altri interventi. Tutto ciò peggiora ulteriormente la situazione, in quanto, eliminando sempre più sale operatorie e non essendoci la possibilità di operare, i pazienti ed i cittadini cercano altrove. I 'tassi di fuga' si alzano e l’ospedale si 'azzera' così come le Alte specialità perché non hanno più ragione di esistere, non avendo la possibilità di svolgere appieno la propria attività. Per non parlare dei tempi di attesa: attualmente essi sono ai massimi livelli regionali".

Il caos organizzativo e l’incertezza sul futuro "sembrano finalizzati a far scappare medici ed altri operatori per poi lamentarsi del fatto che il 'personale manchi sempre più'. Vi è poi un altro aspetto fondamentale da evidenziare: da quando il 'Morelli' ha perso la sua autonomia (nel 2003), vi è stata una (costante) distribuzione iniqua delle forze, segnatamente del personale medico, all’interno della “ASST Valtellina ed Alto Lario”. Infine l’ospedale 'Morelli' non è più adeguato alle esigenze della popolazione locale e della considerevole presenza turistica (3 milioni di ospiti nell’anno 2019 in Alta Valtellina), un Presidio ospedaliero che deve essere rilanciato anche in vista delle vicine Olimpiadi MilanoCortina 2026".   

Il documento preparato dal movimento popolare "Rinascita Morelli Autonomo"

Intanto il movimento popolare “Rinascita Morelli Autonomo” ha raccolto 20mila firme tra la popolazione locale "a sostegno del contenuto e delle conclusioni del presente documento, a dimostrazione della forte volontà e determinazione della cittadinanza dell’Alta Valtellina a 'riavere' quell’ospedale di eccellenza nazionale qual è stato il 'Morelli' ed una sanità finalmente adeguata alle esigenze di un territorio di montagna a forte vocazione turistica".

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