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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Visite ed esami in ospedale: dopo l'emergenza richieste aumentate del 20%

Il direttore generale di ASST Valtellina, Tommaso Saporito: «I numeri delle prenotazioni di questi giorni, superiori del 20% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e in progressivo aumento rispetto alle scorse settimane evidenziano lo sforzo che stiamo compiendo»

In provincia di Sondrio l'impegno da parte delle strutture sanitarie e del personale è costante per soddisfare le richieste degli utenti, aumentate in maniera vertiginosa nelle ultime settimane, e garantire a tutti visite ambulatoriali ed esami diagnostici. ≪I numeri delle prenotazioni di questi giorni, superiori del 20% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e in progressivo aumento rispetto alle scorse settimane - spiega il direttore generale Tommaso Saporito - evidenziano lo sforzo che stiamo compiendo: per recuperare tutto l'arretrato accumulato durante i mesi del lockdown, in parte imposto dalle norme, in parte originato dalla scelta degli utenti di rimandare visite ed esami, servirà del tempo e il nostro impegno è massimo≫.

Una situazione del tutto analoga a quella riscontrata nelle strutture sanitarie pubbliche del resto della Lombardia. Si aggiunge la dilatazione degli appuntamenti, prevista dalle norme sulla sicurezza per evitare l'afflusso di più persone e per consentire la sanificazione di ambulatori e macchinari tra un paziente e l'altro, che riduce i posti disponibili: negli ospedali, negli ambulatori e nei consultori distribuiti sul territorio dell'Asst Valtellina e Alto Lario, da Livigno a Dongo, si lavora a pieno ritmo riuscendo ogni giorno a soddisfare un alto numero di richieste.

I dati

Nel 2019 si era registrata una media di circa 27 mila prestazioni ambulatoriali al mese a Sondrio, 10 mila a Sondalo, novemila a Morbegno, poco meno di cinquemila a Chiavenna, per rimanere ai presidi maggiori. A marzo di quest'anno si è verificato un crollo con 10 mila prestazioni a Sondrio, 3500 a Sondalo, 3700 a Morbegno e duemila a Chiavenna, ancora più evidente ad aprile, quando le prestazioni sono state 5700 a Sondrio, 1300 a Sondalo, 1100 a Morbegno e circa ottocento a Chiavenna.

Ne mancano dunque all'appello svariate migliaia che, particolarmente da alcune settimane a questa parte, vengono richieste. Durante l'emergenza sanitaria l'Azienda ha sempre garantito le prestazioni con indice di priorità "U", urgente, e "B", breve, quelle non rinviabili, alle quali, al termine dell'emergenza sanitaria, si sono aggiunte le "D", differite, e successivamente, a partire dal 1° luglio, anche le "P", programmate. Le prestazioni eseguite in questi giorni sono state quindi prenotate tutte nelle ultime due settimane.

Rinunce

Nella fase iniziale della nuova assegnazione degli appuntamenti, nonostante gli appelli a non ignorare i sintomi e a non sottovalutare le malattie croniche, si erano verificate molte rinunce da parte degli utenti che avevano preferito rimandare le visite, probabilmente ancora intimoriti dal covid-19. Negli ospedali di Sondrio, Sondalo e Chiavenna, nel Presidio ospedaliero territoriale di Morbegno e nei Presidi territoriali, l'attività è ripresa gradualmente per la quasi totalità delle specialità, tanto che confrontando i numeri relativi al mese di luglio del 2019, in particolare del giorno 29, con quelli di ieri, appare evidente come le richieste siano aumentate. Esattamente un anno fa c'erano state 1265 prenotazioni effettuate da altrettanti pazienti per 1659 prestazioni erogate. Mediamente, infatti, a ogni prenotazione corrispondono 1,5 prestazioni. Ieri le prenotazioni sono state 1464 per 2065 prestazioni richieste, mentre i pazienti che si sono presentati sono stati 936 con 1199 prestazioni erogate prenotate nei giorni e nelle settimane precedenti. Soltanto il 7 luglio le prenotazioni erano state 1242 per 1656 prestazioni: circa il 20% in meno.

L'Azienda, nei mesi scorsi, ha inoltre attivato un servizio che consente ai medici di base di confrontarsi direttamente con gli specialisti per richiedere consulenza ad esempio per cardiologia, reumatologia, diabetologia, endocrinologia, in particolare per seguire i pazienti cronici. Il problema delle liste d'attesa è dunque determinato dal numero straordinario di richieste che sommano quelle attuali a quelle non avanzate durante i mesi dell'emergenza sanitaria.

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