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Natale, le parole del vescovo: "La nascita di Gesù ci da forza per affrontare ogni prova"

L'omelia di monsignor Oscar Cantoni in occasione del Santo Natale

Di seguito riportiamo l'omelia del vescovo della Diocesi di Como, monsignor Oscar Cantoni, in occasione della Santa Messa della notte di Natale 2021.

In questa notte, come i pastori di Betlemme, siamo attratti da una luce misteriosa, più chiara del giorno, perché risplende su di noi la gloria di Dio, invisibile agli occhi, ma che riscalda i cuori. È la luce di Dio fattosi carne in un umile bambino. Viene a cercarci e ancora una volta si offre alla nostra libertà, come sempre, con molta discrezione. 

Noi cerchiamo affannosamente la luce, la luce vera, quella che illumina i nostri interroga vi, le grandi domande ancora irrisolte, a volte solo rimandate per non curanza, spesso per paura di affrontarle. Anche se ci lasciamo abbagliare da luci fioche, da mezze verità, da risposte vaghe, che alla fine ci deludono e ci mortificano, siamo continuamente attratti dalla pienezza della verità, unita all'amore, da Colui che si è proclamato via, verità e vita. 

Percorriamo il medesimo cammino che dal campo dei pastori conduce alla grotta di Betlemme, là dove la verità non è un’idea, ma una Persona, che si rivela in pienezza mediante l'Amore.  Ognuno di noi ha i suoi tempi e i suoi modi per arrivare alla grotta. Ognuno con i suoi interrogativi e i suoi momenti oscuri, ma Dio ci aspetta, Dio ci accoglie, a tutti si rivela. Dio ricomincia anche con te, se lo vuoi! 

In questa notte, nello stupore dei pastori, gli angeli proclamano la grande, gioiosa ed esaltante notizia che vale tutto il Vangelo e lo attraversa. "Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini ama dal Signore". La gloria di Dio è l'amore umile e insieme onnipotente, che si ritrae per far posto ad ogni uomo, che egli ama con cuore di padre. Indistintamente, perché figlio, quindi al di là dei suoi meri e delle sue colpe. 

Siamo ama perché figli: questa è la novità del vangelo, che sconvolge le nostre relazioni e le determina. Cambia, mediante questa lieta e sconvolgente notizia, il nostro rapporto con Dio, con noi stessi, con gli altri, con il creato. 

Crolla il nostro mito di onnipotenza o il desiderio di prevalere, di rivaleggiare. Cresce, invece, in ciascuno di noi il primato del dono, il desiderio del servizio, la gioia di vivere non più per noi stessi, ma per Colui che ci ha amato e ha dato tutto se stesso per noi.

"Il Verbo si è fa o carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. Venite, adoriamo!".

Di seguito l'omelia del vescovo della Diocesi di Como, monsignor Oscar Cantoni, in occasione del solenne pontificale del giorno di Natale.

"Un giorno santo è spuntato per noi. Venite tutti ad adorare il Signore. Oggi una splendida luce è discesa sulla terra". Il linguaggio che meglio esprime lo stupore per questa inimmaginabile discesa di Dio tra noi, a attraverso la imprevedibile via dell’umiltà, è quello del silenzio, della ammirazione devota, della meraviglia. È il linguaggio dell'amore. 

Per renderci grandi, Dio si fa piccolo e diventa uno di noi, come noi, un umile bambino, fragile, inerme e bisognoso del nostro aiuto. Colui che è la Parola del Padre, "per mezzo del quale ha fa o anche il mondo", si fa silente, tace, in piena umiltà. 

Solo chiede di essere accolto. “A quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio”. Il Figlio di Dio non si presenta all'uomo per imporsi, né per dominare, non viene con potenza e grandiosità sterne. Solo si offre alla nostra libertà in modo del tu o gratuito perché noi potessimo comprenderlo, accogliere ed amare. 

È un modo di essere Dio tanto diverso da una nostra falsa immagine, tanto distante da come ce lo saremmo atteso. Eppure “dalla sua pienezza noi tu abbiamo ricevuto grazia su grazia”. Qui parla solo il linguaggio del cuore. Solo chi è piccolo nello spirito, cioè umile, lo sa riconoscere, riesce ad accettare tanto mistero e commuoversi. 

Nessuno può rimanere indifferente davanti a un Dio bambino, come nessuno è insensibile di fronte a un bambino appena nato. La nascita di Gesù ci permette ogni anno di rinascere dentro, di trovare in Lui la forza per affrontare ogni prova. 

A tanto giunge la misura dell'amore di Dio per noi. Teniamone conto, perché è solo se accogliamo questo Bambino possiamo stabilire un dialogo d'amore con Lui, attraverso cui sviluppare la nostra umanità e farla giungere a maturità, senza vergognarci, tuttavia, della nostra fragilità. 

La nostra umanità, infatti, avverte innata un desiderio di pienezza che sviluppi i doni che Dio ci ha portato venendo tra noi. 

Solo con la certezza di essere amato gratuitamente e senza condizioni, perché figlio dell'unico Padre dei cieli, ogni uomo può portare a compimento la sua capacità di amare, ed è ciò che più assomiglia al Dio amore. Chi sa di essere amato osa anche guardare avanti, riconoscere i germogli, si apre alla novità con speranza, è capace di avere fiducia. 

A sua immagine siamo stati creati.  Il Dio con noi, il Dio dell’amore e della pace, ci ha redento perché, finalmente liberi dal male, possiamo diventargli simili. È il cammino di tu a una vita…Il Dio dell’amore “fa diventare celeste colui che aveva creato terreno. Fa vivere dello spirito divino chi aveva soltanto un’anima umana” (san Pietro Crisologo). 

Il Salvatore del mondo, che oggi è nato e nel quale siamo sta genera come figli di Dio, ci comunichi il dono della vita immortale.

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