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Venerdì, 26 Aprile 2024
L'ordinanza / Livigno

Poca acqua nello Spol, il sindaco obbliga A2A ad aprire le prese

La decisione del primo cittadino di Livigno vista "l’eccezionalità e l’imprevedibilità della situazione" e l'imminente arrivo della stagione invernale

A2A è obbligata a rilasciare acqua nel torrente Spol. Lo stabilisce l'ordinanza "contingibile ed urgente" firmata dal sindaco di Livigno, Remo Galli, nella giornata di martedì 11 ottobre. La situazione nel Piccolo Tibet è emergenziale, come sottolineato nei giorni scorsi anche da Secam, gestore nell’intero territorio comunale del servizio di acquedotto ad usi civili, fognatura e collegamento acque reflue.

"I livelli della falda dei pozzi, considerata la particolarità della stagione invernale in arrivo, non garantiscono una sufficiente alimentazione della rete" si leggeva in una nota della multiutility con l'annessa richiesta "di ripristinare tali livelli con assoluta urgenza al fine di soddisfare le necessità idriche per uso civile del comune".

Una decisione, quella di Galli, resa possibile da un disciplinare sottoscritto nel lontano 1962. “La concessionaria (A2A, ndr) si impegna a consentire che il Comune di Livigno derivi dalle sorgenti comprese nell’ambito del bacino imbrifero, che verrà dato in concessione all’Azienda stessa, il quantitativo di acqua nei limiti necessari a sopperire agli effettivi futuri incrementi del fabbisogno dell’acquedotto comunale”.

Da qui la scelta di obbligare l'apertura delle prese sul fiume Spol e sul torrente Vago fino al 15 novembre prossimo, "al fine di garantire un adeguato approvvigionamento dell’acquedotto comunale e così soddisfare le accresciute necessità idriche per uso civico del comune di Livigno". Una scelta presa per tutelare i cittadini livignaschi, per permettere l'uso civico dell'acqua vista "l’eccezionalità e l’imprevedibilità della situazione verificatasi, tenuto altresì conto della stagione invernale in arrivo e della situazione critica attuale, e quindi dell’urgenza di dover provvedere al ripristino di un adeguato livello di approvvigionamento dell’acquedotto, al fine di evitare che la popolazione possa ritrovarsi senza acqua per uso domestico e civile creando possibili gravi conseguenze anche di carattere sanitario ed igienico".

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