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Venerdì, 26 Aprile 2024
Avvio positivo

Il Sondrio Festival alla scoperta dei segreti dell'universo

Positivo il bilancio della prima serata della manifestazione al Teatro Sociale

I segreti dell'universo e il fascino del non noto, l'ambizione di spingersi oltre, una sfida lontana migliaia di anni luce. La Romania selvaggia con le sue montagne spettacolari, i fiumi colmi di vita e le foreste rigogliose. La magia della savana africana ritratta in bianco nero, l'emozione di un fotografo che vuole trovare risposte su sé stesso. La prima serata di Sondrio Festival, la Mostra Internazionale dei Documentari sui Parchi, ha regalato grandi emozioni al pubblico che ha riempito il Teatro Sociale per assistere al grande spettacolo della natura, per conoscere e per riflettere, per incontrare una concittadina trapiantata in Olanda, ricercatrice astrofisica presso l'Estec, il Centro scientifico e tecnologico dell'Esa, l'Agenzia spaziale europea.

In apertura i saluti della presidente di Assomidop, e assessore alla Cultura, Educazione e Istruzione del Comune di Sondrio, Marcella Fratta, che ha sottolineato l'importanza di una manifestazione che è un orgoglio per la città, per il suo spaziare tra tutte le arti ponendo al centro la natura. È seguito il benvenuto al pubblico del direttore di Sondrio Festival Simona Nava, che ha dato il via alla prima serata della 36esima edizione. Introdotta da Gigliola Amonini, Giovanna Giardino, primo ospite delle "Conversazioni" di Sondrio Festival, ha preso idealmente per mano il pubblico per condurlo in orbita, a 1,5 milioni di chilometri di distanza dalla terra, con il telescopio James Webb, lanciato nel dicembre scorso, risultato di una collaborazione fra Stati Uniti ed Europa. Una macchina gigante molto delicata, con uno schermo solare grande quanto un campo da tennis e uno specchio di 6,5 metri di diametro formato da 18 elementi esagonali ricoperti da un sottilissimo strato d'oro. Il suo girovagare nel cosmo consente di studiare l'atmosfera di mondi alieni e di verificare la presenza di elementi che possono originare forme di vita.

I documentari

Grandi applausi per i primi due documentari in concorso, diversi ma entrambi coinvolgenti, tra Europa e Africa. Con "Romania selvaggia", il regista Dan Dinu ha filmato l'habitat naturale più incontaminato del nostro continente durante la primavera, "season of hope", la stagione della speranza: dall'imponenza e ruvidezza dei Carpazi alla vastità del Danubio, fra una miriade di specie animali che cercano cibo, si accoppiano e si riproducono nei pochi santuari protetti che ancora rimangono. La lenta agonia del piccolo aquilotto è struggente nel suo evolversi: la telecamera indugia sulle violenze del fratello più forte rivelando la spietata legge della natura dove sono i più forti a sopravvivere. La lievità ritorna con le splendide immagini del corteggiamento di gruccioni e galli cedroni. Sono trascorsi pochi mesi dallo scioglimento del ghiaccio e l'estate è alle porte: gli animali dovranno adattarsi a un'altra stagione e a nuove condizioni.

Con "I grandi felini in bianco e nero", il regista francese Mathieu Le Lay si è messo dietro alla telecamera per documentare il lavoro di Laurent Baheux con la sua macchina fotografica, in perlustrazione per giorni, nel Masai Mara, in Kenia, per rubare scatti impossibili. Scopriamo dal suo racconto che trovare le condizioni ideali per una bella fotografia è una rarità perché servono una buona posizione, la giusta luce e una bella scena, ma quando irrompono potenti elefanti che si muovono in maniera delicata con il Kilimangiaro sullo sfondo ecco che l'immagine diventa una cartolina. La bellezza di un istante è preceduta da ore di appostamento per il fotografo che vicino agli animali si sente libero. Ama i felini, in particolare: i leoni che trascorrono la gran parte del loro tempo dormendo, i ghepardi a rischio di estinzione, i leopardi, bravi a mimetizzarsi nella vegetazione. Il bianco e nero, del documentario e delle fotografie, regala nuove suggestioni e rapisce lo spettatore.

La cerimonia d'apertura

La prima serata al Teatro Sociale era stata anticipata, nel pomeriggio, a Palazzo Pretorio, dalla cerimonia di apertura del XXXVI Sondrio Festival: in sala consiglio erano intervenuti la presidente di Assomidop Marcella Fratta, il vicepresidente Angelo Schena per il Cai, il presidente del Parco delle Orobie Valtellinesi Doriano Codega e, per la Banca Popolare di Sondrio, partner della manifestazione, il consigliere delegato Mario Alberto Pedranzini, che ha presentato la pubblicazione "Habitat, una terra per l'uomo", con le firme di 15 fra i più autorevoli studiosi italiani di scienze ambientali, donata agli spettatori della prima serata. Una monografia scientifica sul cambiamento climatico che inaugura le "Edizioni del Notiziario della Banca Popolare di Sondrio" alla vigilia del suo cinquantesimo anno di vita.

Era seguita l'inaugurazione della mostra "Ghiacciai: la visione dell'acqua", allestita nella Sala mostre di Palazzo Pretorio. Una prima assoluta per l'Italia, curata da Macarena Murúa Rawlins, che presenta le opere di cinque acquerellisti cileni, Micaelina Campos, Ximena García, Adelaida Larraín, Flavia Rebori e Juan Urrejola, che hanno dato corpo alle visioni sul destino delle riserve d'acqua, la cui esistenza è messa a rischio dal cambiamento climatico. Il progetto, patrocinato dal DIRAC, la Dirección de Asuntos Culturales, del Ministero degli Esteri del Cile, è curato dalla Fundación Museo Casa de la Acuarela di Santiago del Cile. L’edizione italiana della mostra è patrocinata dal Consolato Generale del Cile a Milano, con il coordinamento a cura di Aldo Audisio, Mara Moscano e Vivien Jones, console onorario del Cile a Torino. Per l'inaugurazione erano presenti il console onorario Vivien Jones, gli altri curatori e l'artista Flavia Rebori. L'esposizione rimarrà allestita fino al 24 novembre.

La giornata odierna

Archiviata la giornata inaugurale di Sondrio Festival, l'attenzione è concentrata sulla seconda, altrettanto ricca di proposte. Per i documentari in concorso, stasera tocca a "Valtellina natura europea", per la regia di Marco Tessaro, prodotto dal Parco delle Orobie Valtellinesi, e a "La meraviglia del Marais", di Clara Lacombe, ambientato nella riserva naturale della Val d'Arly, sulle Alpi francesi. La proiezione sarà anticipata, alle ore 20.30, dall'incontro con la delegazione della città di Sindelfingen nel sessantesimo del gemellaggio con Sondrio, e quindi dal passo a due "Danza per una montagna fragile" con i ballerini del Teatro alla Scala di Milano Mick Zeni e Giulia Schembri.

Sondrio Festival è promosso da Assomidop, che riunisce il Comune di Sondrio, il Bim, il Cai, il Parco Nazionale dello Stelvio e il Parco delle Orobie Valtellinesi, presieduta dall'assessore alla Cultura, Educazione e Istruzione del Comune di Sondrio Marcella Fratta, e diretto da Simona Nava. La manifestazione è sostenuta dalla Regione Lombardia, dalla Provincia di Sondrio, dalla Comunità Montana Valtellina di Sondrio e dalla Fondazione Pro Valtellina Onlus. Gli sponsor sono Iperal, Banca Popolare di Sondrio, A2A e Acinque.

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