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Animali in città: Ats della Montagna al top a livello nazionale

Tra le 50 aziende di tutela della salute che hanno fornito i dati a Legambiente, l'ente che gestisce anche il territorio della provincia di Sondrio è il secondo migliore in Italia

Secondo il decimo rapporto nazionale di Legambiente "Animali in città", Ats della Montagna si colloca al top a livello nazionale tra le aziende di tutela della salute per quanto riguarda l'attenzione e l'impegno nella salvaguardia degli animali.

In particolare l'ente che si occupa di Valtellina, Valchiavenna e Valcamonica poteva vantare, al 31 dicembre 2020, un cane in canile ogni 296.949 abitanti, dato migliore in tutta Italia, davanti a quello di Ats dell'Insubria (un animale in canile ogni 295.608 abitanti).

Inoltre, sempre Ats della Montagna può vantare un gatto iscritto nella relativa anagrafe ogni 22,1 abitanti, dato che la colloca al secondo posto in Italia alle spalle solo di Ats della Val Padana (un gatto ogni 17,8 abitanti). 

Pur non "salendo sul podio" negli altri parametri presi in considerazione (tra gli altri, i controlli pro-capite effettuati ogni anno, interventi effettuati per animali in difficoltà, il numero di cani che escono dai canili rispetto a quelli che vi entrano e la sterilizzazione dei gatti nelle colonie feline) Ats della Montagna si piazza comunque al secondo posto a livello nazionale nella valutazione complessiva dei 25 parametri presi in considerazione per misurare il benessere degli animali d'affezione e compagnia sul territorio.

Va precisato, comunque, che solo 50 Ats su 112 hanno fornito i dati richiesti a Legambiente, segno, questo che la sensibilità e l'impegno sul tema devono ancora crescere molto.

Le richieste

Proprio per questo la stessa Legambiente ha avanzato una serie di richieste e proposte per migliorare la condizione degli animali da compagnia e d'affezione in Italia: approvare e far entrare in vigore, entro il 2022, l’anagrafe unica nazionale per tutti gli animali d’affezione o da compagnia per fare uscire dalla “clandestinità” presenze e bisogni molto diffusi che coinvolgono oltre la metà della popolazione italiana e tutte le amministrazioni pubbliche; porsi l’obiettivo nazionale di agevolare la sottoscrizione, entro il 2025, di 1.000 accordi o patti di comunità per costruire reti e alleanze tra amministrazioni pubbliche e soggetti privati, emulando le esperienze positive già in essere in diversi Comuni per la tutela e la cura degli animali d’affezione e selvatici.

Inoltre, per rilanciare la sanità di prossimità, consapevoli che con le ultime rilevazioni statistiche del Ministero della Salute il personale Veterinario si attesta a 4.642 unità, di cui il 78,5% uomini e con una età media di 56,9 anni, considerata la pluralità delle fondamentali attività e dei compiti a tutela della salute animale e umana, Legambiente auspica che entro il 2030, si arrivi, con assunzione a tempo indeterminato, a 10.000 veterinari pubblici in servizio. In più, per rafforzare la sanità di prossimità, consapevoli che dai dati delle amministrazioni regionali risultano presenti meno di 500 tra canili sanitari, gattili sanitari e ospedali veterinari, i vertici di Legambiente si pongono anche l’obiettivo nazionale di giungere a inaugurare, entro il 2030, 1.000 strutture veterinarie pubbliche, tra canili sanitari e gattili sanitari (uno ogni 50-100 mila cittadini, opportunamente distribuiti territorialmente) e ospedali veterinari (uno ogni 300-400 mila cittadini, opportunamente distribuiti territorialmente).

Infine, l'auspicio è anche quello che, per accrescere la qualità della vita dei cittadini, venga potenziata la rete degli spazi verdi urbani tenendo in debito conto l’esigenza quotidiana di fruizione con i cani in modo da avere, entro il 2030, un’area cani ogni 1.000 cittadini residenti in ciascuna città. In più, per ottimizzare il sistema dei controlli pubblico-privato per il rispetto delle normative di settore, consapevole che dagli ultimi dati dei Comuni e delle Regioni risultano in servizio, complessivamente, circa 13.000 unità di personale dedicato, Legambiente sottolinea la necessità di sviluppare nuove sinergie usufruendo della vigilanza volontaria con l’obiettivo nazionale, entro il 2030, di formare, aggiornare e coinvolgere attivamente 15.000 guardie ambientali e zoofile volontarie.

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