Un "9" per premiare un'umiliazione
Ha fatto molto discutere e continua a far parlare la vicenda degli studenti che, dopo aver sparato a una loro professoressa con una pistola a pallini e aver ripreso il tutto con il telefonino sono stati promossi con un "9" in condotta (poi abbassato dal collegio docenti su sollecitazione del ministero proprio negli ultimi giorni).
Il dibattito è arrivato anche in provincia di Sondrio grazie a una riflessione della professore Patrizia Marraffa, che pubblichiamo qui di seguito:
"E’ sbalorditivo: 9 per buona condotta ad un ragazzo che qualche mese fa sparò (per meglio dire impallinò) una professoressa di scienze mentre gli altri ripresero e diffusero sui social commenti tra l'irridente e il soddisfatto mentre i colleghi (si disse) “mantenevano un rigoroso silenzio”. Il mio ruolo di insegnante mi porta ad una duplice riflessione.
La prima: il voto di condotta positivo viene attribuito agli alunni che sono corretti nei confronti degli insegnanti, dei compagni, rispettosi delle regole; partecipano e s’impegnano per raggiungere gli obiettivi previsti nella programmazione del consiglio di classe. Questo voto è stato assegnato proprio dal consiglio di Classe, non per premiare gli obiettivi raggiunti ma per non rovinare la media dei ragazzi. E inquietante!!!
La seconda riflessione è: quale modello educativo questi miei colleghi vogliono trasmettere? Sicuramente quello che non c'è nessun rapporto tra la gravità di un gesto e la sua conseguenza (sparare addosso pallini con pistola ad aria compressa ed avere in cambio un 9 in condotta). Tutto ciò con buona pace di Cesare Beccaria che auspicava una adeguata pena per il reato commesso rispetto all'utilità che la società può ricavarne.
Ritengo che un misero 6 in condotta [poi effettivamente assegnato a uno dei tre ragazzi, mentre gli altri due hanno visto il loro "9" abbassato a "7" n.d.a.] sarebbe stato opportuno per abbassare la media, vista la gravità dell'atto. Io avrei proposto altro perché la dignità di una persona deve essere rispettata. Il famoso psichiatra Vittorino Andreoli, in un suo libro, affermava l'importanza di porre attenzione alla Pubblica Istruzione perché è l'unico Ministero importante in quanto alleva le nuove generazioni.
Sono anche certa che ci sono tanti ragazzi bravissimi, sensibili, interessati ed empaticamente coinvolgenti ma nello stesso tempo ci sono ragazzi responsabili di episodi di violenza nelle scuole. Ritengo che chi è protagonista di questi atti deve prendere coscienza del suo comportamento e capire il senso del suo gesto (anche un misero 6 in condotta sarebbe potuto servire!!!) perché sparare dei pallini in faccia ad un’insegnante con una pistola non rientra tra i comportamenti che possiamo definire “generalmente corretti”. Non dobbiamo dimenticare che gli studenti erano maggiorenni e la legge prevede l'assunzione di responsabilità personale in questi casi.
Occorre ricordare che la scuola è un luogo di Educazione - oltre che essere luogo di trasmissione critico del Sapere - e il suo ruolo educativo deve essere rivalutato, senza offesa per i miei colleghi del consiglio di classe che hanno premiato la “buona condotta”.
A volte un maestro cattivo non è un cattivo maestro come afferma Marcello Veneziani in un suo interessante articolo sulla scuola.