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Covid, la Lombardia vuole i vaccini che le altre regioni rifiutano

Il presidente lombardo Attilio Fontana: "Se dovessero avanzare dosi rifiutate da utenti di altre regioni noi saremmo pronti a riceverle per accelerare la campagna". Cambiano le regole per i richiami

La Lombardia vuole correre. Costi quel che costi. A certificare la smania di accelerare sul fronte vaccini anti covid, dopo i ritardi iniziali, è stata una frase neanche tanto sibillina pronunciata dal governatore Attilio Fontana nelle scorse ore. 

In visita all'hub vaccinale massivo allestito al Brixia Forum di Brescia, il governatore ha lanciato una proposta. "Se dovessero avanzare dosi rifiutate da utenti di altre regioni - ha detto il presidente lombardo -, noi saremmo pronti a riceverle per accelerare la campagna". Il riferimento è chiaramente al siero AstraZeneca, che in alcune regioni non viene particolarmente gradito dai cittadini, come certificato ad esempio dal governatore della Sicilia, Nello Musumeci, che ha parlato di punte dell'80% di rifiuti. 

Intanto è diminuito il ritmo delle vaccinazioni anticovid in Lombardia. Dopo il picco raggiunto nella giornata di venerdì 30 aprile (oltre 116mila) la media delle inoculazioni è scesa intorno a 86mila. Il dato, confermato anche da Fontana, emerge analizzando il report pubblicato venerdì 7 maggio dal Ministero della Salute.

"Purtroppo a causa della carenza di vaccini abbiamo dovuto rallentare, infatti il generale Figliuolo ha abbassato il target per la nostra regione, che ora si attesta intorno alle 85mila inoculazioni al giorno — ha spiegato il presidente lombardo —. Voglio comunque sottolineare che la Lombardia è l’unica, insieme ad altre due regioni, ad avere mantenuto e superato i target".

Per far fonte alla carenza di dosi e tenere un ritmo alto il Ministero della Salute, dopo la decisione del Cts, ha deciso di allungare i tempi di richiamo per coloro che hanno ricevuto la prima dose di Pfizer e Moderna. Dal 7 maggio infatti, gli appuntamenti per i richiami di Pfizer e Moderna saranno fissati nella sesta settimana (35-42 giorni) e non più a 21 o 28. Non cambia nulla, invece, per tutte le persone che hanno ricevuto la prima "puntura" e hanno già l'appuntamento.

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