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Covid, in Lombardia un "tesserino" per i vaccinati? E per fare che cosa?

Il Comitato tecnico scientifico dialogherà con i funzionari regionali. Improbabile un "via libera" generale per i vaccinati ma, forse, sarà loro consentito di fare specifiche attività

La Lombardia sta ragionando sulla possibilità di fornire un passaporto sanitario a chi riceve la seconda dose del vaccino anti-covid. Lo ha illustrato Marco Trivelli, direttore generale Welfare, in commissione sanità. Giovedì sera si terrà una specifica riunione del Comitato tecnico scientifico regionale.

"Vorremmo sapere - ha commentato - se una persona che ha ricevuto la seconda dose è immune per qualche mese, se è in grado di muoversi liberamente, almeno per tre mesi, e se può rinunciare alle misure di distanziamento. Vorremmo sapere se il certificato di avvenuta vaccinazione può diventare un tesserino».

Una possibilità non esclusa dal virologo Fabrizio Pregliasco, membro del Cts lombardo, "che però - spiega lo scienziato all'agenzia Dire - non deve coincidere con una riduzione dell'attenzione, perché non è ancora possibile abbassare la guardia".

Improbabile, dunque, che venga dato un sostanziale via libera ai vaccinati riguardo a distanziamento e mascherina. "Il passaporto sanitario può essere utilizzato piuttosto come 'escamotage' per convincere le persone a sottoporsi alla somministrazione, decidendo ad esempio che chi èvaccinato puo' andare allo stadio", ipotizza Pregliasco.

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