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Forza Italia e Fratelli d'Italia contro il nuovo presidente della Provincia

Pesa la scarsa affluenza degli amministratori alle urne. Il duro attacco dei coordinatori provinciali a Davide Menegola: "Oramai è tardi per interagire con i partiti". Poi il monito agli alleati della Lega: "Il vento è cambiato"

Non cessa la polemica all'interno del centrodestra valtellinese a proposito dell'elezione del sindaco di Talamona, Davide Menegola, a presidente della Provincia di Sondrio. Dopo la scarsa affluenza alle urne sono ancora una volta i coordinatori provinciali di Forza Italia e Fratelli d'Italia, Claudio Righi e Francesco Romualdi, ad esprimere contrarietà alle modalità di gestione della candidatura del talamonese.

"Visti i miseri, inteso come esigui, risultati delle elezioni provinciali, più che presidente dei civici, come si affanna ad autodefinirsi il sindaco di Talamona, sarebbe corretto dire presidente di certuni civici o, meglio ancora, presidente di certuni civici sollecitati.I dati dell’affluenza alle urne e, più ancora, del 'bulgaro' risultato, dimostrano non solo la disaffezione all’Istituzione con la I maiuscola, peraltro svuotata da una legge che tutti ci auguriamo abbia ancora vita breve, ma anche una scarsa, scarsissima, condivisione della scelta del candidato unico provinciale", spiegano Righi e Romualdi.

Dopo la diatriba sulla costruzione della candidatura di Menegola, tra partiti non interpellati e sindaci ignari, i due coordinatori di partito si attendevano un comportamento diverso. "Ci saremmo aspettati, vista la nota e riconosciuta levatura del sindaco di Talamona, che costui, appresi i dati elettorali, avesse quantomeno deciso di prendersi una pausa di riflessione per verificare se, veramente, la sua scelta fosse da ritenersi rappresentativa di Valtellina e Valchiavenna ma, salvo ripensamenti dell’ultim’ora di cui non siamo a conoscenza, pare proprio che il presidente proclamato domenica non abbia questi dubbi".

"Peccato, avremmo valutato un ripensamento come un importante e coraggioso modo di far politica che ultimamente si vede ben poco, questo però non fa altro che confermare la nostra opinione, chiaramente e ripetutamente espressa prima di domenica 29 gennaio, che l’individuazione del candidato alla presidenza, non condivisa nemmeno all’interno della coalizione di centro destra che pur si afferma chiamarsi alleanza, è stata errata, perché esser presidente dei pochi tanto per esser presidente non rispecchia l’elettorato, la gente, il voto popolare", aggiungono i due coordinatori.

In Forza Italia e Fratelli d'Italia la convinzione è forte: collaborare è impossibile. "Abbiamo letto che è intenzione del nuovo presidente interagire anche con le forze politiche strettamente intese ma, per quanto ci riguarda, ormai è tardi, interagisca con i pochi civici e con i partiti politici che l’hanno sostenuto la cui eterogeneità è una peculiarità da analizzare. La analizzino anche i cittadini, coloro che sono chiamati al dovere solo quando è comodo agli eligendi e che sono poi spesso dimenticati dagli eletti. Il vento è cambiato, lasciatecelo dimostrare", chiosano i due chiamando in causa, seppur celatamente, gli "alleati" della Lega.

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