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Bozzetti sondriesi. Piazza Garibaldi

Quando ero bambino, mia madre mi diceva: – Giuseppe, è meglio cambiare la maglietta, perché dobbiamo passare da piazza Garibaldi. Non vedi che patacche hai sul davanti? – Ma mi era capitato di osservare che le patacche diventavano ininfluenti, se non mi toccava attraversare l’elegante area cittadina dedicata all’Eroe dei Due Mondi.

     La piazza principale di Sondrio è, effettivamente, un piccolo gioiello di architettura signorile.

     Al centro, su un severo basamento di pietra, ci sta proprio lui, Garibaldi. È appiedato, ma non meno solenne ed eroico di un equestre Marco Aurelio. La statua è alta m. 3.60 e fu eretta nel 1909. Prima, al suo posto, c’era un monumento dedicato all’imperatore Francesco I d’Austria, che io, per quanto vecchio, ovviamente non ricordo.

     Di una certa eleganza, un po’ severa, sono i principali edifici che circondano la piazza: Il Teatro Sociale ex Pedretti, inaugurato nel 1824 e commissionato all’architetto Luigi Cagnola; la Banca d’Italia, l’Hotel della Posta e la Banca Popolare di Sondrio. E poi altri, meno importanti, nello stesso stile.

     Da circa trent’anni Piazza Garibaldi è completamente pedonalizzata. Ma, secondo me, ha perso un po’ di quel prestigio che manteneva nel passato. Oggi è diventata un’area un po’ da fiera, dove si fanno arrivare e partire corse di ogni genere, dove si allestiscono mercatini di formaggi, bigiotteria e manufatti artigianali, dove si radunano le auto d’epoca e si svolgono concerti. Intorno alla statua, c’è perfino un prato sintetico. In certi momenti sembra il campo sportivo di un oratorio, dove tutti sono preoccupati solo di giocare, stare in compagnia, schiamazzare e divertirsi. 

     Paradossalmente, quando sotto la statua dell’Eroe stavano parcheggiate le automobili, ci si sentiva un po’ in soggezione. Ci si assiepava compostamente davanti al Pedretti per andare al cinema o a teatro, si camminava lungo gli spazi pedonali che fiancheggiavano gli austeri edifici, ci si sedeva al caffè, si sostava all’angolo di via Dante sfogliando il giornale della domenica e si stava attenti ad attraversare l’adiacente Corso Italia, per non essere investiti. 

     Ieri ho percorso la piazza in calzoncini corti e mi è venuto in mente il richiamo di mia madre. Ho sorriso, pensando che mai e poi mai mi sarei sognato di passare sotto lo sguardo di Garibaldi in tenuta da spiaggia. 

Questo racconto è scritto da Giuseppe Novellino e fa parte della rubrica "Bozzetti sondriesi".

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