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Bozzetti sondriesi. La Villa Quadrio

Camminando in via IV Novembre (prima di arrivare allo slargo detto Raia) il pedone passa davanti all’ingresso principale di Villa Quadrio. Se è forestiero, rimane certamente colpito dalla bella costruzione in stile neorinascimentale immersa nel verde. Oggi appartiene al Comune di Sondrio e ospita la biblioteca civica Pio Rajna.

     Un tempo era un’abitazione privata, fatta edificare nel 1914 dal commendatore Emilio Quadrio, che l’anno prima aveva sposato la famosa violinista Teresina Tua. Nel 1935, la villa fu donata al Comune perché la trasformasse in un luogo di arte e di cultura. Divenne così, due anni dopo, la biblioteca più importante della città.

     Quando ero ragazzino, attraversavo il giardino come se fosse una scorciatoia per andare all’oratorio di San Rocco. E nel passare poi davanti alla cappelletta della Madonna, in via Don Bosco, mi veniva in mente la raccomandazione di don Enrico Cantù, il direttore salesiano: – Non dimenticate di recitare, anche solo mentalmente, la seguente giaculatoria: “Passando per questa via, ti saluto o Maria”.

     Nella biblioteca Pio Rajna ho trascorso molte ore della mia vita di studente, soprattutto quando ero all’università e mi dedicavo alla scrittura della tesi sulla famiglia dei Capitanei di Masegra. Il silenzio che si doveva rispettare era reso ancora più sacro dall’ambiente vetusto, dove abbondava il legno con il suo tipico odore che si mischiava a quello della carta. 

     Negli anni ‘70, frequentai villa Quadrio soprattutto per i concerti da camera dell’Associazione Amici della Musica. Tra quelle pareti ebbi modo di ascoltare Severino Gazzelloni, Maurizio Pollini e tanti altri musicisti. L’ultimo, appartenente a tutt’altro genere, fu nel 2011: Shel Shapiro, il mitico cantante dei Rokes. Vi tenne una conferenza stampa. Una settimana dopo, lo intervistai telefonicamente per un articolo da pubblicare nel forum letterario Strepitesti. 

     Oggi frequento poco Villa Quadrio. Ho la casa piena di libri e l’offerta, per il lettore attuale, è davvero incredibile. La biblioteca è diventata un luogo un po’ demodé, fatto solo per gli studenti che devono prepararsi per un’interrogazione o per un compito in classe. Ma sono comunque pochi. I più si affidano all’enciclopedia elettronica o ad altre simili diavolerie. 

     Una cosa è certa. Il vero lettore non morirà mai. E quello di Sondrio vedrà sempre, in Villa Quadrio, il tempio dei libri e della bellezza.

Questo racconto è scritto da Giuseppe Novellino e fa parte della rubrica "Bozzetti sondriesi".

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