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Venerdì, 26 Aprile 2024
Scuola Chiavenna

Polemica alla Bertacchi di Chiavenna, i genitori: «Difesa dell'immagine non sia anteposta ai diritti degli alunni»

Continua la diatriba, con una nuova lettera aperta, tra i genitori firmatari di un esposto e le istituzioni del mondo della scuola

Continua la diatriba tra i nove genitori firmatari dell'esposto che denuncerebbe la formazione di classi secondo criteri e modalità non eque all'Istituto 'Bertacchi' di Chiavenna e le istituzioni del mondo della scuola.

«In relazione alle recenti dichiarazioni del provveditore di Sondrio, Fabio Molinari, che finalmente interviene nel dialogo con le parti interessate (sebbene attraverso il canale della stampa), sentiamo il dovere di precisare quanto segue». Si apre così la nuova lettera aperta con la quale i genitori rispondono alla presa di posizione del dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Sondrio, Fabio Molinari, che ha ribadito la regolarità delle operazioni di formazione della classi prime.

«Le sedi istituzionali deputate sono state a suo tempo interpellate. Mai hanno risposto. L’Ufficio Scolastico Regionale (ribadiamo, organo per legge competente su aspetti della gravità di quelli che abbiamo sollevato, e specificatamente sul personale dirigente) non ne è mai stato operativamente coinvolto, come precisato nella sua stessa nota del 20 Febbraio. Questo contrariamente a quanto dichiarato dalla dirigente scolastica Eliana Giletti. Mai siamo stati convocati dal provveditore, passo che fiduciosamente attendevamo dall’inizio, data la rilevanza dei rilievi mossi e la delicatezza della vicenda».

«Non risulta che una commissione a 6 membri si sia mai riunita per formare le classi. Risulta invece che la commissione a 3 che se ne sarebbe occupata avesse invece tutt’altro incarico (la sola analisi preliminare della schede dei ragazzi). Il documento che lo prova sarebbe tra l’altro tra quelli (privi di dati sensibili riguardanti i ragazzi) non consegnatici durante l’accesso agli atti del 21 Settembre. Il provveditore stesso non ci ha ancora concesso le motivazioni di una archiviazione che ci pare incomprensibile: sono tali e tante le argomentazioni (in 23 pagine di esposto) e il materiale probatorio che abbiamo inviato, che pare legittimo ipotizzare l’archiviazione derivi dall’aver avuto dubbi a priori sulla nostra credibilità. La nostra richiesta di accesso alle motivazioni (inviata il 30 Gennaio) non ha ancora nemmeno ricevuto risposta».

«Una parte consistente delle argomentazioni dell’esposto si basa sulle dichiarazioni della dirigente e della presidente del consiglio di Istituto a noi rilasciate, ad oggi ancora non smentite. Ci domandiamo se la rispondenza al vero di tali dichiarazioni sia stata verificata nel corso dell’accertamento e, nel caso, chiediamo rispettosamente conto anche al provveditore delle stesse domande poste alla dirigente e alla presidente del consiglio di Istituto: Le risulta, in base agli accertamenti condotti, che esse abbiano davvero affermato quanto riferito dalla stampa e a lei noto, in quanto riportato nel nostro esposto? Dalle sedi istituzionali deputate non abbiamo avuto neppure descrizione di come sia stata condotta la procedura di accertamento. Sono stati inviati degli ispettori? Si è occupata dell’accertamento direttamente la dirigente, cioè una delle due protagoniste stesse dell’esposto? Così parrebbe, leggendo le dichiarazioni della stessa».

«A 5 giorni di distanza dalla nostra lettera aperta, l’opinione pubblica attende ancora risposta da dirigente e presidente del consiglio di Istituto alle domande sollevate dall’articolo di Repubblica e da noi riprese. Si sentono ripetere, a colmare questo silenzio, affermazioni sulla validità formativa e reputazione dell’Istituto Bertacchi (che nessuno, ripetiamo di nuovo, ha mai messo in discussione) o affermazioni convinte sulla regolarità delle procedure di formazione delle classi. Riteniamo si siano aggiunti ulteriori domande, anch’esse ineludibili per poter rassicurare genitori, famiglie e opinione pubblica. Confidiamo si fughi quanto prima il timore che si voglia anteporre una difesa dell’immagine dei soggetti istituzionali coinvolti alla dovuta difesa dell’Istituzione Scolastica, dei principi di trasparenza, e dei diritti di alunni, famiglie e cittadini».

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