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Non è tardi per cambiare

Svincolo della Sassella e cavalcavia del Trippi: "Un vero e proprio ricatto olimpico"

La presa di posizione di Sondrio Democratica sui due discussi progetti relativi alla tangenziale del capoluogo

Si aggiunge (o per meglio dire torna a farsi sentire) una nuova voce che esprime forte contrarietà alla realizzazione dei nuovi cavalcavia del Trippi e della Sassella, alle due estremità della tangenziale di Sondrio, in vista delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026.

Dopo le esternazioni del sindaco di Montagna in Valtellina Barbara Baldini, del presidente di Aci Sondrio Andrea Mariani e di Michele Iannotti, segretario provinciale del Partito Democratico, è la volta dei consiglieri a Palazzo Pretorio di Sondrio Democratica, Francesco Bettinelli, Donatella Di Zinno e Alessandro Spolini.

"Sondrio e l’intera provincia stanno correndo un grosso rischio, quello di cedere a un vero e proprio ricatto: “o così o niente” che in maniera più o meno diretta viene fatto a tutti i valtellinesi - evidenziano gli esponenti di Sondrio Democratica -. Ci viene da chiamarlo ricatto olimpico e ci sorge quasi il dubbio che arrivare a questo punto, con la spada di Damocle delle tempistiche che costringono a scelte dipinte come obbligate, sia stata una precisa volontà. Perché è passato tanto tempo dalle prime indiscrezioni sulle opere, ma non l’hanno certo fatto trascorrere inutilmente coloro che fin da subito ebbero la presunzione di alzare la mano e segnalare le criticità di determinate scelte e sollecitare il coinvolgimento del territorio. Sono altri che hanno lasciato passare i mesi per arrivare ad oggi, e dirci che è tardi che dobbiamo fare in fretta".

Svincolo della Sassella

"Sulla Sassella fummo i primi ad esprimere pubblicamente le nostre paure a ottobre 2021, quando lanciammo un appello a tutela del santuario, biglietto da visita della città, insidiato dal progetto del cavalcavia e sottolineando già allora una cosa tanto semplice quanto vera e tremendamente attuale “le Olimpiadi passeranno, ma le opere resteranno qui nella nostra valle, sulle nostre strade e sulle nostre montagne - entrano nello specifico Bettinelli, Di Zinno e Spolini -. Lavoriamo affinché non si trasformino in monumenti alla fretta e al brutto”. Allora, con i gruppi di minoranza e l’aiuto dell’architetto Stefanelli, portammo anche un’idea alternativa che fu velocemente bocciata. Lo facemmo senza negare l’esistenza del problema, ma sottolineando la necessità di risolverlo in maniera meno impattante, in una zona già storicamente violentata dal cemento".

Cavalcavia del Trippi

"Sul versante opposto, quello del Trippi, come gruppo consiliare abbiamo seguito con attenzione il dibattito fin dal suo inizio. Anche in questo caso senza negare le evidenti criticità di una tangenziale che finisce su un passaggio a livello, un unicum di cui non si può certo andare fieri. Il dibattito ci ha permesso di cogliere il fondamento dei dubbi e delle perplessità ben segnalati da altri. L’opera sulla quale Anas sta lavorando è interamente sul comune di Montagna, ma è troppo importante per la viabilità cittadina per far finta che non avrà impatti anche sulla nostra città, soprattutto sulla zona est già oggetto di importanti trasformazioni (progetto Pinqua e nuova area manifestazioni) - proseguono gli esponenti di Sondrio Democratica -. Come per le vie interne di Montagna, anche la viabilità di quella parte di città, sia sopra che sotto la ferrovia, subirà mutamenti non indifferenti che ci pare siano stati ampiamente sottovalutati. A questo si aggiunge l’opera in sé, che già da ora sembra condannare all’oblio la ben più lungimirante soluzione con l’ingresso sulla SS38 posizionato più avanti, soluzione che tutti trovano sotto ogni aspetto migliore, ma che alcuni sono disposti a sacrificare".

C'è ancora tempo

"Sono passati anni senza che si volesse aprire veramente un dibattito e un confronto e siamo arrivati ad oggi, ai giorni del ricatto. Ma non è troppo tardi per cercare di cambiare le cose ed evitare errori irreparabili. Non è troppo tardi proprio perché è già tardi. Come ha giustamente rimarcato in questi giorni Michele Iannotti, le date di fine lavori delle opere sono già ora successive all’evento olimpico. E questo lo dicono i documenti di chi l’opera deve realizzarla, non se l’è inventato nessuno. Quindi perché impuntarsi? Perché ricattare un territorio? Ci uniamo all’appello per una riflessione che eviti danni irreparabili - concludono Bettinelli, Di Zinno e Spolini -. Non è tardi per rivedere le soluzioni e non è tardi nemmeno per opporsi agli errori che stiamo per fare. Anche chi in questi mesi ha tentennato nell’esporsi, ha lasciato andare avanti altri, ha condiviso in cuor suo le paure senza però mettere la propria firma sotto nessuna dichiarazione può ancora farlo, può ancora allargare il fronte di chi non dice semplicemente no, ma invita alla riflessione e alla responsabilità che tutti, sindaci, amministratori, associazioni, enti e semplici cittadini, abbiamo. Tacere, sottostare al ricatto, rischia di essere un errore più grave di quello meramente tecnico, che ci porterà opere molto probabilmente brutte, non risolutive e in alcuni casi peggiorative per chi in quei luoghi ci vive tutti i santi giorni e non ci passa il più velocemente possibile per andare a farsi un weekend in montagna. Il turismo in questa provincia è sicuramente importante, le Olimpiadi vanno affrontate al meglio e possono essere una vetrina unica, ma non possiamo sacrificare ancora una volta la nostra valle e la nostra qualità della vita anteponendo altri interessi a quello dei nostri cittadini. Se lo faremo sarà la nostra condanna, se non riusciamo a farci ascoltare ora, difficilmente potremmo farlo in futuro".  

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