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Olimpiadi invernali Milano Cortina2026

Olimpiadi, pista di bob a Cortina "preferita" ma l'ipotesi estero non tramonta

Il cda della Fondazione Milano-Cortina si esprime con ottimismo sulla realizzazione di una nuova pista di bob a Cortina ma tiene aperta la possibilità di guardare a piste già esistenti altrove: quest'ultima è sempre l'ipotesi preferita dal Comitato internazionale olimpico

Forse Cortina, forse all'estero. Non c'è una vera schiarita sulla pista di bob per le Olimpiadi invernali del 2026, in attesa della decisione che dovrebbe arrivare il 31 gennaio, secondo la road map precedentemente annunciata. Il consiglio d'amministrazione della Fondazione Milano-Cortina ha dichiarato, martedì 30 gennaio, ottimismo per la soluzione di realizzare la pista a Cortina, come dal masterplan originario ma con un taglio progettuale che eviterebbe gli iniziali extra-costi (che avevano fatto saltare l'ipotesi del nuovo impianto a Cortina, appunto). Tuttavia ha anche lasciato aperta la possibilità di osptiare le gare di bob, slittino e skeleton in un impianto all'estero, a Sankt Moritz o altrove, come il Cio (Comitato internazionale olimpico) non ha fatto mistero di preferire.

Il ministro dello sport, Andrea Abodi, ha preferito vedere il bicchiere "dell'italianità" mezzo pieno e, in giornata, ha dicharato che "ci sono tutte le condizioni per la pista di bob a Cortina", aggiungendo di essere soddisfatto che le gare delle tre specialità restino in Italia. Tuttavia il cda della Fondazione ha lasciato aperta la possibilità di guardare all'estero, citando in particolare due aspetti. La fine lavori perentoria per marzo 2025, innanzitutto, per consentire i pre-test. E ciò significherebbe cominciare "subito" a lavorare. E poi anche il progetto ridimensionato per Cortina comporterebbe in ogni caso extra-costi non previsti, secondo quanto comunicato da Simico, l'azienda che si è proposta di realizzare la pista attraverso una gara pubblica (unica offerta pervenuta).

Su questi extra-costi, il ministro dello sport Abodi ha voluto specificare che "non ci sono risorse pubbliche che vanno direttamente alla Fondazione, finanziata dal Cio, dai partner delle Olimpiadi e da biglietteria e licenze", per cui in ogni caso non spetterebbe allo Stato finanziare eventuali sforamenti di budget finora non previsti. Un aspetto, questo, che per il Cio era sempre stato prioritario come criterio di scelta. Per cui alcuni pensano che, in realtà, dopo martedì sia più vicina la pista all'estero, e non a Cortina.

Sul punto è pronta a lottare Europa Verde, da sempre contraria a realizzare un nuovo impianto a Cortina. La consigliera regionale veneta Cristina Guarda ha definito "irragionevole" l'ottimismo dimostrato sulla pista di bob nella città olimpica: "L'ottimismo che Simico affidi comunque i lavori pare più frutto della volontà di procedere a tutti i costi che un esercizio di valutazione razionale del caso", il commento dell'esponente ecologista veneta, sottolineando che la Fondazione "lascia aperte le interlocuzioni per lo spostamento delle sedi di gara".

Il Cio rimane contrario a nuovi impianti

D'altra parte il Cio non sembra rinunciare all'idea che siano prese in considerazione soltanto "piste esistenti e già in funzione", come ha scritto Kristin Kloster, presidente della commissione di coordinamento per le Olimpiadi Milano-Cortina a otto associazioni ambientaliste (tra cui il Club alpino italiano, Legambiente, Italia Nostra, il Wwf Italia e il Touring Club) che avevano interpellato il Cio sulla pista di bob a Cortina. "Nessuna sede permanente dovrebbe essere costruita senza un piano di legacy chiaro e fattibile", ha scritto Kloster, e su questo aspetto le associazioni sottolineano che "i praticanti ufficiali delle tre discipline interessate in Italia sono solo 59", e la preferenza a considerare solo piste esistenti è dovuta anche ai tempi ormai strettissimi.

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