rotate-mobile

Giuseppe Lombardo: un'occasione persa

Se l'obiettivo di tutti, in primis quello del maggiore "sospettato", è quello di fare chiarezza, sfuggono i motivi per cui l'interrogazione presentata sulla vicenda del falso profilo Facebook e degli insulti social debba essere discussa, seppur legittimamente, a "porte chiuse"

La vicenda del falso profilo Facebook di Giuseppe Lombardo, dal quale, circa un anno fa, sono letteralmente piovuti insulti e calunnie nei confronti di vari esponenti politici e della vita pubblica della provincia di Sondrio è ormai nota ai più.

Il profilo è stato cancellato ormai mesi fa, ma la vicenda stessa è tornata alla ribalta di recente: da un lato l'avvocato Ezio Trabucchi, legale delle "vittime" di Lombardo che, forte anche della registrazione di una telefonata e della (da verificare) promessa di una lettera di scuse, individua in Maurizio Piasini, all'epoca presidente del consiglio comunale e ora assessore dell'amministrazione di Sondrio il colpevole degli attacchi social; dall'altro lo stesso Piasini che si difende respingendo le accuse al mittente ed evidenziando la volontà che su quanto accaduto si faccia chiarezza e si individui l'effettivo autore dei post incriminati.

Ora che però, la questione approda in consiglio comunale, con un'interrogazione il cui primo firmatario è Simone Del Curto, candidato sindaco alle ultime elezioni, la scelta è quella di discuterla a "porte chiuse". Una scelta legittima, visto che prevista dal regolamento comunale su questioni, come questa, nelle quali si affrontano tematiche relative ai comportamenti, la correttezza e le capacità morali delle persone, ma che stride con la voglia, espressa in primis da Piasini, che sulla vicenda si faccia chiarezza.

Sia ben chiaro, qui non si sta sindacando sulla colpevolezza o l'innocenza dello stesso Piasini o di chiunque altro, ma, se, come da lui stesso dichiarato, l'attuale assessore della giunta Scaramellini è "totalmente estraneo alla vicenda" perchè nascondersi dietro la possibilità offerta del regolamento comunale? Dovrebbe essere interesse primario del presunto colpevole, in questa come in mille altre situazioni, poter affermare con forza e con chiarezza la propria innocenza e farlo, tra l'altro, finalmente, in un contesto "ufficiale" e con la propria voce, di fronte ai colleghi di palazzo Pretorio, all'opinione pubblica e ai cittadini, e non soltanto, come avvenuto finora, con botta e risposta indiretti sui social.

L'impressione, almeno quella soggettiva del sottoscritto, è che dietro questa scelta, lo ripetiamo legittima e prevista dal regolamento, invece, si celi la necessità o la preferenza che tutto rimanga poco chiaro, avvolto da dubbi e incertezze, così che tutto quanto è accaduto, compresa questa "scomoda" interrogazione, torni presto nel dimenticatoio quasi come una bravata social di cui, in fondo, non valga davvero la pena trovare (e punire eventualmente) il colpevole.

E fa pensare a questo anche la storia della lettera di scuse che, secondo quanto sostenuto da Ezio Trabucchi, Maurizio Piasini, tramite il suo legale Michele Diasio, avrebbe promesso di inviare ad alcune delle sue vittime per scusarsi, a patto, però, che queste ultime ritirassero le accuse a suo carico a livello legale. Se confermato tutto questo potrebbe essere visto semplicemente come gesto distensivo e un modo di evitare una lunga e fastidiosa vicenda legale. Anche in questo caso, però, una domanda sorgerebbe spontanea: perchè scusarsi se si ha la coscienza pulita?

Venerdì prossimo giunta e consiglieri parleranno della questione in segreto; l'iter legale, se effettivamente proseguirà, farà il suo corso: sinceramente, però, l'impressione attuale è che sul falso profilo di Giuseppe Lombardo si faticherà davvero molto a fare chiarezza e ad arrivare a una "vera verità" e questa alla fine sarà una sconfitta per tutti e ben più grande di qualche sgradevole, evitabile e assolutamente fuori luogo, post su Facebook.   

Si parla di

Giuseppe Lombardo: un'occasione persa

SondrioToday è in caricamento