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Traguardo decisivo / Aprica

Il Giro d'Italia ad Aprica: una storia di imprese e grandi campioni

Dalla giornata dell'esclusione dalla corsa di Marco Pantani, nel 1999, ai successi di grandi nomi del ciclismo come Vittorio Adorni, Franco Chioccioli, Alberto Contador e lo stesso "Pirata"

Martedì (24 maggio), in occasione della tappa Salò-Aprica, denominata "Sforzato wine stage", proprio Aprica sarà sede d'arrivo del Giro d'Italia per la decima volta nella storia della corsa rosa: l'approdo del Giro d'Italia proprio ad Aprica non è mai stato banale, anzi, spesso si sono scritte importanti pagine di storia del ciclismo o la tappa è risultata decisiva per delineare la classifica finale della competizione.

L'esclusione di Pantani

L'episodio più famoso legato a una tappa conclusasi ad Aprica, però, paradossalmente non è legato alla grande impresa o all'arrivo solitario a braccia alzate di uno scalatore, ma alla pesantissima e altrettanto discussa esclusione di Marco Pantani nel Giro d'Italia del 1999: il "Pirata" stava letteralmente dominando la corsa rosa e, il 4 giugno si era imposto a Madonna di Campiglio con 1'07" di vantaggio su Codol e Laurent Jalabert. Pantani era avviato al successo nel Giro d'Italia di quell'anno, la sua forza in salita e il distacco di 5'38" di Paolo Savoldelli, secondo in classifica generale, lasciavano pochi dubbi, ma la mattina del 5 giugno prima della partenza della tappa Madonna di Campiglio-Aprica Pantani venne fermato ed escluso dalla corsa per dei valori troppo alti di ematocrito nel sangue.

Un'esclusione che fece discutere allora e provocò il grande malcontento degli appassionati lungo le strade della tappa Madonna di Campiglio-Aprica e che, ancora oggi, conserva degli aspetti poco chiari. Il Giro, comunque, proseguì e ad Aprica a imporsi fu lo spagnolo Roberto Heras, davanti a Gilberto Simoni e Ivan Gotti che guadagnò la vetta della classifica generale con ben 3'35" di vantaggio su Paolo Savoldelli, avviandosi verso la conquista della corsa rosa.

La prima volta

Aprica fu sede d'arrivo del Giro d'Italia per la prima volta il 3 giugno 1962 e il vincitore fu un grande nome del ciclismo italiano come Vittorio Adorni che tagliò per primo il traguardo dopo i 215 chilometri della tappa partita da Moena. Quel giorno partì e difese la maglia rosa Graziano Battistini che però perse il giorno dopo il simbolo del primato, al termine della tappa che ripartì proprio da Aprica arrivando al Pian dei Resinelli a favore di Franco Balmamion che poi si aggiudicò quell'edizione del Giro d'Italia.

Gli anni '90

Aprica poi dovette aspettare esattamente 28 anni prima di ospitare nuovamente l'arrivo di una tappa del Giro d'Italia: avvenne il 3 giugno del 1990 con partenza della frazione ancora da Moena (come avvenuto nel 1962) e un percorso di 223 chilometri: quell'edizione della corsa rosa venne letteralmente dominata da Gianni Bugno, in maglia rosa dal primo all'ultimo giorno, ma quel 3 giugno, nella 17° tappa a imporsi fu uno scalatore puro come il colombiano Leonardo Sierra che arrivò in solitaria e a braccia alzate al traguardo con un vantaggio di 52" su Alberto Volpi.

Negli anni '90 la località montana valtellinese fu sede d'arrivo ben cinque volte nel decennio: il Giro d'Italia, infatti, tornò ad Aprica già nel 1991 e, nella tappa di 132 chilometri da Morbegno proprio ad Aprica (la quindicesima corsa il 10 giugno), Franco Chioccioli operò l'allungo decisivo per aggiudicarsi la classifica generale della corsa a tappe più prestigiosa del Belpaese: Chioccioli, infatti, partì da Morbegno con soli 26" di vantaggio sullo spagnolo Lejarreta e 1'23" sul connazionale Claudio Chiappucci, ma grazie a una grande azione in salita non solo tagliò il traguardo di Aprica in solitaria davanti ai francesi Bernard e Boyer, ma staccò i suoi più diretti rivali per la maglia rosa, tanto che quella sera al secondo posto della classifica generale Lejarreta scivolò a 1'26" di ritardo e Chiappucci addirittura a 2'21".

Dopo tre anni d'assenza, il Giro d'Italia tornò ad Aprica il 5 giugno 1994 e, la tappa del 5 giugno, partita da Merano rivelò il talento di Marco Pantani che aveva 24 anni e correva per la Carrera: il Pirata, già vittorioso proprio a Merano il giorno precedente, regalò ai tifosi e agli appassionati una delle sue classiche imprese in salita scattando e staccando tutti sul Mortirolo, facendosi riprendere in pianura da Indurain e dal colombiano Rodriguez, ma poi attaccando nuovamente sull'ultima asperità e arrivando sul traguardo di Aprica 2'52" su Claudio Chiappucci secondo classificato e suo compagno di squadra, 3'30" su Miguel Indurain e 4'06" sul russo Evgenij Berzin in maglia rosa e che poi si aggiudicò quell'edizione del Giro d'Italia.

Nel 1996 la tappa dell'8 giugno (la penultima del Giro d'Italia) di 250 chilometri da Cavalese ad Aprica segnò un ribaltone nella classifica generale e fu decisiva per l'assegnazione della maglia rosa: in partenza, a indossare il simbolo del primato era lo spagnolo Abraham Olano che, il giorno precedente sul Passo del Pordoi aveva scalzato dalla vetta della classifica generale il russo Pavel Tonkov; quest'ultimo, però, si prese la rivincita proprio ad Aprica riprendendosi la maglia rosa. A tagliare il traguardo di tappa in prima posizione fu invece Ivan Gotti in una sorta "d'antipasto" di quanto accadrà tre anni dopo nella già citata Madonna di Campiglio-Aprica del 1999 il giorno dell'esclusione dalla corsa rosa di Marco Pantani.

Il nuovo secolo

Il 27 maggio 2006, a sette anni di distanza dall'ultima volta, il Giro d'Italia tornò ad Aprica al termine della ventesima e penultima tappa, partita da Trento. Quel giorno Ivan Basso mise la "ciliegina sulla torta" a una corsa rosa letteralmente dominata. Il ciclista italiano che già al mattino aveva 6'07" di vantaggio sullo spagnolo Gutierrez, suo più immediato inseguitore nella classifica generale, tagliò per primo il traguardo anche di Aprica portando addirittura a 9'18" il suo margine sull'avversario iberico. Sull'ultima salita l'ultimo ad arrendersi fu Gilberto Simoni, che si staccò a tre chilometri dal traguardo e arrivando poi a 1'17" da Basso al quale lo stesso Simoni non risparmiò alcune critiche e dichiarazioni polemiche nell'intervista post-tappa visto che i due, proprio prima degli ultimi tre chilometri avevano dato vita a un'azione "combinarta" e Simoni si sarebbe aspettato di poter vincere la tappa anche grazie a un gesto di cavalleria di Ivan Basso che, invece, non arrivò.

Anche nel 2010 l'arrivo ad Aprica, il 28 maggio, sorrise ad Ivan Basso e, stavolta, fu addirittura decisivo per il ciclista italiano: alla partenza da Brescia della diciannovesima tappa, quel giorno, Basso era infatti secondo nella classifica generale  staccato di ben 2'27" dallo spagnolo David Arroyo. L'azione decisiva di Basso, accompagnato da Vincenzo Nibali e Michele Scarponi, parte sulle rampe del Mortirolo, con la maglia rosa che scollina a 1'55" di ritardo. Arroyo, però non si arrende, recupera in discesa, riportandosi a soli 45" dal trio di testa, ma poi nella seconda ascesa verso Aprica (i ciclisti erano già transitati sul traguardo per un Granpremio della montagna di seconda categoria) perde molto terreno, arrivando al traguardo con oltre 3' di distacco e perdendo proprio la maglia rosa a favore di Basso (che poi si aggiudicherà il Giro) con un ritardo in classifica generale di 51". Il terzetto di testa formato da Basso, Michele Scarponi e Vincenzo Nibali continua invece la sua azione fino al traguardo, dove ad alzare le braccia e vincere la tappa è Michele Scarponi che morirà poi qualche anno dopo a causa di un incidente stradale in allenamento sulle strade di casa.

Infine, l'ultimo arrivo del Giro d'Italia ad Aprica risale al 26 maggio 2015 in occasione della Pinzolo-Aprica di 174 chilometri. Una tappa, la sedicesima di quella corsa rosa, disputata dopo il giorno di riposo e in cui la maglia rosa, lo spagnolo Alberto Contador rafforzò ulteriormente la propria leadership nella classifica generale. Il campione iberico, infatti, partì da Pinzolo con 2'35" di vantaggio di Fabio Aru, ma grazie al terzo posto di Aprica, a 38" di distacco dal vincitore di giornata, il connazionale Mikael Landa, portò il margine sul suo più immediato inseguitore nella generale, lo stesso Landa, a 4'02", mentre Aru scivolò a 4'52" di distacco e in terza posizione. A tagliare il traguardo davanti a Contador ad Aprica, sempre a 38" di ritardo dal vincitore di giornata, fu l'olandese Kruijswijk.

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