Declino alla General Electric di Talamona, ma altrove si festeggia
La General Electric, che crea centinaia di nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti, vende il complesso di Talamona congiuntamente ad altri siti italiani di produzione delle apparecchiature per l'industria dell'energia, quindi sorgono spontanee alcune domande. Lo stabilimento di Talamona è al top o non lo è, considerando che la General Electric per il momento si tiene ben stretti altri fabbricanti di macchine per il settore energetico tradizionale, la divisione Power? ... è al top o manca l'innesto nel ramo delle energie rinnovabili, sempre più richieste dai mercati e incluse nell'evoluzione del settore energetico? ... è al top o è uno tra i più esigui, ovvero è un vaso di terracotta in mezzo ai vasi di ferro? ... è al top o gli articoli prodotti sono in prevalenza vendibili solo nei paesi disattenti alla salute pubblica? L'acquisizione di una grande commessa poco prima della separazione non è solo un colpo di coda, ottenuto spendendo un prestigio che sarà anch'esso scorporato? La multinazionale non omaggerà gli italiani delle proprietà intellettuali e industriali correlate ai nuovi marchingegni produttivi, in segno di gratitudine per i soldi pubblici intascati e i salari compressi in nome dell'ottimizzazione degli esperimenti? E non restituirà alla comunità gli utili ottenuti della rivendita degli appartamenti dei condomini del Villaggio Pignone? Negli anni cinquanta sono stati malaccorti i nostri predecessori concedendo i terreni, che gli davano una sussistenza certa, a chi ha costruito la struttura, purtroppo solo a fronte di accordi verbali, ovviamente disconosciuti dai nuovi padroni, ma che dovevano garantire un lavoro alla loro discendenza?
Di certo tirano calci alla terra il politico Vanoni e il dirigente pubblico Mattei che tanto si sono spesi negli anni 50/60 per darci un lavoro in loco e per porre fine alle migrazioni. Nel 2004/05 anziché abbandonare il tutto ad un irreversibile declino, sarebbe stato opportuno innovare, ad esempio fruttificando con le colonnine di ricarica per i veicoli elettrici, il naturale sviluppo di quelle tradizionali che erogano benzina e gasolio. Sarà vero che nel 2005/06, sempre nello stesso stabilimento, ma sotto una multinazionale affine a quella attuale, gli imbonitori si stracciavano le vesti per illudere tutti che le linee delle colonnine tradizionali erano al top, ma poi le vicende successive hanno dimostrato il contrario? Al presente se non si gira la faccia per far finta di non vedere cosa avviene dentro la stessa recinzione si può riflettere sui fantasmi che si aggirano negli edifici e sullo stillicidio di licenziamenti avvenuti negli ultimi anni. Perché la Dresser di Talamona ha trasferito gran parte dell'amministrazione all'estero e alcune unità di personale alla Nuovo Pignone? Perché anni fa aveva proclamato una crisi eclatante, ma il mercato è ancora attivo? Era una crisi provocata dalla stessa proprietà, per moltiplicare i profitti di un opificio svedese o comunque all'estero? La disoccupazione è stata importata dall'estero? Per alcune linee non c'era neppure un accordo per la gestione degli esuberi? A mo' di ciliegina sulla torta così la General Electric annunciava che era in corso un indagine della Securities and Exchange Commission, l'equivalente della nostra Commissione Nazionale per le Società e la Borsa www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2018/01/24/ge-sec-annuncia-indagine-cala-in-borsa_5fe0cc5d-e521-4479-8eb3-faf3b4cfdcc7.html Decatur in Alabama www.usnews.com/news/best-states/alabama/articles/2018-06-29/ge-expanding-alabama-appliance-plant
Le famiglie indignate