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Welfare lombardo, Bertolaso prende il posto di Letizia Moratti

La scelta del presidente di Regione Lombardia Fontana: "Profondo conoscitore della macchina operativa della sanità lombarda". Poi l'attacco alla sua ex vice

Dopo la notizia delle dimissioni della vicepresidente lombarda Letizia Moratti, il governatore lombardo Attilio Fontana annuncia la sua decisione di affidare la delega del Welfare a Guido Bertolaso, ex numero uno della protezione civile.

"Procediamo - ha detto il presidente Fontana - immediatamente alla nomina di un assessore al Welfare che si occupi - senza distrazioni politiche - esclusivamente dei bisogni dei cittadini a partire dagli interventi sulle liste di attesa. Per questo, dopo aver informato i leader del centrodestra, ho deciso di affidare la delega del Welfare al dottor Guido Bertolaso, protagonista della campagna vaccinale in Lombardia e profondo conoscitore della macchina operativa della sanità lombarda".

Lo scontro con Letizia Moratti

"I dubbi che avevo espresso sul posizionamento politico di Letizia Moratti erano fondati. È chiaro che guarda verso sinistra e non da oggi", ha commentato Fontana a proposito delle dimissioni della vicepresidente, mercoledì 2 novembre a Roma, dove si trovava per una serie di incontri sul tema dell'autonomia.

"È sorprendente - ha continuato governatore - che l'assessore al Welfare dichiari oggi che l'azione della Giunta non sia sufficiente. Ne fa parte da un anno e mezzo e non mi pare che abbia sollevato mai problemi. Ciò che però conta oggi è che l'eccellente lavoro sulla campagna vaccinale e sul recupero delle prestazioni frenate dal Covid, non può fermarsi. Su questo sono impegnati i direttori generali di tutte le Ats e Asst della Regione ed è necessario non perdere nemmeno un attimo".

Le reazioni

Non si sono fatte attendere le reazioni nel mondo politico milanese e lombardo. Per il sindaco di Milano Giuseppe Sala, "era un qualcosa di atteso". "Se il rapporto di fiducia non c'era più, Moratti ha fatto quelo che non ha avuto il coraggio di fare Fontana". Secondo il sindaco meneghino, è plausibile che ora Moratti pensi a candidarsi a presidente della Lombardia nel 2023, "ma non è chiaro da chi potrebbe essere appoggiata. Oggettivamente è difficile che sia appoggiata dal centrosinistra, ma non spetta a me decidere. Noi però dobbiamo sbrigarci a trovare un candidato". Sentirà invece Renzi e Calenda, leader di Italia Viva e Azione, per capire "se Moratti potrebbe fare la candidata del terzo polo".

E Carlo Calenda affida a una breve nota la sua reazione, affermando che Moratti "è stata coraggiosa nel rassegnare le dimissioni dal pessimo governo di Attilio Fontana. Ha svolto un ottimo lavoro nel corso della campagna vaccinale, che prima di allora era in un caos indegno per una grande Regione europea. Sono certo che in futuro potrà dare un contributo positivo nella politica regionale o nazionale". 

"Il governo della Lombardia si sta spostando sempre più a destra": è questo il pensiero di Alessandro Alfieri, vice presidente dei senatori del Partito democratico. "Non ci sono più i moderati e la gestione della Regione è sempre più in mano ai sovranisti. Esattamente in linea con quanto avviene a Roma, dove i primi provvedimenti del governo di Giorgia Meloni, a partire da quello che riammette i medici no vax in servizio, confermano questa deriva identitaria. Ora sta a noi costruire l'alternativa unendo moderati e sinistra riformista", afferma Alfieri. E per la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi, "la giunta lombarda è frantumata. Posizioni differenti, guerre interne manifestate oggi con le dimissioni della Moratti. E' una guerra di potere. Noi abbiamo lavorato cercando di costruire un tavolo delle opposizioni. Tutti coloro che si sentono non rappresentati da questo governo devono trovarsi e costruire una alternativa. Il tema è la Salute, la Sanità, le liste di attesa, i trasporti, la formazione professionale".

Per Nicola Di Marco, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione Lombardia, "questa disastrosa esperienza di governo" dovrebbe terminare con le dimissioni di Fontana: "La farsa è terminata. Moratti, chiamata a salvare il centrodestra dai disastri del duo Fontana-Gallera e dall'incapacità di gestire la pandemia, se ne va sbattendo la porta, certificando il fallimento di questa giunta. Fontana, ancora una volta, non ha avuto la forza di decidere e ha atteso passivamente l'ennesimo ceffone". Ancora, "quello di sfiduciare il governo della Lombardia e quello nazionale. Il culmine del suo lavoro è stato quindi il comunicato di oggi. Un percorso studiato a tavolino verso la propria candidatura, che di fatto ha dimenticato le esigenze dei cittadini lombardi".

Per Michele Usuelli, capogruppo di +Europa/Azione in Regione Lombardia, "in questi cinque anni abbiamo assistito al cambio di tre direttori generali della Sanità, e dopo Gallera e Moratti ora attendiamo il terzo assessore alla sanità. Nel frattempo abbiamo inutilmente denunciato il disastro della gestione covid, l’incapacità di relazione con i professionisti sanitari ospedalieri e della medicina di territori, abbiamo lottato contro una riforma del sistema sanitario lombardo che peggiorava quelle di Formigoni e Maroni. Intanto Fontana continuava a tranquillizzarci dicendo che tutto andava bene, mentre nessuna Regione italiana ha avuto un così ampio e maldestro turn over di politici e tecnici nelle posizioni apicali del governo sanitario". Ora, in vista delle elezioni del 2023, "è giunto il tempo" di un "federatore autorevole e competente" per un'alleanza che "liberi la Lombardia, dopo 28 anni, da una malagestione della destra che sta distruggendo il nostro sistema sanitario regionale". E, per Usuelli, il nome giusto è quello di Carlo Cottarelli, neo senatore del Pd. 

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