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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Lombardia, il primo giorno della nuova giunta. E la Moratti non va in commissione sanità

Subito polemiche dell'opposizione per l'assenza di Letizia Moratti in commissione sanità

Esordio ufficiale della nuova giunta lombarda, che mercoledì mattina ha tenuto la prima seduta ufficiale dopo il rimpasto che nei giorni scorsi ha portato al Pirellone Letizia Moratti al welfare, Alessandra Locatelli alle politiche sociali e Guido Guidesi allo sviluppo economico al posto di Giulio Gallera, Silvia Piani e Martina Cambiaghi, che hanno invece salutato la compagnia. 

All'ordine del giorno, hanno spiegato dalla regione, c'era "un provvedimento di carattere strettamente organizzativo, riguardante adempimenti connessi alla funzionalità delle singole deleghe".

Ad aprire i lavori è stato il padrone di casa, il governatore Attilio Fontana, che ha voluto dare - di nuovo - il suo personale benvenuto ai nuovi assessori, esprimendo la volontà "di dare un ulteriore e forte impulso all'attività della regione più importante del nostro Paese".

Moratti assente in commissione sanità

Ma l'esordio della nuova giunta è stato bagnato dalle polemiche. In contemporanea con la prima seduta era infatti in programma la commissione sanità, che ha visto il neo assessore al welfare, Letizia Moratti, come la grande assente. 

"È un pessimo inizio. È suo dovere dire ai consiglieri cosa intende fare per riforma della legge sulla sanità e campagna vaccinale”, ha tuonato la consigliera regionale del Pd, Carmela Rozza, dopo la commissione, alla quale hanno preso parte in audizione il direttore generale del welfare, Marco Trivelli, e il responsabile della campagna vaccinale anti covid, Giacomo Lucchini.

"La presentazione del documento di riforma della sanità - ha proseguito la Rozza - imponeva la presenza dell’assessore Moratti. Sta a lei, a fronte dell’urgenza di riforma della sanità lombarda, indicare quali sono le linee che vuole seguire. Così come sta a lei tracciare le linee del piano vaccinale anti covid in Lombardia, la cui urgenza è del tutto evidente”.

“Il presidente Monti - ha sottolineato la consigliera Pd - non è certo stato alfiere dei diritti dei consiglieri. Avrebbe dovuto invitare l’assessore Moratti ma non l’ha fatto e si è giustificato dicendo che aveva indetto una riunione con i capigruppo  di cui però a nessuno risulta traccia. L’assessore, da parte sua, ha già iniziato a incontrare i direttori generali e gli ordini professionali, il che è sicuramente utile, ma non può sottrarsi al confronto con l’assemblea legislativa che dovrà votare la legge di riforma della sanità. Altrimenti la volontà di collaborare con il consiglio, annunciata al suo insediamento, rischia di restare una dichiarazione alla stampa. Aspettiamo sia concretizzata nei fatti". 

E in effetti, nel giorno della sua presentazione, la Moratti aveva annunciato l'intenzione di riformare la legge che regola la sanità lombarda - la legge 23, nota come legge Maroni - e di voler lavorare fianco a fianco con i consiglieri, opposizione compresa. 

La sua assenza in commissione non è andata giù neanche al Movimento cinque stelle. A farsi portavoce del malcontento è stato il consigliere Carlo Borghetti: "Letizia parte male - il suo j'accuse -. Ha detto che vuole fare la riforma della sanità lombarda coinvolgendo le opposizioni, ma ha già incontrato i direttori Generali bene, ha fissato l’incontro con gli ordini professionali, bene, ma oggi non si presenta in commissione sanità dove dovevamo parlare della riforma e ne avevamo chiesto ovviamente la presenza". 

"Dirà che aveva la Giunta: bastava dirlo, avremmo spostato la commissione. E comunque anche un collegamento di due minuti da remoto sarebbe stato un buon segno. Ora attendiamo di sapere la data in cui verrà in commissione, perché gli elettori hanno votato i consiglieri regionali, e siamo noi per legge - ha concluso - ad avere il diritto e dovere di dare gli indirizzi e fare le riforme".

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