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Le Sardine lombarde fanno squadra passando alla fase 2: coinvolgere tutti i Consigli comunali contro l'odio

Lanciata la prima operazione condivisa, #incomunesenzaodio. Una richiesta precisa e netta, diretta a tutti gli amministratori dei comuni della Lombardia affinché approvino un documento contro odio, razzismo e xenofobia

A pochi giorni dalle importante elezioni regionali in Emilia-Romagna tornano alla ribalta, anche in Lombardia, le Sardine, il movimento popolare spontaneo nato proprio a Bologna lo scorso novembre.

È così che i rappresentanti di alcuni comitati locali lombardi, compresi quelli della provincia di Sondrio, si sono riuniti nei giorni scorsi a Milano per la prima assemblea dei rappresentanti delle Sardine in Lombardia. Un passo avanti, dopo le numerose manifestazioni di piazza, per istituzionalizzare e legittimare maggiormente il movimento popolare.

«L'incontro di Milano è stata un’occasione di condivisione e di primo confronto tra realtà presenti su territori diversi, ma accumunate dagli stessi valori che le Sardine propongono. L’obiettivo è quello di una visione sinergica e di azioni coordinate a livello regionale. Inizialmente lavoreremo con le province più vicine e per geografia e per caratteristiche come Bergamo, Brescia, Como e Lecco per poi estendere ad altre realtà e contestualizzare in maniera più ampia anche le nostre istanze locali» ha dichiarato il rappresentante valtellinese, Giorgio Rocca.

La prima azione condivisa

L'assemblea lombarda è stata anche l'occasione per lanciare la prima operazione condivisa, #incomunesenzaodio. Una richiesta precisa e netta, diretta a tutti gli amministratori dei comuni della Lombardia. 

«Stiamo scrivendo ai sindaci, assessori e consiglieri comunali chiedendogli di approvare un documento che faccia del contrasto all’odio, razzismo e xenofobia una priorità per la propria amministrazione.  Oggi in Lombardia, come tra qualche giorno in Emilia Romagna, c’è da prendere una scelta chiara e netta: essere dalla parte di chi strumentalizza le nostre paure o chi vuole che cessi questo clima di odio diffuso. Noi scegliamo di dire stop a odio, razzismo e xenofobia» ha concluso Rocca.

La nota pubblica delle Sardine lombarde

È sempre più evidente che la nostra società si trovi di fronte a una scelta. Il livore e l'aggressività che accompagnano e caratterizzano la vita politica del nostro Paese sono sotto gli occhi di tutti.

           In questi mesi,  anche grazie alle Sardine, è stato possibile far emergere l’esistenza di un’altra Italia, che alla politica becera, priva di contenuti e incentrata sulla propaganda dell’odio risponde con i valori della solidarietà, dell’accoglienza, del rispetto dei diritti umani, dell’intelligenza, della non violenza, dell’antifascismo, dell’antirazzismo e della giustizia sociale 

Chiediamo di disconoscere le parole e le manifestazioni di intolleranza nell’azione politica, che sempre più spesso legittimano e fomentano l'odio.  Proprio tali azioni concorrono a determinare non soltanto una crescente frammentazione del tessuto sociale, economico e politico, ma anche il logoramento delle relazioni umane e il profondo impoverimento della nostra cultura.

Avvertiamo forte la necessità di tracciare un solco netto tra chi strumentalizza le nostre paure e chi vuole, invece, che questo clima di odio diffuso giunga al capolinea. 

È sulla base di questi presupposti che, a partire da questa sera, scriveremo ai Sindaci, agli Assessori e ai Consiglieri degli oltre 1.500 comuni di Regione Lombardia. 

A loro chiediamo di presentare nel proprio Consiglio Comunale un atto di indirizzo, simile a quello già depositato a Bergamo e in altri comuni, che definisca il contrasto all’odio, al razzismo e alla xenofobia una priorità per la propria amministrazione, traducendola in fatti concreti e tangibili.

In particolare, invitiamo tutti i Consigli comunali di Regione Lombardia a:

−      sostenere il percorso della commissione istituita dal Senato della Repubblica promossa dalla Senatrice Liliana Segre e predisporre adeguate iniziative di informazione sui risultati della stessa;

−      coltivare la memoria dell’antifascismo e della lotta contro tutti i totalitarismi, dei crimini compiuti nelle guerre coloniali, delle leggi razziali, della persecuzione degli ebrei e dalla Shoah, collaborando con le associazioni territoriali per la tutela e la valorizzazione della memoria della Resistenza;

−      creare nuove azioni di sensibilizzazione culturale e civica contro il razzismo e la xenofobia e contro le discriminazioni di ogni sorta;

−      sollecitare il Parlamento perché si completi la legislazione di contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza;

−      aderire alla “Rete dei comuni per la memoria, contro l’odio e il razzismo”. 

Oggi, in Lombardia, come tra qualche giorno in Emilia Romagna e Calabria, vogliamo tracciare questo solco chiaro e definito, espressione della società che vogliamo essere: fatta di uomini e di donne consapevoli, attori e attrici del presente e del futuro che li attende.

La società che oggi ci ospita, un domani accoglierà i nostri figli. Vorremmo lasciare loro tutti gli strumenti utili per “vivere tra gli uomini”.

       Nella convinzione che queste parole risuonino negli amministratori locali, così come già risunano in tanti cittadini, chiediamo loro di esprimersi a favore di questa operazione #incomunesenzaodio.

                              Le sardine della Provincia di Sondrio

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