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MES e statuto speciale: la ricetta del Terzo Polo per la sanità di montagna

La proposta di Bertolini e Del Barba per voltare pagina negli ospedali: uno status specifico, più soldi per i medici ed un ospedale nuovo a Sondrio

Il riconoscimento delle specificità montana anche in ambito sanitario, l'aumento degli stipendi, l'incremento dei fondi messi a disposizione dalla Regione e la costruzione di un nuovo ospedale a Sondrio, con il contemporaneo ammodernamento degli altri presidi ospedalieri della valle. Sono questi gli "ingredienti" per una svolta nella gestione della sanità di montagna secondo i candidati di Azione/Italia Viva, Mauro Del Barba e Alessandro Bertolini, in vista delle elezioni politiche di domenica 25 settembre.

"La sanità in provincia di Sondrio, e più in generale nei territori periferici, è in totale emergenza. In questi decenni la Regione, gestita dalla solita forza politica, ha fatto via via decadere e scemare l'eccellenza sanitaria che c'era un tempo. Il covid ha accelerato questo processo, anche nella grande città metropolitana. Il nostro partito, a livello nazionale, ha aperto i suoi programmi ad una scelta forte ed inequivocabile come quella di utilizzare le risorse del MES per investire sulla sanità, considerandola una questione di sicurezza nazionale e di tenuta sociale", ha dichiarato il deputato morbegnese capolista al seggio plurinominale per la Camera.

"Questa per la provincia di Sondrio è l'opportunità di 'mettere sul tavolo' un progetto e non degli slogan, l'occasione di voltare pagina e scegliere una forza politica che a livello nazionale vuole mettere grandi risorse sulla sanità, investendo in strutture ed attrezzature. Abbiamo chiara l'idea che i territorio vadano gestiti, a livello locale, in base alle loro specificità. Lo abbiamo dimostrato già in passato quando abbiamo fatto la riforma della Province, portando la 'specificità montana'" ha aggiunto Del Barba.

Tanti problemi

I problemi che affliggono la sanità valtellinese sono tanti. Bertolini, candidato nel seggio uninominale per la Camera, ne spiega le ragioni. "La provincia di Sondrio ha una bassa densità abitativa ed una conformazione geografica che la espongono a delle diseconomie che il governo regionale di centrodestra negli ultimi 25 anni non ha compreso. Poi c'è un'altra cosa che molti non sanno: tutti i dipendenti nella sanità sono sfruttati. Tutti hanno un contratto di lavoro di 38 ore settimanali (36 se sono infermieri) e nessuno riesce a rispettarlo, lavorando di più. Vi faccio un esempio: una mia collaboratrice avrebbe dovuto lavorare 159 ore in luglio, in realtà ne ha lavorate 238. Le ore in più sono state 'messe' in una sorta di salvadanaio, che oggi consta 1118 ore, senza che vengano mai monetizzate, ne utilizzate per ferie o malattia. Sono semplicemente 'date' alla comunità. La stessa dottoressa ha anche 79 giorni di ferie non godute e 7 recuperi per turni festivi. Le ferie in un anno sono 32 e le ore massime che si può lavorare, come indicato dalla legge 161/2014, sono 48 a settimana. Si da per scontato che un medico lavori 48 ore a settimana. La sanità italiana si regge così ovunque. La Regione sa bene questa cosa".

La questione è complessa. Il quadro normativo vigente (in primis il decreto Balduzzi) non permette a territori con una bassa densità abitativa di offrire cure in grado di assorbire l’intera domanda. Un circolo vizioso che, come raccontato nel portale Piano Nazionale Esiti, obbliga di fatto i malati alla fuga fuori provincia. "Gli indici di fuga denotano due cose: l'insoddisfazione e la sfiducia della popolazione e l'incapacità della sanità provinciale di rispondere ai bisogni della sua gente" rimarca Bertolini.

Costi attuali

Non di poco conto la questione economica secondo i due candidati con Renzi e Calenda. "Nei giorni scorsi il direttore generale di ATS della Montagna Stradoni, che gestisce il finanziamento regionale per la provincia di Sondrio, ha raccontato che in un anno sono stati spesi, per servizi sanitari comprensivi di farmaceutica, stipendi, ricoveri, assistenza a disabili, 1.500 euro a cittadino. La quota capitaria stabilita dallo Stato, che arriva direttamente dalla fiscalità generale, è di 1.900 euro. Il finanziamento nazionale non è stato speso tutto nel nostro territorio, addirittura sono stati risparmiati 72 milioni di euro".

Ma la critica si allarga anche all'assessore regionale Sertori. "Nei giorni scorsi ha rilasciato un'intervista in cui raccontava che sono stati fatti investimenti per 130 milioni di euro di 'rattoppi ospedalieri'. Non so se questi soldi sono in conto capitale di quest'anno, o a metà con l'anno prossimo, ma 72 milioni erano già nostri. Si parli chiaro. Se ogni anno risparmiamo 72 milioni di euro di quanto ci viene assegnato dallo Stato in quanto cittadini, ogni dieci anni accumuliamo 720 milioni di euro. E pensare che quando ci dettero la PET (tomografia ad emissione di positroni, ndr), costo totale 2/3 milioni di euro, ci sembrò che fosse arrivato addirittura Babbo Natale", ha commentato sarcastico il medico.

Il progetto del Terzo Polo

La proposta del Terzo Polo è chiara ed è contenuta nel progetto “Dare dignità e qualità alla Sanità di montagna”, redatto dallo stesso Bertolini, primario del reparto di Oncologia dell'ospedale di Sondrio, con la supervisione di alcuni colleghi ed amici. "Il nostro è un progetto di carattere nazionale. Se la Regione è inadempiente, visto che in 25 anni non ha capito che qui ci sono dei problemi, ci deve pensare Roma, semplicemente andando a spacchettare la legge 502/1992. Non è possibile avere in provincia di Sondrio 1900 euro a cittadino per gestire la sanità. Serve che venga riconosciuto uno status speciale come a Bolzano, dove i medici prendono il doppio di quanto prendiamo noi qui. Perché loro si e noi no? Abbiamo bisogno di investire nella nostra sanità".

Per Bertolini è una questione di attrattività professionale ed strutturale: "Un medico si sposta e va a lavorare in un posto dove è certo di una crescita Qui abbiamo perso la capacità formativa che avevamo. Non siamo più attrattivi per i colleghi". Discorso analogo per le strutture ospedaliere, in alcuni casi vecchie di 80 anni. "Cosa valuta un utente quando entra in un ospedale? Valuta la qualità degli ambienti. In Valtellina avremmo bisogno di un ospedale nuovo che sia attrattivo nei confronti dell'utente e nei confronti di chi ci va a lavorare. Un ospedale nuovo sarebbe la svolta. Siamo l'unica provincia lombarda a non avere un nosocomio nuovo".

Tra le altre proposte avanzate anche quella di rintrodurre la figura del medico associato, incaricato di affiancare il "medico di base" nella gestione dei pazienti in "eccedenza", di reintegrare in servizio di chi è andato in pensione - "che abbia ancora voglia di dedicarsi alla professione" - e di permettere di svolgere la professione medica ai neolaureati che abbiano superato l'esame di stato (senza fare la scuola di specializzazione).

Riorganizzazione dei presidi

Centrale per i due rappresentanti del Terzo Polo la riorganizzazione della rete ospedaliera provinciale. Nel capoluogo, come detto, la proposta vede la realizzazione di un nuovo ospedale con tutte le attività già presenti nel territorio, comprese le alte specialità. "Questo passaggio organizzativo consentirebbe alla Struttura di essere professionalmente attrattiva nei confronti del personale dirigenziale, del comparto e dell’utenza".

Per Morbegno invece, dove oggi l’attività è ridotta a POT, si ipotizza di poter mantenere la medesima organizzazione di oggi. "Il poliambulatorio eroga prestazioni specialistiche non presenti nel presidio come tipologia di degenza, ma efficaci per creare percorsi su Sondrio che dista 27 chilometri o su Sondalo. L’ambulatorio di Morbegno potrebbe diventare la porta d’ingresso dei pazienti extra provincia, per comodità logistica. Per garantire questa attività al massimo dell’erogabile, la presenza di specialisti dovrebbe essere implementata dallo status di provincia speciale".

A Chiavenna "l’attività ambulatoriale specialistica dovrebbe essere la medesima di Morbegno, così come dovrebbe esserlo l’attività diagnostica radiologica, cardiologica, endoscopica. Manca personale e ha perso la sua mission zonale non rispondendo, per nessuna massa critica, al decreto Balduzzi. Il bacino d’utenza è di 23000 abitanti, ceduto quasi tutto da Regione al presidio privato accreditato di Gravedona. L'ospedale chiavennasco potrebbe diventare centro di patologia geriatrica e riferimento provinciale per la piccola chirurgia giornaliera senza necessità di supporto rianimatorio: oculistica, dermatologica, bioptica ecc. Un'attività di questo tipo sarebbe attrattiva oltre il bacino d’utenza".

Sondalo come Sondrio

"Secondo noi per Sondalo valgono le stesse regole enunciate per Sondrio: status privilegiato, retribuzioni, attrattività. Il secondo ospedale della provincia dovrà avere una quota parte zonale, inserita nelle dinamiche identiche a quelle di Sondrio nell’erogazione delle prestazioni al territorio. Per reggere, come seconda struttura ospedaliera, dovrebbe avere una mission totalmente extra provinciale", è scritto nello studio di Bertolini.

"Cosa inserire come eccellenza attrattiva a Sondalo? Tutto l’aspetto pneumologico e tisiologico, che ha un valore storico e che non trova nel breve chilometraggio risposte concorrenziali, le nuove malattie infettive, tutto l’aspetto riabilitativo, post neurologico, post trauma e l'unità spinale. Per essere attrattivi per i professionisti e per un’utenza regionale pensiamo alla traumatologia sciistica che fa dei nostri specialisti ortopedici dei grandi professionisti. La patologia ortopedica elettiva, che anche in provincia sta lievitando in termini di lista d’attesa, rappresenta un grosso mercato sanitario nazionale. La patologia elettiva e quella traumatologica troverebbero nella riabilitazione uno sfogo professionale ulteriormente attrattivo. La clinicizzazione ortopedica comporterebbe la trasformazione del Presidio in un centro ortopedico del tutto simile al Galeazzi di Milano, visto dall’utenza regionale e nazionale come riferimento per capacità e rapidità di erogazione delle prestazioni. La clinicizzazione potrebbe trovare sfogo nell’università, aprendo una cattedra ortopedica o una sua succursale".

Qualsiasi investimento strutturale - l'ospedale nuovo di Sondrio ed il miglioramento della logistica ambulatoriale di Morbegno, Chiavenna, Tirano, Bormio, Livigno, con l'adeguamento al nuovo progetto del Presidio di Sondalo - verrebbe pagato, secondo i rappresentanti del Terzo Polo, dal MES, senza intaccare la quota capitaria concessa per ogni singolo cittadino.

La risposta al movimento pro Morelli

Infine un pensiero in risposta al movimento popolare “Rinascita Morelli Autonomo” dopo l'appello a votare scheda bianca alle elezioni di domenica. "Voglio parlare al movimento, il quale ha capito che la questione della sanità è politica e che sarà fondamentale dare indicazioni con il proprio voto di domenica per il futuro del 'Morelli'. Vogliamo 'mettere in campo' qualcosa che venga accompagni questa svolta di consapevolezza che sta vivendo il nostro territorio. La parabola della sanità è evidente e la prognosi è infausta. L'unico modo per invertire la tendenza è quello di fare una scelta politica chiara. La nostra è un'alternativa seria alla scheda bianca, al di là degli slogan" ha dichiarato Del Barba.

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