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Come dovrebbe cambiare la sanità in Lombardia

Letizia Moratti ha presentato la proposta di revisione della Legge regionale sanitaria approvata in giunta giovedì 22 luglio: "L'intero percorso di riforma dovrebbe svolgersi nell'arco di 3 anni, arrivando ad attribuire un ruolo centrale a medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, oltre che alla telemedicina, alla formazione, alle università e alla ricerca"

Una riforma che dovrebbe cambiare la sanità lombarda mettendo al centro la medicina del territorio e la cura della persona. A presentare la proposta di revisione della Legge regionale sanitaria approvata in giunta giovedì 22 luglio è stata la vicepresidente lombarda Letizia Moratti.

Dopo il difficilissimo periodo dell'emergenza sanitaria la cosiddetta Legge Maroni dovrebbe essere riformata alla luce dei gravi limiti del sistema sanitario lombardo messi in luce dalla pandemia, partendo da quella medicina del territorio che ora dovrebbe essere potenziata andando a costituire il cuore di questa riforma.

La riforma, ha tenuto a precisare l'assessora al Welfare, avrà “tempi e risorse certe per dare concretezza alla sanità lombarda e sicurezza ai cittadini”. Il provvedimento dovrebbe partire dai cento distretti territoriali "sede della valutazione del bisogno locale, della programmazione territoriale e dell’integrazione dei professionisti sanitari”, in vigore entro 90 giorni dall’approvazione della legge insieme ai dipartimenti di cure primarie e ai dipartimenti funzionali di prevenzione.

Ad essere creato, poi, entro sei mesi, sarà il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive. Con un altro step successivo verranno istituite centrali operative territoriali, gli ospedali (64) e le case di comunità (216). In particolare, saranno realizzati 26 ospedali di comunità nel 2022, 19 nel 2023, 19 nel 2024 e 86 case di comunità nel 2022, 65 nel 2023, 65 nel 2024. Nel complesso, l'intero percorso di riforma dovrebbe svolgersi nell'arco di 3 anni, arrivando ad attribuire un ruolo centrale a medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, oltre che alla telemedicina, alla formazione, alle università e alla ricerca.

Il provvedimento dovrebbe aumentare il personale sanitario al lavoro negli ospedali della Lombardia. “Il 30% del personale strutture territoriali - ha sottolineato Moratti - sarà di nuova assunzione”. Di qui l'auspicio del presidente della Regione, Attilio Fontana riguardo a un investimento da parte del governo. Il ministro Speranza, come ha ricordato la vicepresidente, “ha parlato di 30mila assunzioni a livello nazionale nei prossimi 3 anni e ha previsto stanziamenti per queste figure. A questo punto ci aspettiamo che il governo prosegua su questa strada”.

Molte risorse, poi, arriveranno dal Pnnr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Ben 567 milioni, infatti, saranno destinate al potenziamento di rete territoriale, telemedicina (166 milioni) e assistenza domiciliare integrata (451 milioni). Saranno invece finanziati con fondi regionali il centro per la prevenzione delle malattie infettive: (85 milioni). I costi del personale invece saranno pari a 17,8 milioni nel 2022, 28,7 nel 2023 e 29,7 nel 2024.

Ad essere promossa  e sostenuta dalla Regione, infine, sarà una rete regionale della ricerca e dell’innovazione nelle scienze della vita. Un hub coordinato dagli Irccs di diritto pubblico, che vedrà coinvolti gli enti di ricerca e le università, per il trasferimento tecnologico in collaborazione con le imprese.

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