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Sondrio, il sindaco Scaramellini verso la fine del suo mandato: l'intervista

Il bilancio personale ed amministrativo dei quasi 5 anni passati a palazzo Pretorio: "Esperienza interessante ed impegnativa. L'intervento che mi ha dato più soddisfazione? La rotatoria in viale dello Stadio". La scelta sul ricandidarsi

Tra pochi mesi scadrà il primo mandato di Marco Scaramellini da sindaco di Sondrio. Dopo cinque anni certamente intensi, tra pandemia, crisi migratorie ed instabilità economiche ed energetiche, ho incontrato il primo cittadino nella sua stüa di palazzo Pretorio per parlare delle sue scelte e delle futuro della città. Una chiacchierata tra esperienze personali e vita amministrativa, alla luce di quanto fatto e di quanto ancora si può realizzare.

Sindaco Scaramellini, tra pochi mesi finisce il suo mandato e tanti sondriesi si chiedono se si ricandiderà. Possiamo dare loro una risposta?
"Non ho ancora preso una decisione. Molti mi chiedono se mi ricandiderò, ma al momento sto ancora valutando. Manca ancora molto tempo e non sappiamo quando saranno le elezioni. Stiamo continuando a lavorare, perché molto c'è da fare. | gruppi e i partiti che compongono la maggioranza, mi hanno chiesto di dare la mia disponibilità ad un secondo mandato, ma sto ancora valutando e al momento non posso ancora dare una risposta".

Come descriverebbe questi quasi 5 anni a capo di palazzo Pretorio?
"Li descriverei come una esperienza interessante, impegnativa, non facile, ma arricchente sotto il profilo umano. Li descriverei anche come anni complicati da eventi inattesi e decisamente unici: la pandemia su tutti, ma anche la crisi energetica e la guerra, che hanno provocato tensioni sociali, preoccupazioni notevoli e un clima di generale sfiducia. Di fronte a queste difficoltà, inaspettate, il gruppo ha reagito con compostezza, compattezza e spirito di servizio che mi hanno veramente colpito favorevolmente".

Potesse tornare indietro, cosa direbbe al Marco Scaramellini appena eletto?
"Se mi permette una battuta, mi direi di comprare un po' di mascherine. A parte le battute la pandemia ha condizionato fortemente le nostre vite ed anche l'azione amministrativa. La scala delle priorità, per forza di cose, è stata fortemente modificata a causa degli eventi. Tutto è passato in second'ordine, rispetto al bene primario della salute. Ci avviciniamo ai tre anni di pandemia su cinque di amministrazione".

Alla luce delle ultime elezioni politiche, con l'avvicinarsi di quelle regionali, come cambiano - se cambiano - gli equilibri all'interno della maggioranza in Comune?
"Posso affermare con sicurezza che gli equilibri all'interno della maggioranza non sono minimamente cambiati. La partita amministrativa comunale si muove con logiche molto diverse da quelle della politica nazionale. Il gruppo di maggioranza è composto da liste civiche e partiti, ma la componente civica è decisamente preponderante nei numeri. Si tratta poi di liste civiche pure, cioè non di liste civiche 'civetta'. Per esempio, la mia lista civica 'Sondrio Viva' è stata creata e composta esclusivamente per dare un contributo amministrativo alla città di Sondrio. Aggiungo che con i partiti che hanno appoggiato la mia candidatura, stiamo lavorando benissimo e in unità di intenti. Quindi ripercussioni zero".

Dal 2018, soprattutto da un punto di vista socio-economico, molte cose sono cambiate, anche a Sondrio. Dal suo punto di osservazione cosa ha notato?
"La pandemia in particolare e il contesto geopolitico in generale, hanno portato un generalizzato clima di sfiducia nei cittadini. È aumentata la tensione sociale e la preoccupazione rispetto al futuro. Abbiamo anche registrato segnali molto preoccupanti rispetto alla gestione dei flussi migratori, che ormai stanno creando tensioni altissime anche sulle amministrazioni comunali, che sono chiamate a stanziare notevoli fondi in parte corrente per affrontare le spese derivanti dalla richiesta di assistenza. È di questi giorni il grido di allarme dei Comuni, in particolare dei Comuni capoluogo, che si trovano nella condizione di non riuscire più a coprire gli ingenti costi, sempre crescenti, dell'assistenza dei minori non accompagnati. Aggiungo che è preoccupante la diffusione di un certo modo di pensare, indirizzato all'assistenzialismo puro, che a mio parere è un moltiplicatore di inefficienza. L'assistenza ai bisognosi è doverosa, e a Sondrio è particolarmente sviluppata ed efficace, ma le politiche basate sull'assistenzialismo hanno provocato disfunzioni nel mondo del lavoro, alle quali ora è difficile porre rimedio. Di fronte alle difficoltà, ciascuno di noi deve darsi da fare, rimboccarsi le maniche e non sempre aspettarsi che qualcun altro intervenga per risolvere i problemi".

Che ricordi ha dell'emergenza covid?
"Il primo periodo della pandemia è stato angosciante. Nessuno sapeva come affrontare questo nemico invisibile. Le istituzioni si interrogavano su come intervenire e nessuno aveva una ricetta. Chi ricopriva ruoli istituzionali si sentiva addosso la responsabilità di trovare delle soluzioni, di dare ai cittadini delle indicazioni, ma senza una ricetta in mano. Durante i mesi più bui, io mi confrontavo periodicamente con i sindaci dei capoluoghi lombardi, con il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e con i direttori generali di ATS ed ASST. I problemi più urgenti da risolvere erano come trovare mascherine, respiratori per l'ospedale di Sondalo, camici, guanti, liquido igienizzanti e, soprattutto, quali determinazioni prendere a favore dei cittadini. È stata una esperienza decisamente provante".

Da un punto di vista umano, com'è fare il sindaco di Sondrio?
"Il mio carattere, mi porta a far prevalere il senso di responsabilità e l'applicazione, al fine di fare tutto il possibile, nel limite delle mie possibilità, per svolgere il ruolo al meglio, con serietà e correttezza. Sotto il profilo umano, è splendido riscontrare quanta ricchezza la nostra società può esprimere, ma è anche difficile da sopportare il fatto che molto di più si dovrebbe fare, ma non si riesce a fare. È la stessa alternanza di sentimenti che sono emersi durante i mesi bui della pandemia. Globalmente però, fare il sindaco porta un arricchimento interiore ed una consapevolezza data dal poter conoscere ed apprezzare molte persone, molte associazioni, molte realtà con le quali si entra in contatto solo grazie al ruolo ricoperto".

Negli anni passati lei ha ricoperto anche il ruolo di assessore nel Comune di Chiavenna. Analogie e differenze tra le due esperienze?
"L'analogia che trovo, è che in entrambi i casi, sia a Chiavenna che a Sondrio mi è stato richiesto di impegnarmi per la collettività, mentre io ero lontano dalla vita amministrativa e politica. Per il resto, le due esperienze sono sensibilmente diverse. Per prima cosa il Comune di Sondrio è un capoluogo di provincia e ciò porta con sè responsabilità decisamente superiori e più complesse. Il sindaco del capoluogo è chiamato a dare il proprio contributo su numerose partite politico amministrative, anche di carattere provinciale, ed anche a collaborare ai processi attinenti la pubblica sicurezza, sotto il coordinamento della Prefettura e delle forze dell'ordine. La dimensione di Sondrio è sensibilmente maggiore di Chiavenna e quindi, in proporzione i problemi da affrontare sono maggiori. Soprattutto, però, il ruolo di sindaco porta con sè un impegno ed una responsabilità notevolmente superiori rispetto a quello di un assessore. A Chiavenna ricoprivo il ruolo di assessore esterno all'Urbanistica, Edilizia e Lavori Pubblici, non eletto, ma nominato dal sindaco, con un profilo spiccatamente tecnico. A Sondrio, da sindaco eletto, sto coordinando un gruppo di persone, assessori e consiglieri, particolarmente preparate e attente, monitorando trasversalmente tutti gli ambiti, con una particolare applicazione sul settore dei Lavori Pubblici, dove ho qualche competenza in più".

Quale progetto/intervento promosso dalla sua Amministrazione ricorda con più piacere?
"Molti sono gli interventi ed i progetti attuati che hanno dato soddisfazione, perché si sono dimostrati utili ai cittadini ed hanno portato valore aggiunto. Potrei pensare, per esempio alla sistemazione della viabilità con la rotatoria in viale dello Stadio, che in tempi brevissimi e con una realizzazione particolarmente efficace, ha risolto un problema decisamente sentito, con ricadute sulla sicurezza molto positive. Ma pensando al futuro, citerei il progetto 'Monte Salute', che trovo particolarmente importante, sia perché rimette in gioco un'area semi abbandonata da 40 anni, sia perché porterà a Sondrio ed al mandamento un valore aggiunto notevole, rispetto a tematiche socio sanitarie, che sono molto sentite e che chiedono soluzioni innovative. La nostra proposta è stata apprezzata dalla commissione giudicatrice e da Regione Lombardia e che ciò ha permesso di vederci assegnati ben 15 milioni di euro di fondi europei. Lo sviluppo della progettazione partecipata è in corso e richiede grande attenzione e una notevole applicazione".

C'è una zona della città che necessità di più attenzioni?
"Direi di no. Nel senso che ogni zona della città ha le proprie peculiarità e merita la stessa attenzione, declinata su azioni di natura diversa".

In città c'è una certa preoccupazione per il futuro del commercio. Tanti sono i negozi chiusi o in procinto di farlo. Anche l'Unione commercio nei giorni scorsi ha lanciato un appello. Cosa può fare il Comune?
"Mi pare di poter dire che il settore del Commercio è sottoposto a cambiamenti continui e ultimamente epocali. Pensiamo allo sviluppo del commercio elettronico. Queste sono dinamiche di livello globale, che sono fuori dalla portata di una Amministrazione comunale. La città di Sondrio vive problematiche comuni a molte città italiane. Sicuramente a Sondrio è in atto un ulteriore cambiamento, che è il passaggio da città di servizi, alimentata da due banche locali fortemente radicate sul territorio, a città vocata al buon vivere ed al turismo. Ciò richiede un adeguamento dell'offerta, in relazione alla domanda che cambia. Questo passaggio non è per niente semplice. Anche la congiuntura globale è sfavorevole, per le attività commerciali, ma anche per tutte le categorie di cittadini, che vedono ridotta la capacità di spesa. Alcune chiusure registrate in città, sono causate dalla mancanza della continuità gestionale familiare. Si vedono però dei segni incoraggianti, che fanno meno 'notizia', con nuove aperture e ampliamenti di attività esistenti. Direi che il comparto della ristorazione e della ricettività è quello che ha notevoli spazi di crescita".

Come descrivere Sondrio a chi non la conosce?
"lo la descriverei come la descrive chi ci visita: una città bella, ordinata, con una elevata qualità della vita, ancora a misura d'uomo, popolata da persone affidabili, incastonata in un territorio meraviglioso, posta in una posizione strategia rispetto alla macro regione alpina, che offre molte opportunità a chi la visita. Chi arriva a visitarci resta sorpreso. Questa sintesi è tratta dai tanti commenti che ho raccolto in occasione della Wine Trail o durante la lunga chiacchierata che ho fatto recentemente con Massimiliano Ossini, in visita da noi in occasione del Sondrio Festival. lo spero che i cittadini di Sondrio diventino i primi sostenitori della propria città, mettendo in evidenza le positività che offre".

Al di là di chi sarà il sindaco dal 2023, quali sono le sfide che attendono la città di Sondrio?
"Pensando al futuro, le sfide che attendono la città di Sondrio sono quelle comuni al territorio provinciale ed in particolare a quello mandamentale: restare al passo con il tempo. I cambiamenti sono continui, veloci e inevitabili. Dovremo essere capaci di cogliere i segni e anticipare i tempi, in una azione comune, di territorio, volta a dare prospettive nuove ai nostri giovani. L'obbiettivo che mi sento di porre in evidenza e quello di poter dare ai nostri figli e nipoti 'la possibilità di scegliere dove realizzarsi'. Dopo il periodo di studio e di formazione, che ciascuno deciderà dove svolgere, mi piacerebbe che i nostri giovani possano scegliere se realizzarsi lontano dalla nostra Provincia o nella propria terra di origine e che la scelta di andarsene non sia obbligata. Abbiamo la fortuna di poter godere di fondamentali forti: una qualità della vita alta, un paesaggio straordinario, prodotti enogastronomici di alto livello. Abbiamo tutto per poter creare condizioni favorevoli allo sviluppo. Sicuramente il turismo potrà essere un motore di sviluppo importante. Per quanto riguarda la città di Sondrio, la sfida sarà compiere la transizione da città di servizi a città a vocazione turistica, ospitale anche per chi vorrà vivere in una città dall'alta qualità della vita".

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