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In Regione un'interrogazione sulla gestione di Secam del servizio idrico

Il consigliere regionale del Partito Democratico Pietro Bussolati ha chiesto chiarimenti alla Giunta Fontana: "Sono state attivate delle forme di verifica?"

Nei giorni scorsi il consigliere regionale del Partito Democratico, Pietro Bussalati, ha presentato un'interrogazione per fare chiarezza sulla gestione di Secam del servizio idrico in provincia di Sondrio. Nello specifico il dem, affiancato dal Coordinamento Acqua Pubblica della Provincia di Sondrio rappresentato dall'ex sindaco di Piateda, Martina Simonini, vuole sapere se la Regione si sia mobilitata per monitorare l'annoso contenzioso tra utenti e società su tariffazioni e letture.

"S.Ec.Am. Spa, Società per l’Ecologia e l’Ambiente, costituita nel 1995, riunisce tutti i 77 Comuni della provincia di Sondrio, l’Ente Provincia e le cinque Comunità Montane della Provincia di Sondrio e che negli anni ha diversificato i propri obiettivi intervenendo nell’ambito dell’igiene urbana, nella gestione del servizio idrico e nella produzione di energia da fonti rinnovabili. Per quanto riguarda la gestione del servizio idrico integrato, S.Ec.Am è stata designata quale gestore unico già dal 2014, con il trasferimento delle competenze dai singoli Comuni, con investimenti svolti negli anni che hanno consentito una razionalizzazione degli impianti di depurazione, ad una interconnessione degli acquedotti e ad una equiparazione delle differenti tariffazioni precedentemente vigenti nel perimetro d’Ambito" scrive Bussolati nell'interrogazione.

Sono proprio le modalità di tariffazione a rappresentare i problemi maggiori, "in particolare riguardo alla difficoltà di lettura delle bollette, alla presenza di numerose inesattezze, alla mancanza in alcune letture dei consumi relativi, alla fatturazione in alcuni casi di importi stimati pur se in presenza di autolettura verificata ed in altri casi di importi fatturati forfettariamente ad utenti privi di contatore con la conseguenza che alle volte – come ad esempio nel caso di proprietari di seconde case – gli utenti hanno dovuto pagare centinaia di metri cubi in luogo delle poche decine effettivamente consumate" continua il consigliere di minoranza.

"Questa situazione ha convinto il Coordinamento Acqua Pubblica della Provincia di Sondrio attraverso Confconsumatori nazionale a presentare ricorso al TAR il 4 dicembre 2017 per esprimersi tra l’altro “in ordine alla illegittimità dello schema tariffario adottato dall’Ufficio d’Ambito di Sondrio, nonchè previa dichiarazione di illegittimità delle modalità adottate per la determinazione della quota fissa e delle quantificazioni forfettarie dei consumi per gli utenti sprovvisti di contatore. A tale ricorso hanno aderito 418 singoli utenti e 102 amministratori condominiali in rappresentanza di oltre 2.000 utenti. Successivamente, il 9 maggio 2018 il TAR della Lombardia – Sede di Milano si è espresso non riconoscendo la Confconsumatori nazionale come soggetto legittimato a rappresentare gli interessi degli aderenti al ricorso e da qui la stessa Confconsumatori il 4 febbraio 2019 ha presentato ricorso al Consiglio di Stato per la non corrispondenza tra lo status dei richiedenti e le valutazioni del TAR Lombardia" ricostruisce l'interrogazione.

Oggi, a distanza di 4 anni e dopo tre richieste di estrazione, il prossimo 28 febbraio 2023 verrà discusso il ricorso al Consiglio di Stato. "Ciò aiuterà ad avere una valutazione ulteriore di una situazione che non si presenta, comunque, come un esempio di capacità di conciliazione tra esigenze dell’utenza e le pratiche di gestione del servizio idrico. La situazione appare decisamente anomala anche inconsiderazione del fatto che S.Ec.Am., pur non volendo entrare nella questione specifica degli importi forfettari, “ha sottoscritto un protocollo di intesa con Federconsumatori, Adiconsum e Adoc per attività di promozione della conciliazione paritetica per problemi o contestazioni riguardanti, in particolar modo, la ricostruzione dei consumi idrici, il contenzioso per inadempienze contrattuali, la mancata osservanza degli standard di qualità e degli obblighi previsti dalla carta della qualità dei servizi.” così come viene riportato dalla stessa società", evidenzia Bussolati.

È dopo aver ricostruito il quadro generale che il firmatario, rivolgendosi all'intera Giunta Fontana ed all'assessore competente, chiede specifici chiarimenti. "Vorrei sapere se, essendo acclarata da tempo la situazione del contenzioso tra utenti e società di Gestione del servizio idrico d’ambito, siano stati attivate delle forme di verifica della situazione e delle ragioni delle parti, questo anche in relazione al fatto che la Clausola valutativa di cui all’articolo 13 ter punto 4, lettera a) punto 4della l.r. 12 dicembre 2003, n. 26 prevede che la relazione biennale in materia di risorse idriche (l’ultima è ormai del 2019 e dovrebbe essere già pronta quella del 2022) deve riportare “le azioni intraprese dalla Regione e dai gestori in tema di trasparenza e cura dei diritti dei consumatori e degli utenti". Entro pochi giorni la riposta ai quesiti sarà dovuta.

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