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Sabato, 2 Dicembre 2023
Situazione che non si sblocca

Garante dei detenuti: "Se non può svolgere i suoi compiti, abolite pure questa figura"

In un acceso dibattito in commissione a Palazzo Pretorio a sostenerlo è stata la stessa titolare del ruolo, Orit Liss

Piuttosto che andare avanti così, nell'impossibilità di svolgere i propri compiti e il proprio ruolo, meglio lasciare l'incarico e, per l'amministrazione comunale, addirittura rinunciare a questa figura attualmente svuotata da ogni funzione concreta.

A lanciare, per l'ennesima volta, questa denuncia, dopo quelle degli anni scorsi e dopo le dichiarazioni rilasciate anche alla nostra testata nei giorni scorsi, il garante dei detenuti di Sondrio Orit Liss:  "In passato ho dato tante colpe alla direttrice del carcere - ha sottolineato proprio la Liss nel corso della seduta della commissione di lunedì pomeriggio a Palazzo Pretorio - che mi diceva "guarda nelle tue tasche". Aveva ragione: se non posso girare liberamente per il carcere e sono sempre accompagnata dai poliziotti, se nei colloqui con i detenuti c'è sempre un poliziotto che quasi origlia appena fuori dalla porta, se le domande che presentano i detenuti per gli incontri non mi arrivano, io non ho gli strumenti per svolgere il mio ruolo. Se il Comune non mostra i muscoli, non è alle mie spalle in questo io non posso fare nulla. E, se trovo questi muri io mollo. Se posso contribuire lo faccio volentieri, volevo ripagare l'Italia e Sondrio, a cui voglio bene, per il modo in cui sono stato accolta, ma a queste condizioni io mi sto per arrendere".

"Ci sono - ha proseguito Orit Liss - anche difficoltà di comunicazione: la cooperativa Forme fa cose meravigliose, ma che non mi vengono comunicate. Cerco di contattarli di confrontarmi con loro, ma vengo ignorata dentro e fuori dal carcere. Mi dispiace, ma il Comune di Sondrio non ha risorse e strumenti per sostenere la figura del garante dei detenuti: c'è a disposizione una figura preparata accademicamente e il Comune non è in grado di sfruttarla. Questa è una vergogna e sinceramente mi rifiuto che il mio nome venga associato, a queste condizioni, al ruolo di garante dei detenuti di Sondrio".

Una situazione che suggerirebbe, secondo gli esponenti della minoranza e in particolare di Donatella Di Zinno (Sondrio Democratica) addirittura la soluzione di rinunciare alla figura del garante dei detenuti: "La garante è stata votata all'unanimità dal consiglio comunale e da 3 anni ha il problema di non riuscire a svolgere neanche il minimo sindacale del suo ruolo. Una situazione che ha ribadito anche in questa commissione: un anno e mezzo fa il precedente assessore, Lorenzo Grillo Della Berta aveva preso l'impegno di creare un tavolo istituzionale per appurare l'eventuale sussistenza di atteggiamenti ostativi. C'è stata una comunicazione con la direzione del carcere lo scorso 31 marzo, ma di cui abbiamo saputo solo settimana scorsa, e poi nient'altro. Ora chiediamo che venga finalmente aperto questo tavolo istituzionale, altrimenti il Comune fa più bella figura a togliere questo ruolo".

"E' stucchevole - ha fatto eco Roberta Songini (Pd) - che il garante sia cnora qui dopo un anno e mezzo a ripetere le stesse cose. Ora la maggioranza ci deve dire chiaramente se questa figura interessa o no: da tre anni dimostra di no e questo è offensivo nei confronti di una minoranza che ha votato il garante proprio insieme alla maggioranza".

I partecipanti alla commissione di lunedì

La replica

A replicare e a fare il punto della situazione l'assessore ai servizi sociali Maurizio Piasini: "La figura del garante dei detenuti ci interessa e la sosteniamo come abbiamo sempre fatto. Sono nati dei problemi che abbiamo affrontato con comunicazioni scritte al carcere perchè volevamo che di queste rimanesse traccia. Abbiamo mandato due lettere e avuto un incontro. La direttrice del carcere ci ha detto che la norma non prevede che il garante giri liberamente. Siamo in contatto con Anci Lombardia per capire se sul protocollo tra Anci e garante nazionale si possano fare dei passi avanti. Per quanto riguarda la comunicazione, ho chiesto agli uffici di avvisare sulle iniziative e così è stato fatto a partire da settembre".

"La rigidità attuale dipende da norme che sono stabilite dal Ministero e non dal Comune e con un muro contro muro - ha proseguito Piasini - non andiamo da nessuna parte. Dobbiamo trovare il modo di collaborare con la direttrice e di costruire un percorso con l'amministrazione penitenziaria. Da parte nostra c'è la volontà di trovare una strada di cambiamento, magari con la proposta di individuare una giornata in cui il garante possa sempre accedere. Tutto questo senza dimenticare che anche il garante può coinvolgere con azioni fuori dal carcere il Comune, le associazioni, gli avvocati, i carabinieri. Vogliamo comunque cambiare le prospettive per il presente e anche per chi ci sarà dopo, visto che ad aprile scadrà l'attuale mandato".   

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