Frontalieri tassati per la sanità, Italia Viva attacca
Il commento di Chiara Pozzi, presidente di Italia Viva Sondrio: "Ancora una volta il centrodestra dimostra di essere bravo nelle chiacchiere e meno nei fatti”
Il contributo che i lavoratori frontalieri dovrebbero versare per il servizio sanitario di frontiera, previsto nelle prossima Legge di Bilancio, non piace ad Italia Viva. "Ancora una volta il centrodestra dimostra di essere bravo nelle chiacchiere e meno nei fatti”, commenta Chiara Pozzi, presidente di Italia Viva Sondrio.
Nelle bozze che stanno circolando si legge che i frontalieri dovranno versare un contributo pari al 3-6 % sul salario netto per il Servizio Sanitario di frontiera. "Il Governo mette le mani in tasca anche ai lavoratori frontalieri, ratificando il nuovo accordo fiscale con la Svizzera, quando è noto a tutti che era proprio della Lega lo slogan 'non un euro in più di tasse per i vecchi frontalieri', aggiunge la Pozzi facendo sue le parole degli onorevoli Mariachiara Gadda e Mauro Del Barba.
“Dopo anni di parole, concretamente si dimostra che noi le tasse le togliamo, come avvenuto con il provvedimento voluto a suo tempo dal Sen. Del Barba che sanò una situazione iniqua che perdurava da oltre 40 anni, mentre loro le mettono, ancora una volta di loro restano sempre e solo slogan”, con queste parole Chiara Pozzi commenta quanto previsto nella nuova Legge di Bilancio.
La nuova tassa sui frontalieri italiani
Dal 2024 i lavoratori frontalieri dovranno contribuire al mantenimento del Servizio Sanitario Nazionale attraverso un’imposta annuale che varierà tra il 3% e il 6% del proprio reddito netto annuo, con una aliquota che verrà decisa dalle singole Regioni. Come riportato dalla bozza, quei soldi verranno utilizzati dallo Stato italiano per “migliorare le condizioni del personale medico di frontiera e finanziare gli ospedali di confine”: incentivi volti a mettere un freno alla fuga verso i vicini Cantoni dei professionisti.