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Elezioni provinciali, Moretti sceglie di escludere 50 sindaci dalla corsa

Si voterà nel 2023: "tagliati" dalla corsa i primi cittadini in scadenza nel 2024: "18 mesi di mandato sono pochissimi per poter governare. Mi assumo tutte le responsabilità". Gli scenari

Le prossime elezioni provinciali si terranno nel gennaio del 2023. A deciderlo e comunicarlo è stato l'attuale presidente della provincia di Sondrio, nonché sindaco di Teglio, Elio Moretti. Una "comunicazione di servizio" se non fosse che apre, di fatto, una frattura nel fronte dei primi cittadini di Valtellina e Valchiavenna. Ma andiamo con ordine.

Il quadro legislativo in vigore, tracciato dall'oramai celebre legge Delrio (56/2014), pone nella mani del numero uno di palazzo Muzio la facoltà di fissare la data delle elezioni - alle quali si possono candidare esclusivamente sindaci il cui mandato non scada prima di 18 mesi dalla data delle votazioni -  oltre quella del consiglio provinciale. Un dettaglio non da poco perché permette a Moretti, di fatto, di scegliere la platea dei sindaci candidabili.

Per permettere alla maggior parte dei primi cittadini della provincia di Sondrio di potersi candidare, infatti, Elio Moretti avrebbe dovuto indire le elezioni entro domani, martedì 18 ottobre. Avrebbe dovuto perchè il tellino ha scelto diversamente.

La scelta del Consiglio bipartisan

Nell'autunno del 2021 Moretti aveva di fatto costituito un Consiglio provinciale bipartisan, con il coinvolgimento di tutte le fazioni politiche presenti in provincia di Sondrio. "L’avevo scelto io prendendo una decisione molto particolare, non da tutti apprezzata, anzi da qualcuno addirittura derisa. E questo mi è anche un po’ dispiaciuto. Io, che sono un presidente istituzionale senza alcuna appartenenza politica, sono presidente di tutti. Secondo me era giusto che il rinnovo del Consiglio fosse ad appannaggio di tutte le forze politiche presenti sul territorio".

Non esistendo più la Giunta provinciale Moretti aveva anche affidato a ciascun consigliere una delega particolare. "In questo anno mi sono trovato benissimo con il Consiglio. Mai un problema, sempre un’assoluta condivisione su tutto. Anche quando la condivisione non c'era, l'abbiamo sempre trovata. È stato un metodo che ha dato i suoi frutti e che ha funzionato ma è altrettanto vero che, per assurdo, potrebbe non valere per il prossimo presidente".

La scelta di non convocare le elezioni

Nasce anche da qui la scelta di non indire le elezioni. Una decisione che porta all'esclusione, di fatto, dei sindaci in scadenza nel 2024 dall'elenco dei possibili nuovi presidenti della Provincia di Sondrio. "Se il prossimo presidente avesse fatto parte dei sindaci in scadenza nel 2024 avrebbe avuto davanti a sé soltanto 18 mesi di mandato. Un anno e mezzo di mandato è pochissimo per poter governare. Si provi ad immaginare un sindaco che viene eletto per 18 mesi. Non riuscirebbe nemmeno a entrare dalla porta e a pensare di fare un minimo di programmazione. Non essendo scelto dal popolo con l’elezione diretta l’unica forza che può avere un presidente della Provincia è che quantomeno abbia il lasso di tempo necessario per poter governare quattro anni".

Non avendo fissato le elezioni entro la fine di novembre Moretti ha escluso con la sua scelta la maggior parte dei sindaci valtellinesi e valchiavennaschi. Sono 53 i sindaci "tagliati fuori". Tra di loro anche il sindaco di Chiavenna, Luca Della Bitta, già presidente provinciale dal 2014 al 2018, da molti indicato come naturale nuovo presidente. Insieme a lui anche i primi cittadini di Morbegno, Tirano, Sondalo e Chiuro. Erano già esclusi i Comuni chiamati alle urne nel 2023: su tutti il capoluogo Sondrio. 

"Di questa scelta mi prendo e mi assumo tutte le responsabilità. Al momento, mi pare di capire, quasi nessuno tra le persone che in questi quattro anni mi sono state vicine ha condiviso la mia decisione. Io invece sono assolutamente convinto che questa scelta pagherà. Qualcuno dice che sto mettendo ‘gli uni contro gli altri’ e che poi diventerà difficile governare, ma io non lo penso assolutamente. I sindaci sono persone ragionevoli e capiscono queste cose", ha ammesso Moretti davanti alla stampa.

Possibili candidati

Ora la rosa dei possibili candidabili si restringe notevolmente. Sono circa una ventina (su 77 Comuni in Valtellina e Valchiavenna) i sindaci che potranno succedere al sindaco di Teglio alle elezioni del gennaio 2023, tra cui i sindaci di Bormio, Livigno, Aprica e Talamona. Insieme a loro anche il sindaco di San Giacomo Filippo, Severino De Stefani, oggi rappresentante di punta di Fratelli d'Italia. Come dichiarato dallo stesso Moretti serpeggia già diverso malumore tra i sindaci per una scelta che viene definita come escludente.

Da non dimenticare, infine, la grande novità economica introdotta dalla legge di Bilancio 2022. Se la Delrio non prevedeva alcuna indennità pecuniaria per chi rivestiva il ruolo di presidente provinciale oggi al sindaco a capo di palazzo Muzio spettano 4350 euro mensili lordi. Nel 2024, quando la novità sarà a regime, l'emolumento mensile salirà a 9666 euro lordi al mese.

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