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Elezioni comunali e referendum, oggi si vota. Tutto quello che c'è da sapere

I comuni chiamati alle urne per il rinnovo delle amministrazioni comunali sono 7, ecco tutte le informazioni utili

Domani, domenica 12 giugno, anche in provincia di Sondrio si torna a votare. In sette comuni andranno in scena le elezioni amministrative mentre negli altri comuni di Valtellina e Valchiavenna i cittadini saranno chiamati alle urne per votare i cinque quesiti referendari. Ecco tutte le informazioni utili.

Dove si vota per le comunali

In provincia di Sondrio i comuni al voto sono 7, tutti con meno di 15 mila abitanti (escludendo così la possibilità di ballottaggio). Nel dettaglio le elezioni amministrative si svolgeranno a: Aprica, Campodolcino, Tartano, Val Masino, Valdidentro, Valdisotto e Valfurva.

Quando si vota

Si vota solo in una giornata: domenica 12 giugno dalle 7 alle 23. Le operazioni di scrutinio inizieranno subito dopo la chiusura dei seggi e proseguiranno fino a lunedì mattina. Lo spoglio inizia con le schede dei referendum. A seguire quelle per le elezioni amministrative.  

Amministrative 2022, l'elenco dei comuni al voto 

Come si vota 

In tutti i comuni della provincia di Sondrio chiamati alle urne si può tracciare un segno sul nominativo del candidato sindaco o sul contrassegno della lista collegata al candidato sindaco o anche sia sul candidato sindaco che sulla lista collegata al medesimo candidato sindaco. In ogni caso, il voto viene attribuito sia alla lista di candidati consiglieri che al candidato sindaco collegato. È eletto sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti.

Nei caso in cui vi sia una sola lista elettorale, ai fini della validità dell’elezione, sarà necessario che almeno il 40% degli elettori si presenti alle urne (anziché al 50% come in passato). Inoltre, ai fini delle determinazione del numero degli elettori, non si terrà più conto degli iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (A.I.R.E.). Infine, coerentemente con il passato, i voti validi per sancire le elezioni dei candidati dell’unica lista non dovranno essere inferiori al 50% dei votanti.

Referendum giustizia: cosa c'è da sapere per votare il 12 giugno

I cinque referendum

Gli elettori sono chiamati a esprimersi su cinque referendum sulla giustizia. Si tratta di referendum abrogativi (per eliminare leggi o parti di leggi, ndr). L'articolo 75 della Costituzione stabilisce che la proposta soggetta a referendum è approvata se hanno votato la maggioranza (50%+1) degli aventi diritto al voto e se è raggiunta la maggioranza (50%+1) dei voti validamente espressi.

Saranno consegnate cinque schede, una per ogni quesito:

  • scheda di colore rosso per il referendum numero 1: abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi;
  • scheda di colore arancione per il referendum numero 2: limitazione delle misure cautelari: abrogazione dell'ultimo inciso dell'art. 274, comma 1, lettera c), codice di procedura penale, in materia di misure cautelari e, segnatamente, di esigenze cautelari, nel processo penale;
  • scheda di colore giallo per il referendum numero 3: separazione delle funzioni dei magistrati. Abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati;
  • scheda di colore grigio per il referendum numero 4 : partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari. Abrogazione di norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte;
  • scheda di colore verde per il referendum numero 5: abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura.

Si può cambiare scheda

Il ministero dell'Interno specifica che nel caso in cui l’elettore si renda conto di avere sbagliato, può sostituire la scheda e ripetere la votazione. "Secondo la più recente giurisprudenza - si legge sul sito del Viminale -l’elettore che si rende conto di aver sbagliato nel votare può chiedere al presidente del seggio di sostituire la scheda stessa, potendo esprimere nuovamente il proprio voto. A tal fine, il presidente gli consegnerà una nuova scheda, inserendo quella sostituita tra le schede deteriorate".

I documenti che l'elettore deve avere per votare

Gli elettori devono presentarsi al seggio con un documento di identità valido e la tessera elettorale.  

Si può presentare come documento anche la tessera di riconoscimento rilasciata dall’Unione nazionale ufficiali in congedo d’Italia, purché munita di fotografia e convalidata da un Comando militare; la tessera di riconoscimento rilasciata da un ordine professionale, purché munita di fotografia. Dal ministero spiegano che in mancanza di documento idoneo "l’elettore può essere riconosciuto anche da uno dei membri del seggio che conosce personalmente l’elettore e ne attesta l’identità; da un altro elettore del comune, noto al seggio e provvisto di documento di riconoscimento; dalla ricevuta della richiesta di rilascio della Carta d’Identità Elettronica (CIE), in quanto munita della fotografia del titolare e dei relativi dati anagrafici".

La tessera elettorale si rinnova presso l'ufficio elettorale del comune di residenza. "E' opportuno - dicono dal ministero dell'interno - che gli elettori che hanno necessità di rinnovare la tessera elettorale si rechino per tempo presso tale ufficio al fine di evitare una concentrazione delle domande nei giorni immediatamente antecedenti ed in quelli della votazione; l’ufficio elettorale resterà comunque aperto dalle ore 9 alle ore 18 nei due giorni antecedenti la data della consultazione e, nel giorno della votazione, per tutta la durata delle operazioni di voto, e quindi dalle 7 alle 23 di domenica 12 giugno".

Le norme anti Covid

I ministri dell'Interno e della Salute, Luciana Lamorgese e Roberto Speranza, hanno sottoscritto un protocollo ad hoc per la prevenzione Covid a maggio. Il documento, che prevedeva tra le altre cose l'obbligo per gli elettori di indossare le mascherine, è poi stato rivisto e le mascherine sono diventate "fortemente raccomandate" ma non obbligatorie.

"In considerazione del mutato quadro epidemiologico rispetto alla data di adozione del Protocollo stesso, per l'accesso degli elettori ai seggi, per il solo esercizio del diritto di voto, l'uso della mascherina chirurgica è fortemente raccomandato", si legge nella circolare inviata ai prefetti che modifica quanto stabilito inizialmente.

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